La Temperantia, così chiamata dai Romani e prima ancora Sophrosine da Platone nell’antica Grecia rappresenta la capacità di condurre la propria vita frenando gli eccessi emozionali, ovvero riconoscere e gestire le proprie emozioni senza diventare schiavi di esse.
Daniel Goleman, famoso psicologo americano, nel suo libro “Intelligenza emotiva” ci spiega quanto la Temperanza sia tra le virtù fondamentali per raggiungere il benessere psicologico. Oltre la temperanza le qualità da allenare per diventare un leader di successo (di se stesso), sono: la consapevolezza di sé, di autoregolarsi, di motivazione, di empatia e di abilità sociali.
Oggi nelle aziende si sente molto parlare di modelli di Leadership ma a mio avviso i manager sono troppo concentrati a leggere fogli di excel per misurare le performance dei propri collaboratori piuttosto che ascoltare i loro bisogni. Questo approccio nella maggior parte dei casi rende incomprensibile il motivo per cui c’è una scarsa soddisfazione, una mancanza di senso di appartenenza e fiducia da parte dei dipendenti nei confronti dell’azienda e dei propri capi, di conseguenza un calo dei profitti.
Partire da se stessi per entrare in empatia con il proprio team.
La chiave di volta dell’intelligenza emotiva è “la consapevolezza dei propri sentimenti nel momento stesso in cui essi si presentano”. Si tratta della competenza emozionale fondamentale, perché su di essa si basano tutte le altre.
Essere consapevoli significa essere consapevoli sia del nostro stato d’animo che dei nostri pensieri su quest’ultimo.
Auto-consapevolezza è l’arte di capire se stessi: conoscere le proprie debolezze, i punti di forza, i driver, i valori e l'impatto che abbiamo sulle persone – la capacità di buona intuizione, essenzialmente. In pratica, questo appare come fiducia in se stessi e come capacità critica costruttiva. Se sei un manager, le scadenze imminenti potrebbero tirare fuori il peggio di te. Essere autoconsapevole emotivamente ti porta a pianificare il tempo correttamente e a gestire il lavoro in modo qualitativo in anticipo rispetto le scadenze.
L'autogestione è la capacità di controllare e reindirizzare gli impulsi distruttivi e i cattivi stati d'animo.
Ciò significa anche considerare i sentimenti degli altri, soprattutto quando si prendono decisioni importanti. L’empatia include competenza nell’ assumere e trattenere i migliori talenti, la capacità di far evolvere altre persone e la sensibilità di riconoscere le differenze culturali. Immaginate un consulente ed il suo team che cercano di attrarre un potenziale cliente straniero, ad esempio un cliente giapponese. Dopo il primo approccio commerciale il cliente diviene silenzioso ed il team interpreta questo come disapprovazione. Il consulente, tuttavia, rileva il suo interesse a causa del linguaggio del corpo e prosegue senza timore con l'incontro ottenendo il lavoro. Questo è una modalità di esprimere l'empatia. Infine, l'abilità sociale è la costruzione di un rapporto con gli altri per condurli in direzioni desiderate. Questa è influenza.
Ogni giorno prendiamo decisioni emotivamente importanti. Valutiamo un piano A come migliore del piano B e talvolta facciamo delle scelte in base alle nostre emozioni o sentimenti. Quando abbiamo capito l'origine e la fonte di queste emozioni, soprattutto quando si lavora in team, siamo più in sintonia con l'altro. Con la globalizzazione, l'intelligenza emotiva è più significativa che mai poiché è aumentata la complessità delle interazioni e delle emozioni cosi come il modo in cui sono espresse. In sostanza, l'intelligenza emotiva nei luoghi di lavoro si riconduce ad una corretta comprensione, espressione e gestione dei buoni rapporti cosi come la risoluzione di problemi complessi sotto pressione
L’intelligenza emotiva conta più del Q.I.
Secondo Goleman, il quoziente intellettivo (Q.I.) contribuisce solo in ragione del 20% ai fattori che determinano il successo nella vita. Il restante 80% è determinato dalla cosiddetta intelligenza emotiva, che include fattori quali la capacità di:
- motivare sé stessi e di perseguire un obiettivo nonostante le difficoltà
- controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione
- gestire i propri stati d’animo
- essere empatici
- sperare ed essere ottimisti
Per questo motivo, l’analisi del Q.I. non sembra essere un fattore predittivo affidabile per il successo delle persone. È quanto fu rilevato alla fine di uno studio che coinvolse 95 studenti di Harvard: una volta raggiunta la mezza età, gli ex studenti più brillanti ed intelligenti non avevano avuto un particolare successo nella vita e non si si sentivano più felici rispetto agli ex studenti più mediocri1. Il problema è che l’intelligenza accademica non offre alcuna preparazione per affrontare la vita, ma le nostre scuole e la nostra cultura sono interamente focalizzate sulle capacità accademiche ed ignorano l’intelligenza emotiva. Tutto ciò è in netta antitesi con quanto rivelato da molti dati, che testimoniano che le persone dotate di grande intelligenza emotiva si trovano avvantaggiate nella vita e hanno maggiore probabilità di essere felici ed efficaci.
Quali sono i benefici dell’intelligenza emotiva per un leader ?
Gary Yukl, un ricercatore di primo piano relativamente a temi di leadership sostiene che “L'auto-consapevolezza rende più facile comprendere i propri bisogni e le probabili reazioni se alcuni eventi si sono verificati, facilitando in tal modo la valutazione di soluzioni alternative.”
Bolin sostiene invece il "Bisogno di iniziare da se stessi. La gestione non si limita ad un aspetto, ce ne sono altri da considerare. Ma chi sviluppa una propria consapevolezza di sé, sarà in grado di gestire in modo più efficace gli altri. Gestione non significa necessariamente guidare gli altri. Spesso, quando qualcuno viene promosso pensa di dover guidare gli altri, anche se in realtà si tratta prima di tutto acquisire la capacità di essere leader di se stessi e ciò può venire solo con una maggiore consapevolezza di sé.
“I manager hanno bisogno di capire come agire nelle diverse situazioni e questo è il motivo per cui è importante iniziare da se stessi per capire come relazionarsi con gli altri. Ciò che distingue i leader di solito è il loro livello di intelligenza emotiva e tutte quelle abilità che aiutano a sviluppare un posto di lavoro più efficace.
“Per un Leader è essenziale sviluppare le competenze di Intelligenza Emotiva, perché le emozioni guidano le persone, e le persone guidano le PERFORMANCE.”
Tra le altre cose, L’intelligenza Emotiva:
Daniel Goleman, famoso psicologo americano, nel suo libro “Intelligenza emotiva” ci spiega quanto la Temperanza sia tra le virtù fondamentali per raggiungere il benessere psicologico. Oltre la temperanza le qualità da allenare per diventare un leader di successo (di se stesso), sono: la consapevolezza di sé, di autoregolarsi, di motivazione, di empatia e di abilità sociali.
Oggi nelle aziende si sente molto parlare di modelli di Leadership ma a mio avviso i manager sono troppo concentrati a leggere fogli di excel per misurare le performance dei propri collaboratori piuttosto che ascoltare i loro bisogni. Questo approccio nella maggior parte dei casi rende incomprensibile il motivo per cui c’è una scarsa soddisfazione, una mancanza di senso di appartenenza e fiducia da parte dei dipendenti nei confronti dell’azienda e dei propri capi, di conseguenza un calo dei profitti.
Partire da se stessi per entrare in empatia con il proprio team.
La chiave di volta dell’intelligenza emotiva è “la consapevolezza dei propri sentimenti nel momento stesso in cui essi si presentano”. Si tratta della competenza emozionale fondamentale, perché su di essa si basano tutte le altre.
Essere consapevoli significa essere consapevoli sia del nostro stato d’animo che dei nostri pensieri su quest’ultimo.
Auto-consapevolezza è l’arte di capire se stessi: conoscere le proprie debolezze, i punti di forza, i driver, i valori e l'impatto che abbiamo sulle persone – la capacità di buona intuizione, essenzialmente. In pratica, questo appare come fiducia in se stessi e come capacità critica costruttiva. Se sei un manager, le scadenze imminenti potrebbero tirare fuori il peggio di te. Essere autoconsapevole emotivamente ti porta a pianificare il tempo correttamente e a gestire il lavoro in modo qualitativo in anticipo rispetto le scadenze.
L'autogestione è la capacità di controllare e reindirizzare gli impulsi distruttivi e i cattivi stati d'animo.
Ciò significa anche considerare i sentimenti degli altri, soprattutto quando si prendono decisioni importanti. L’empatia include competenza nell’ assumere e trattenere i migliori talenti, la capacità di far evolvere altre persone e la sensibilità di riconoscere le differenze culturali. Immaginate un consulente ed il suo team che cercano di attrarre un potenziale cliente straniero, ad esempio un cliente giapponese. Dopo il primo approccio commerciale il cliente diviene silenzioso ed il team interpreta questo come disapprovazione. Il consulente, tuttavia, rileva il suo interesse a causa del linguaggio del corpo e prosegue senza timore con l'incontro ottenendo il lavoro. Questo è una modalità di esprimere l'empatia. Infine, l'abilità sociale è la costruzione di un rapporto con gli altri per condurli in direzioni desiderate. Questa è influenza.
Ogni giorno prendiamo decisioni emotivamente importanti. Valutiamo un piano A come migliore del piano B e talvolta facciamo delle scelte in base alle nostre emozioni o sentimenti. Quando abbiamo capito l'origine e la fonte di queste emozioni, soprattutto quando si lavora in team, siamo più in sintonia con l'altro. Con la globalizzazione, l'intelligenza emotiva è più significativa che mai poiché è aumentata la complessità delle interazioni e delle emozioni cosi come il modo in cui sono espresse. In sostanza, l'intelligenza emotiva nei luoghi di lavoro si riconduce ad una corretta comprensione, espressione e gestione dei buoni rapporti cosi come la risoluzione di problemi complessi sotto pressione
L’intelligenza emotiva conta più del Q.I.
Secondo Goleman, il quoziente intellettivo (Q.I.) contribuisce solo in ragione del 20% ai fattori che determinano il successo nella vita. Il restante 80% è determinato dalla cosiddetta intelligenza emotiva, che include fattori quali la capacità di:
- motivare sé stessi e di perseguire un obiettivo nonostante le difficoltà
- controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione
- gestire i propri stati d’animo
- essere empatici
- sperare ed essere ottimisti
Per questo motivo, l’analisi del Q.I. non sembra essere un fattore predittivo affidabile per il successo delle persone. È quanto fu rilevato alla fine di uno studio che coinvolse 95 studenti di Harvard: una volta raggiunta la mezza età, gli ex studenti più brillanti ed intelligenti non avevano avuto un particolare successo nella vita e non si si sentivano più felici rispetto agli ex studenti più mediocri1. Il problema è che l’intelligenza accademica non offre alcuna preparazione per affrontare la vita, ma le nostre scuole e la nostra cultura sono interamente focalizzate sulle capacità accademiche ed ignorano l’intelligenza emotiva. Tutto ciò è in netta antitesi con quanto rivelato da molti dati, che testimoniano che le persone dotate di grande intelligenza emotiva si trovano avvantaggiate nella vita e hanno maggiore probabilità di essere felici ed efficaci.
Quali sono i benefici dell’intelligenza emotiva per un leader ?
Gary Yukl, un ricercatore di primo piano relativamente a temi di leadership sostiene che “L'auto-consapevolezza rende più facile comprendere i propri bisogni e le probabili reazioni se alcuni eventi si sono verificati, facilitando in tal modo la valutazione di soluzioni alternative.”
Bolin sostiene invece il "Bisogno di iniziare da se stessi. La gestione non si limita ad un aspetto, ce ne sono altri da considerare. Ma chi sviluppa una propria consapevolezza di sé, sarà in grado di gestire in modo più efficace gli altri. Gestione non significa necessariamente guidare gli altri. Spesso, quando qualcuno viene promosso pensa di dover guidare gli altri, anche se in realtà si tratta prima di tutto acquisire la capacità di essere leader di se stessi e ciò può venire solo con una maggiore consapevolezza di sé.
“I manager hanno bisogno di capire come agire nelle diverse situazioni e questo è il motivo per cui è importante iniziare da se stessi per capire come relazionarsi con gli altri. Ciò che distingue i leader di solito è il loro livello di intelligenza emotiva e tutte quelle abilità che aiutano a sviluppare un posto di lavoro più efficace.
“Per un Leader è essenziale sviluppare le competenze di Intelligenza Emotiva, perché le emozioni guidano le persone, e le persone guidano le PERFORMANCE.”
Tra le altre cose, L’intelligenza Emotiva:
- Impatta per il 55% SULLE PERFORMANCE;
- Aiuta il Leader nel People Management;
- Sviluppa MOTIVAZIONE per lo spirito di squadra;
- Aiuta a mantenere il Focus;
- Aiuta a costruire RELAZIONI EFFICACI sia interni che con i fornitoti e i clienti;
- In AZIENDA, è la base per sviluppare un clima positivo per l’eccellenza delle performance e il benessere delle persone;
- Aiuta a gestire il work life balance;
- Aiuta a sviluppare la resilienza e il problem solving;
- Indispensabile per il Change Management;
- Sviluppa l’Ottimismo, indispensabile per il personale addetto alla vendite.