Massimo Piovano, formatore consulente aziendale, esperto di tematiche di psicologia e comunicazione, ha individuato un approccio sistemico della Comunicazione identificato nella “Pentacomunicazione o Modello delle Cinque C”: comprensione, cortesia, chiarezza, coraggio e coscienza. Tale struttura, rappresentata attraverso la favola di un castello a cinque porte, sintetizza l'efficacia di una relazione comunicativa inserita nel proprio contesto sociale ed emozionale.
Immaginando ognuna delle cinque "porte", la Chiarezza si riferisce al modo in cui interloquiamo con gli altri, avendo cura di evitare, ad esempio, possibili fraintendimenti. Vengono proposte specifiche azioni, quali la riformulazione o la parafrasi di quanto ci viene comunicato oppure l’intercettazione delle diverse violazioni linguistiche (generalizzazioni, cancellazioni, deformazioni) attraverso l’uso del meta-modello, come insegnano Richard Bandler e John Grinder, padri della Programmazione Neurolinguistica, che Piovano, nella sua rielaborazione, definisce “bussola del linguaggio”. La Cortesia rimanda al modo in cui ci rapportiamo agli altri, il grado in cui entriamo in empatia e cerchiamo di porci dal loro punto di vista, attivando un atteggiamento collaborativo (win win).Tale qualità, secondo il Modello, si affina attraverso la consapevolezza di quanto sia importante la prima impressione che diamo al nostro interlocutore. Studi ed esperimenti di psicologia cognitiva hanno rivelato che l’aspetto esteriore influenza il parametro di giudizio relativo alla percezione di maggiore o minore competenza; così aspetti estetici piacevoli (cura di sé, abbigliamento, gestualità, familiarità) allorché siano considerati “belli”, si associano a elementi quali “bravo, professionale”, ecc. La dimensione del Coraggio riguarda il grado di assertività che sappiamo mettere in campo quando si tratta di far valere le nostre idee, di avanzare richieste senza dimenticare di assumere un atteggiamento equilibrato, senza farci calpestare ma senza calpestare l’altrui spazio. Quindi il tono di voce, la scelta del momento giusto, la sicurezza nell’enunciare i nostri pensieri, determinano un bilanciato rapporto comunicativo e ci aiutano ad ottenere gli obiettivi prefissati. La porta del Cuore è legata al mondo emotivo ed empatico inteso in senso stretto, quello in cui ci immedesimiamo nell’altro e rispettiamo le vibrazioni che ci rimanda, senza interferire troppo. Nella Coscienza è racchiusa l’anima di ciascuna delle quattro porte e si definisce come il nostro sistema di valori, di credenze e costituisce la nostra “Carta costituzionale”, il nostro “Codice etico” di comportamento in cui dovrebbero essere previste queste quattro frequenze comunicative.
Il Coach passa attraverso queste cinque porte nella propria attività. Da quella della Comprensione, che è insita nella Relazione di Aiuto che giustifica la sua attività e la sua volontà di porsi come “accompagnatore verso un percorso di crescita personale” a quella della Chiarezza, per la sua capacità di porsi in termini trasparenti, stringendo un patto di obiettivi da raggiungere con il Coachee. Le porte del Coraggio e della Cortesia si aprono nel momento in cui il Coach si impegna a essere un ascoltatore attivo, senza interferire con sguardi, osservazioni o commenti e senza farsi prendere dall’urgenza di dare risposte o soluzioni che rappresenterebbero una violazione del proprio ruolo. E, infine, la porta della Coscienza riassume queste peculiarità che dalla responsabilità di “farsi neutro” con se stesso per accogliere il Coachee ed essere ai suoi occhi una tabula rasa, per non agire commenti o giudizi, giunge alla volontà di fare emergere un “Libero pensatore” ovverosia un individuo in grado di prendere decisioni e di costruire un proprio progetto di Vita, secondo ciò che egli “sente e deve diventare” per talento, volontà, predisposizione.
Immaginando ognuna delle cinque "porte", la Chiarezza si riferisce al modo in cui interloquiamo con gli altri, avendo cura di evitare, ad esempio, possibili fraintendimenti. Vengono proposte specifiche azioni, quali la riformulazione o la parafrasi di quanto ci viene comunicato oppure l’intercettazione delle diverse violazioni linguistiche (generalizzazioni, cancellazioni, deformazioni) attraverso l’uso del meta-modello, come insegnano Richard Bandler e John Grinder, padri della Programmazione Neurolinguistica, che Piovano, nella sua rielaborazione, definisce “bussola del linguaggio”. La Cortesia rimanda al modo in cui ci rapportiamo agli altri, il grado in cui entriamo in empatia e cerchiamo di porci dal loro punto di vista, attivando un atteggiamento collaborativo (win win).Tale qualità, secondo il Modello, si affina attraverso la consapevolezza di quanto sia importante la prima impressione che diamo al nostro interlocutore. Studi ed esperimenti di psicologia cognitiva hanno rivelato che l’aspetto esteriore influenza il parametro di giudizio relativo alla percezione di maggiore o minore competenza; così aspetti estetici piacevoli (cura di sé, abbigliamento, gestualità, familiarità) allorché siano considerati “belli”, si associano a elementi quali “bravo, professionale”, ecc. La dimensione del Coraggio riguarda il grado di assertività che sappiamo mettere in campo quando si tratta di far valere le nostre idee, di avanzare richieste senza dimenticare di assumere un atteggiamento equilibrato, senza farci calpestare ma senza calpestare l’altrui spazio. Quindi il tono di voce, la scelta del momento giusto, la sicurezza nell’enunciare i nostri pensieri, determinano un bilanciato rapporto comunicativo e ci aiutano ad ottenere gli obiettivi prefissati. La porta del Cuore è legata al mondo emotivo ed empatico inteso in senso stretto, quello in cui ci immedesimiamo nell’altro e rispettiamo le vibrazioni che ci rimanda, senza interferire troppo. Nella Coscienza è racchiusa l’anima di ciascuna delle quattro porte e si definisce come il nostro sistema di valori, di credenze e costituisce la nostra “Carta costituzionale”, il nostro “Codice etico” di comportamento in cui dovrebbero essere previste queste quattro frequenze comunicative.
Il Coach passa attraverso queste cinque porte nella propria attività. Da quella della Comprensione, che è insita nella Relazione di Aiuto che giustifica la sua attività e la sua volontà di porsi come “accompagnatore verso un percorso di crescita personale” a quella della Chiarezza, per la sua capacità di porsi in termini trasparenti, stringendo un patto di obiettivi da raggiungere con il Coachee. Le porte del Coraggio e della Cortesia si aprono nel momento in cui il Coach si impegna a essere un ascoltatore attivo, senza interferire con sguardi, osservazioni o commenti e senza farsi prendere dall’urgenza di dare risposte o soluzioni che rappresenterebbero una violazione del proprio ruolo. E, infine, la porta della Coscienza riassume queste peculiarità che dalla responsabilità di “farsi neutro” con se stesso per accogliere il Coachee ed essere ai suoi occhi una tabula rasa, per non agire commenti o giudizi, giunge alla volontà di fare emergere un “Libero pensatore” ovverosia un individuo in grado di prendere decisioni e di costruire un proprio progetto di Vita, secondo ciò che egli “sente e deve diventare” per talento, volontà, predisposizione.