"Ciò che l'uomo necessita davvero non è uno stato di mancanza di tensione ma piuttosto il lottare e sforzarsi per qualche obiettivo degno di lui". (Viktor E. Frankl)
Che vita sarebbe una vita senza sfide?
Questa è una frase che sicuramente abbiamo detto o sentito centinaia di volte. Ma il suo significato forse ci sfugge ancora, almeno in parte. Forse perché non ci siamo mai posti questo quesito con l’adeguata consapevolezza, o forse perché, più semplicemente, il suo senso muta e si evolve proprio come fanno le nostre sfide. È qualcosa di fisiologico se ci fermiamo qualche secondo a rifletterci. Ogni volta che raggiungiamo l’obiettivo prefissato “l’asticella” inevitabilmente si alza, oppure cambia completamente scenario, o, ancora, coesistono più asticelle contemporaneamente …
Come conseguenza il senso della frase muta ogni volta, anche se di poco, in relazione al contesto in cui abbiamo la fortuna di esperienziarla. Scelgo di adoperare il termine fortuna perché ci sono comunque dei punti saldi in questa frase che sono costanti. E uno di questi, a mio personale parere, è proprio questo. Ogni volta che affrontiamo una sfida impariamo qualcosa di nuovo, anche su noi stessi, prendiamo consapevolezza di aspetti che potevamo reputare più marginali ed abbiamo la grande opportunità di metterci alla prova. Direi che è veramente una gran bella fortuna. Anche perché non sempre è necessario vincere tutte le sfide per ottenere tutti questi benefici. Spesso basta mettersi in gioco per far scattare questa scintilla che sblocca i nostro “potenziale umano” e ci permette di attingervi. Conditio sine qua non è sicuramente l’impegnarsi a fondo, lo “sparare tutte le nostre cartucce” come si dice in gergo. In sintesi, mettersi in gioco convinti, o almeno fiduciosi di potercela fare. Più si è determinati e sicuri e maggiore sarà l’energia del nostro potenziale interiore a cui potremo attingere.
E le sfide non sempre devono essere lunghe, mastodontiche, titaniche. Possono anche essere “piccole” sfide quotidiane, che talvolta si rivelano le più insidiose di tutte poiché, non attribuendole un grosso peso, le lasciamo scorrere via, rimandandole semplicemente ad un altro giorno. Sarebbe invece auspicabile il contrario. Proviamo ad abituarci a vivere queste sfide con la giusta consapevolezza. Un esempio può anche essere quello di strutturare una piccola, nuova, abitudine da portare avanti tutti i giorni.
“Vincere aiuta a vincere”, come si dice talvolta nel mondo sportivo. Quindi incominciamo da sfide “relativamente semplici” (se non ci mettessero almeno un po’ in difficoltà non sarebbero sfide) per abituarci ad affrontare sfide più ardue e complesse, magari protratte nel tempo.
Potresti cominciare già da adesso, non appena finite di leggere queste poche righe. Puoi provare ponendoti questa semplice domanda, che anche Benjamin Franklin si ripeteva tutte le mattine : “Cosa posso fare di buono oggi?”
In definitiva, qual è la prima abitudine che vuoi sviluppare per avvicinarti a realizzare i tuoi obiettivi più importanti?
Che vita sarebbe una vita senza sfide?
Questa è una frase che sicuramente abbiamo detto o sentito centinaia di volte. Ma il suo significato forse ci sfugge ancora, almeno in parte. Forse perché non ci siamo mai posti questo quesito con l’adeguata consapevolezza, o forse perché, più semplicemente, il suo senso muta e si evolve proprio come fanno le nostre sfide. È qualcosa di fisiologico se ci fermiamo qualche secondo a rifletterci. Ogni volta che raggiungiamo l’obiettivo prefissato “l’asticella” inevitabilmente si alza, oppure cambia completamente scenario, o, ancora, coesistono più asticelle contemporaneamente …
Come conseguenza il senso della frase muta ogni volta, anche se di poco, in relazione al contesto in cui abbiamo la fortuna di esperienziarla. Scelgo di adoperare il termine fortuna perché ci sono comunque dei punti saldi in questa frase che sono costanti. E uno di questi, a mio personale parere, è proprio questo. Ogni volta che affrontiamo una sfida impariamo qualcosa di nuovo, anche su noi stessi, prendiamo consapevolezza di aspetti che potevamo reputare più marginali ed abbiamo la grande opportunità di metterci alla prova. Direi che è veramente una gran bella fortuna. Anche perché non sempre è necessario vincere tutte le sfide per ottenere tutti questi benefici. Spesso basta mettersi in gioco per far scattare questa scintilla che sblocca i nostro “potenziale umano” e ci permette di attingervi. Conditio sine qua non è sicuramente l’impegnarsi a fondo, lo “sparare tutte le nostre cartucce” come si dice in gergo. In sintesi, mettersi in gioco convinti, o almeno fiduciosi di potercela fare. Più si è determinati e sicuri e maggiore sarà l’energia del nostro potenziale interiore a cui potremo attingere.
E le sfide non sempre devono essere lunghe, mastodontiche, titaniche. Possono anche essere “piccole” sfide quotidiane, che talvolta si rivelano le più insidiose di tutte poiché, non attribuendole un grosso peso, le lasciamo scorrere via, rimandandole semplicemente ad un altro giorno. Sarebbe invece auspicabile il contrario. Proviamo ad abituarci a vivere queste sfide con la giusta consapevolezza. Un esempio può anche essere quello di strutturare una piccola, nuova, abitudine da portare avanti tutti i giorni.
“Vincere aiuta a vincere”, come si dice talvolta nel mondo sportivo. Quindi incominciamo da sfide “relativamente semplici” (se non ci mettessero almeno un po’ in difficoltà non sarebbero sfide) per abituarci ad affrontare sfide più ardue e complesse, magari protratte nel tempo.
Potresti cominciare già da adesso, non appena finite di leggere queste poche righe. Puoi provare ponendoti questa semplice domanda, che anche Benjamin Franklin si ripeteva tutte le mattine : “Cosa posso fare di buono oggi?”
In definitiva, qual è la prima abitudine che vuoi sviluppare per avvicinarti a realizzare i tuoi obiettivi più importanti?