Le parole sono una conquista della nostra identità.
Grazie alle parole ci rappresentiamo la realtà, esprimiamo noi stessi, comunichiamo con gli altri. Il linguaggio è una caratteristica nucleare che ci rende umani e serve per descrivere la realtà che ci circonda.
Le parole sono azioni, le parole fanno delle cose, le parole hanno delle conseguenze e cambiano continuamente, insieme alla realtà che descriviamo.
Mai come in questo momento ci rendiamo conto dell’importanza di avere un dialogo di qualità con noi stessi (al posto di rimuginio e ruminazione) e con gli altri (al posto di critica e giudizio). Con le parole abbiamo bisogno di accarezzarci, di convincere e di muoverci. Molto spesso, però, feriamo qualcuno e lo respingiamo. Governati dalle nostre emozioni perdiamo il lusso di usare le parole in modo più amorevole e corretto.
Avere dunque la consapevolezza di ciò che diciamo, di ciò che intendiamo, di ciò che sottendiamo e quindi aver presente le conseguenze possibili di ciò che esprimiamo, ci aiuta ad avere relazioni rispettose dell’altro e comunicazioni più chiare.
Dire equivale a compiere azioni che hanno un effetto sull'altro. Prendiamo ad esempio la frase di questo periodo ‘andrà tutto bene’. Aggiungiamo l’intenzione, pensiamo all'effetto che vogliamo ottenere su di noi e sugli altri e proviamo tre modi diversi di dirlo:
“Andrà tutto bene” (un comando)
Andrà tutto bene? (un desiderio)
Andrà tutto bene! (un’esclamazione di fiducia)
L’effetto sul nostro parlamento interiore dipenderà dagli stati mentali che coinvolgiamo e dagli effetti che rileviamo su di noi. Questo avviene perché le parole agiscono, aiutano a calmarci, sperare ed essere felici.
E l’effetto sugli altri?
Dipende dalla relazione che abbiamo con il nostro interlocutore, dalla sua propria volontà, dalla sua predisposizione e comprensione.
L’intreccio tra linguaggio e comportamento rappresenta il cuore della comunicazione e le parole che scegliamo, il tono, l’effetto che perseguiamo sono frecce che producono importanti conseguenze, di cui essere consapevoli.
In questo periodo dove la comunicazione è diventata un grande ‘bricolage’, il bisogno estremo di sapere chi siamo nel mondo (la nostra tribù) o di definire il confine con gli altri (l’estraneo, il diverso), crea muri e labirinti che ci confondono sempre di più.
E così abbiamo davanti a noi una grande sfida. Dire le parole giuste, quelle sentite, che raccontano di noi, del nostro pensiero, e che producono dialogo, amore e identità.
Grazie alle parole ci rappresentiamo la realtà, esprimiamo noi stessi, comunichiamo con gli altri. Il linguaggio è una caratteristica nucleare che ci rende umani e serve per descrivere la realtà che ci circonda.
Le parole sono azioni, le parole fanno delle cose, le parole hanno delle conseguenze e cambiano continuamente, insieme alla realtà che descriviamo.
Mai come in questo momento ci rendiamo conto dell’importanza di avere un dialogo di qualità con noi stessi (al posto di rimuginio e ruminazione) e con gli altri (al posto di critica e giudizio). Con le parole abbiamo bisogno di accarezzarci, di convincere e di muoverci. Molto spesso, però, feriamo qualcuno e lo respingiamo. Governati dalle nostre emozioni perdiamo il lusso di usare le parole in modo più amorevole e corretto.
Avere dunque la consapevolezza di ciò che diciamo, di ciò che intendiamo, di ciò che sottendiamo e quindi aver presente le conseguenze possibili di ciò che esprimiamo, ci aiuta ad avere relazioni rispettose dell’altro e comunicazioni più chiare.
Dire equivale a compiere azioni che hanno un effetto sull'altro. Prendiamo ad esempio la frase di questo periodo ‘andrà tutto bene’. Aggiungiamo l’intenzione, pensiamo all'effetto che vogliamo ottenere su di noi e sugli altri e proviamo tre modi diversi di dirlo:
“Andrà tutto bene” (un comando)
Andrà tutto bene? (un desiderio)
Andrà tutto bene! (un’esclamazione di fiducia)
L’effetto sul nostro parlamento interiore dipenderà dagli stati mentali che coinvolgiamo e dagli effetti che rileviamo su di noi. Questo avviene perché le parole agiscono, aiutano a calmarci, sperare ed essere felici.
E l’effetto sugli altri?
Dipende dalla relazione che abbiamo con il nostro interlocutore, dalla sua propria volontà, dalla sua predisposizione e comprensione.
L’intreccio tra linguaggio e comportamento rappresenta il cuore della comunicazione e le parole che scegliamo, il tono, l’effetto che perseguiamo sono frecce che producono importanti conseguenze, di cui essere consapevoli.
In questo periodo dove la comunicazione è diventata un grande ‘bricolage’, il bisogno estremo di sapere chi siamo nel mondo (la nostra tribù) o di definire il confine con gli altri (l’estraneo, il diverso), crea muri e labirinti che ci confondono sempre di più.
E così abbiamo davanti a noi una grande sfida. Dire le parole giuste, quelle sentite, che raccontano di noi, del nostro pensiero, e che producono dialogo, amore e identità.