Nel mondo sportivo quando si pianifica una nuova stagione si parte da un “obbiettivo minimo” e per raggiungerlo si crea una scaletta di “micro-obbiettivi” intermedi.
Questi micro-obbiettivi sono quotidiani (ripetuti), settimanali, mensili e alcune volte trimestrali. Valutarne la propedeuticità diventa fondamentale nella fase di pianificazione e ritengo che questo sia un momento estremamente delicato e importante all’interno di una stagione sportiva soprattutto se ci sono atleti giovani da “formare”.
I micro-obbiettivi danno una struttura al percorso e permettono di intervenire “chirurgicamente” nel momento in cui qualcosa non funziona.
In questo momento la condivisione della pianificazione con gli atleti diventa fondamentale, permette loro di unire mente e corpo in un unica direzione.
Il raggiungimento dei micro-obbiettivi ti da l’energia che ti porta a procedere con fiducia e determinazione.
Un cosa altrettanto importante è quella di scriverli cercando di renderli concreti, chiari e possibili.
In tutto questo procedimento la variante fondamentale è il tempo essendo l’unico elemento limitato e tangibile. Vita privata e lavoro, riposo e alimentazione, tutto ciò deve essere messo in relazione con il tempo. Soprattutto se come in questo caso si parla di un contesto, non professionistico oppure di un contesto di vita dove non posso dedicare 24 ore al giorno al raggiungimento del mio obbiettivo.
Mantenendo valida questa struttura: obbiettivo, micro-obbiettivi (chiari, semplici e scritti) e il tempo vorrei uscire dalla sfera sportiva ed entrare in quella privata.
Ad aprile mi ero prefissato un obbiettivo accademico con scadenza a settembre.
Ho creato la mia tabella di marcia con una serie di micro obbiettivi da raggiungere, cercando di capire in questi 6 mesi quale sarebbe stato il tempo a cui avrei potuto dedicare questa cosa.
Sono stati mesi veramente impegnativi. Molte volte la quotidianità, gli impegni dettati dal lavoro e le relazioni con altre persone mi hanno portano a spostare le energie e l’attenzione, perdendo così il focus sull’obbiettivo, ma è qui che il modo con il quale volevo gestire il mio tempo è diventato fondamentale.
Nella mia pianificazione iniziale, mi sono dato la priorità di dedicarmi allo studio per un tempo ragionevole (in funzione al mio tempo libero) tutti i giorni e questa cosa mi ha permesso di entrare in una routine. Quando arrivavo stanco o scarico cercavo di dare del tempo al mio corpo e alla mia mente di riposare. Una priorità che mi sono dato consapevole di dover rimandare il raggiungimento di alcuni micro-obbiettivi.
Questo fa nascere delusione accompagnata dalla frustrazione. Fanno entrambe parte di questo processo, perchè non sempre le cose vanno come pianificato. Arrivi però ad un punto dove leggi tutti i micro-obbiettivi raggiunti e pensi a quanta strada ai percorso fino a quel momento e il tuo pensiero inizia a cambiare.
La delusione si trasforma in motivazione e la frustrazione con il tempo sparisce.
Sono arrivato alla scadenza di settembre (giorno della data della prova finale) consapevole che se tutto ciò non dovesse bastare avrei trovato un altro modo per fare la stessa cosa.
Magari con altri tempi, un’altra gestione dei micro-obbiettivi oppure con altri approcci, perchè sono fermamente convinto che se quell’obbiettivo sento che mi tocca fin nel profondo troverò una strada per poterlo raggiungere.
Ho raggiunto il mio obbiettivo, l’ho scoperto da qualche giorno.
L’esplosione di sentimenti ed emozioni positive sono state così forti che non sono riuscito a trattenere le lacrime.
Farò tesoro di questa esperienza perchè mi servirà per un futuro, per ogni volta che mi sentirò frustrato perchè vivrò l’illusione di vedere il mio obbiettivo troppo lontano e irraggiungibile.
Questi micro-obbiettivi sono quotidiani (ripetuti), settimanali, mensili e alcune volte trimestrali. Valutarne la propedeuticità diventa fondamentale nella fase di pianificazione e ritengo che questo sia un momento estremamente delicato e importante all’interno di una stagione sportiva soprattutto se ci sono atleti giovani da “formare”.
I micro-obbiettivi danno una struttura al percorso e permettono di intervenire “chirurgicamente” nel momento in cui qualcosa non funziona.
In questo momento la condivisione della pianificazione con gli atleti diventa fondamentale, permette loro di unire mente e corpo in un unica direzione.
Il raggiungimento dei micro-obbiettivi ti da l’energia che ti porta a procedere con fiducia e determinazione.
Un cosa altrettanto importante è quella di scriverli cercando di renderli concreti, chiari e possibili.
In tutto questo procedimento la variante fondamentale è il tempo essendo l’unico elemento limitato e tangibile. Vita privata e lavoro, riposo e alimentazione, tutto ciò deve essere messo in relazione con il tempo. Soprattutto se come in questo caso si parla di un contesto, non professionistico oppure di un contesto di vita dove non posso dedicare 24 ore al giorno al raggiungimento del mio obbiettivo.
Mantenendo valida questa struttura: obbiettivo, micro-obbiettivi (chiari, semplici e scritti) e il tempo vorrei uscire dalla sfera sportiva ed entrare in quella privata.
Ad aprile mi ero prefissato un obbiettivo accademico con scadenza a settembre.
Ho creato la mia tabella di marcia con una serie di micro obbiettivi da raggiungere, cercando di capire in questi 6 mesi quale sarebbe stato il tempo a cui avrei potuto dedicare questa cosa.
Sono stati mesi veramente impegnativi. Molte volte la quotidianità, gli impegni dettati dal lavoro e le relazioni con altre persone mi hanno portano a spostare le energie e l’attenzione, perdendo così il focus sull’obbiettivo, ma è qui che il modo con il quale volevo gestire il mio tempo è diventato fondamentale.
Nella mia pianificazione iniziale, mi sono dato la priorità di dedicarmi allo studio per un tempo ragionevole (in funzione al mio tempo libero) tutti i giorni e questa cosa mi ha permesso di entrare in una routine. Quando arrivavo stanco o scarico cercavo di dare del tempo al mio corpo e alla mia mente di riposare. Una priorità che mi sono dato consapevole di dover rimandare il raggiungimento di alcuni micro-obbiettivi.
Questo fa nascere delusione accompagnata dalla frustrazione. Fanno entrambe parte di questo processo, perchè non sempre le cose vanno come pianificato. Arrivi però ad un punto dove leggi tutti i micro-obbiettivi raggiunti e pensi a quanta strada ai percorso fino a quel momento e il tuo pensiero inizia a cambiare.
La delusione si trasforma in motivazione e la frustrazione con il tempo sparisce.
Sono arrivato alla scadenza di settembre (giorno della data della prova finale) consapevole che se tutto ciò non dovesse bastare avrei trovato un altro modo per fare la stessa cosa.
Magari con altri tempi, un’altra gestione dei micro-obbiettivi oppure con altri approcci, perchè sono fermamente convinto che se quell’obbiettivo sento che mi tocca fin nel profondo troverò una strada per poterlo raggiungere.
Ho raggiunto il mio obbiettivo, l’ho scoperto da qualche giorno.
L’esplosione di sentimenti ed emozioni positive sono state così forti che non sono riuscito a trattenere le lacrime.
Farò tesoro di questa esperienza perchè mi servirà per un futuro, per ogni volta che mi sentirò frustrato perchè vivrò l’illusione di vedere il mio obbiettivo troppo lontano e irraggiungibile.