“…Sto salendo le scale di un traghetto per raggiungere il ponte. Il mio bagaglio è pesante ma finalmente ci sono. Mi siedo e tiro un sospiro di sollievo. Accanto a me c’è un ragazzo molto attraente che mi sta osservando con curiosità.
‘Cosa ci fai qua?’ mi chiede, guardandomi con aria spavalda.
‘Sono in viaggio da un bel po'’, rispondo.
Mi sento al sicuro adesso, accanto a questo giovane uomo che continua a guardarmi interessato. In preda ad un incantesimo, mi volto e mi accordo che il mio bagaglio non c’è più.
Accidenti, non è possibile……”
… e suona la sveglia, apro gli occhi, sono le 6,30 di lunedi 27 settembre 2021. Il mio primo pensiero va al weekend appena trascorso, il primo weekend del Master in Coaching, l’inizio di un nuovo viaggio. Vengo travolta da un’emozione, la paura, e la domanda che fa capolino nella mia mente è: “Oddio, c’era tutta quella gente, ce la farò?”.
E subito dopo arriva il ricordo del sogno da cui mi sono destata.
La bellezza di un sogno sta nello scoprire, esplorandolo, che rappresenta un atto creativo ricco di significato. Ogni aspetto del sogno, ogni personaggio coinvolto, ogni elemento, ogni stato d’animo, è parte integrante del nostro sé frazionato.
Provo tramite la libera associazione ad interpretarlo.
Quel ragazzo spavaldo è una parte di me, quella maschile, quella sicura dei propri mezzi, quella razionale, quella curiosa che nulla teme. La donna con la valigia pesante è invece quella parte di me è che alla ricerca del suo vero PERCHE’, quella che è in viaggio da un bel po' di tempo e che adesso ne ha iniziato uno nuovo.
E mentre faccio queste associazioni, mi torna in mente l’argomento con cui è stato aperto il master, cioè l’ASCOLTO e le domande che mi sono posta mentre facevamo le esercitazioni: “Ma cos’è che mi impedisce di ascoltare veramente? Qual è il rumore di fondo nella mia mente che mi disturba?”.
Ho provato a darmi delle risposte.
Nel lavoro, in cui sono spesso quel “ragazzo spavaldo”, il rumore di fondo è causato ogni tanto da disinteresse o addirittura dalla presunzione di sapere già che cosa dirà il mio interlocutore oppure dall’incapacità, a volte, di concentrarmi perché impegnata su più fronti.
Due anni or sono, però, ho deciso di lanciarmi in questo nuovo viaggio, decisa ad uscire dalla mia zona di comfort provando a realizzare il mio sogno nel cassetto, quello di aiutare me stessa per poi aiutare gli altri. E in questo non c’è disinteresse, non c’è presunzione, anzi c’è tanto desiderio di conoscere e di sentire, con la mente e con il corpo.
Qual è allora il rumore di fondo? A volte c’è l’ansia, quasi paralizzante, la paura di non farcela, la paura di essere inadeguata. Allora credo che quel “bagaglio” cosi pesante nel sogno non contenga altro che questo, queste emozioni e pensieri limitanti e che forse è il caso che lasci andare, perché accanto a me c’è sempre “quel ragazzo” che saprà sostenermi, viaggiando assieme verso il nostro obiettivo.
‘Cosa ci fai qua?’ mi chiede, guardandomi con aria spavalda.
‘Sono in viaggio da un bel po'’, rispondo.
Mi sento al sicuro adesso, accanto a questo giovane uomo che continua a guardarmi interessato. In preda ad un incantesimo, mi volto e mi accordo che il mio bagaglio non c’è più.
Accidenti, non è possibile……”
… e suona la sveglia, apro gli occhi, sono le 6,30 di lunedi 27 settembre 2021. Il mio primo pensiero va al weekend appena trascorso, il primo weekend del Master in Coaching, l’inizio di un nuovo viaggio. Vengo travolta da un’emozione, la paura, e la domanda che fa capolino nella mia mente è: “Oddio, c’era tutta quella gente, ce la farò?”.
E subito dopo arriva il ricordo del sogno da cui mi sono destata.
La bellezza di un sogno sta nello scoprire, esplorandolo, che rappresenta un atto creativo ricco di significato. Ogni aspetto del sogno, ogni personaggio coinvolto, ogni elemento, ogni stato d’animo, è parte integrante del nostro sé frazionato.
Provo tramite la libera associazione ad interpretarlo.
Quel ragazzo spavaldo è una parte di me, quella maschile, quella sicura dei propri mezzi, quella razionale, quella curiosa che nulla teme. La donna con la valigia pesante è invece quella parte di me è che alla ricerca del suo vero PERCHE’, quella che è in viaggio da un bel po' di tempo e che adesso ne ha iniziato uno nuovo.
E mentre faccio queste associazioni, mi torna in mente l’argomento con cui è stato aperto il master, cioè l’ASCOLTO e le domande che mi sono posta mentre facevamo le esercitazioni: “Ma cos’è che mi impedisce di ascoltare veramente? Qual è il rumore di fondo nella mia mente che mi disturba?”.
Ho provato a darmi delle risposte.
Nel lavoro, in cui sono spesso quel “ragazzo spavaldo”, il rumore di fondo è causato ogni tanto da disinteresse o addirittura dalla presunzione di sapere già che cosa dirà il mio interlocutore oppure dall’incapacità, a volte, di concentrarmi perché impegnata su più fronti.
Due anni or sono, però, ho deciso di lanciarmi in questo nuovo viaggio, decisa ad uscire dalla mia zona di comfort provando a realizzare il mio sogno nel cassetto, quello di aiutare me stessa per poi aiutare gli altri. E in questo non c’è disinteresse, non c’è presunzione, anzi c’è tanto desiderio di conoscere e di sentire, con la mente e con il corpo.
Qual è allora il rumore di fondo? A volte c’è l’ansia, quasi paralizzante, la paura di non farcela, la paura di essere inadeguata. Allora credo che quel “bagaglio” cosi pesante nel sogno non contenga altro che questo, queste emozioni e pensieri limitanti e che forse è il caso che lasci andare, perché accanto a me c’è sempre “quel ragazzo” che saprà sostenermi, viaggiando assieme verso il nostro obiettivo.