Mi sento crescere; mi sento crescere dentro!
Nonostante le difficoltà di una corsa zoppicante, in qualche modo proseguo e avanzo in una realtà in costante alterazione.
Il mio corpo interiore è un labirinto di specchi; ad ogni angolo di svolta colgo apparenze e sguardi differenziati.
Non è mai come io mi immagino, come credo di vedermi. E' come spiare qualcuno dalla breccia di una porta e invadere la sua intimità (ma di nascosto), osservare il passo, il braccio, l'incavo del collo, nei gesti e nei modi innati.
Sento il mutamento. Sento una natura forte che mi scardina e rovescia i miei pensieri.
Pari pari nella fantasia, ciò che prima non aveva forma, oggi ce l'ha eccome!
Mi riconosco bene alle prese con passioni e appetiti camuffati!
Smarrita, mi siedo ad osservare; sembro un uccellino svolazzante che produce la sua danza d'amore.
Sono piccola; eppure così forte.
Sono esile, e ho così tanta fame!
Sono leggera, eppure sprigiono tutto il mio peso! Una liberazione, come un respiro scaricato, che completa le mie azioni e le sensazioni mutevoli. Incontenibili!
Nell'incedere costante attraverso la realtà, sono imbrigliata come una bestia da fatica.
Mi muovo con coerenza fra l'ambiente quotidiano, eppure sogno la natura bruciante. Un richiamo potente di libertà selvaggia; accovacciata come un piccolo animale fra le rocce. Un nascondiglio muto, reale, vivido e freddo.
Quando il cielo si fa teso e dichiara la tempesta ,un tremito mi percorre dentro e cedo alla natura.
Corpo di sola carne si agita come se una forza inspiegabile mi ghermisse e mi facesse muovere in avanti;mi spingesse a piedi nudi nel fango e le braccia e le gambe vestiti di sola terra.
Con occhi che sporgono vividi dalla pelle imbrattata, immagino di lasciarmi andare in balia delle intemperie, un po' come l'assaggio della vita più forte, quando le rocce aguzze sotto la pianta del piede, mordono la carne che si fa tiepido sangue e mi danno la misura di tutto peso.Mentre cerco equilibrio sui pochi appoggi che offre lo scoglio sul mare nel quale voglio ardentemente precipitare.
Nonostante le difficoltà di una corsa zoppicante, in qualche modo proseguo e avanzo in una realtà in costante alterazione.
Il mio corpo interiore è un labirinto di specchi; ad ogni angolo di svolta colgo apparenze e sguardi differenziati.
Non è mai come io mi immagino, come credo di vedermi. E' come spiare qualcuno dalla breccia di una porta e invadere la sua intimità (ma di nascosto), osservare il passo, il braccio, l'incavo del collo, nei gesti e nei modi innati.
Sento il mutamento. Sento una natura forte che mi scardina e rovescia i miei pensieri.
Pari pari nella fantasia, ciò che prima non aveva forma, oggi ce l'ha eccome!
Mi riconosco bene alle prese con passioni e appetiti camuffati!
Smarrita, mi siedo ad osservare; sembro un uccellino svolazzante che produce la sua danza d'amore.
Sono piccola; eppure così forte.
Sono esile, e ho così tanta fame!
Sono leggera, eppure sprigiono tutto il mio peso! Una liberazione, come un respiro scaricato, che completa le mie azioni e le sensazioni mutevoli. Incontenibili!
Nell'incedere costante attraverso la realtà, sono imbrigliata come una bestia da fatica.
Mi muovo con coerenza fra l'ambiente quotidiano, eppure sogno la natura bruciante. Un richiamo potente di libertà selvaggia; accovacciata come un piccolo animale fra le rocce. Un nascondiglio muto, reale, vivido e freddo.
Quando il cielo si fa teso e dichiara la tempesta ,un tremito mi percorre dentro e cedo alla natura.
Corpo di sola carne si agita come se una forza inspiegabile mi ghermisse e mi facesse muovere in avanti;mi spingesse a piedi nudi nel fango e le braccia e le gambe vestiti di sola terra.
Con occhi che sporgono vividi dalla pelle imbrattata, immagino di lasciarmi andare in balia delle intemperie, un po' come l'assaggio della vita più forte, quando le rocce aguzze sotto la pianta del piede, mordono la carne che si fa tiepido sangue e mi danno la misura di tutto peso.Mentre cerco equilibrio sui pochi appoggi che offre lo scoglio sul mare nel quale voglio ardentemente precipitare.