La gioventù è un dono!
E' l'energia più veloce che scorre vivace e libera dalla testa ai piedi, senza incontrare l'incertezza costruita nei pensieri.
Insegnare l'apnea agli adulti richiede competenza, addestramento, conoscenza tecnica, capacità nella parola. Significa spesso saper percepire e contenere le barriere di una corazza che negli anni si solidifica come cemento, frena e inibisce la capacità di esprimersi nel movimento e di ritrovarsi a sorridere nel gioco di sospendere il respiro, di specchiarsi sott'acqua e trovarsi faccia a faccia con la libertà, con il bambino perdonato che ride ancora accovacciato dentro di noi.
La gioventù è un dono! Il dono dell'espressione fluida e della naturalezza.
Insegnare l'apnea ai ragazzi richiede spontaneità, liberazione, apertura di quei canali di comunicazione più diretti e immediati.
Richiede di saper giocare, coinvolgersi (pur restando attenti e consapevoli), richiede di lasciarsi sciogliere nelle emozioni.
A bordo vasca mi libero degli orpelli mentali, mi spoglio di una "muta" di costruzioni e indottrinamento, cala la maschera dell'adulto/istruttore e scendo in acqua con loro...e dentro di loro.
Ascolto parole ed espressioni. Ma soprattutto ascolto i corpi!
Nella mia mano, una piccola mano mi stringe in un percorso subacqueo che colloquia con aree del mio sentimento nascoste e in costante subbuglio.
In quella mano stringo la trasformazione!
Il gesto perde la plasticità atletica, cadono le filosofie dell'insegnamento, si adattano.
Tacciano le parole che riempiono e che spiegano.
E' la traduzione del battito, traduzione della vita stessa!
Fra le dita della mia mano aperta, posta a confine fra costole e pancia (a sostenere), sfioro la pulsante sensazione del gioco mista all'istinto di un ragazzino che sta partendo nel suo primo viaggio in apnea.
Penso ai suoi sogni, alle immagini che si producono veloci, al silenzio di pochi istanti dove la vibrazione nel suo petto si fa più docile; si calma il fremito!
La quiete di un momento effimero, prima che si immerga con gambe braccia e corpo guizzanti ma in perfetta armonia con il tempo e lo spazio.
La tridimensionalità cattura l'anima e la libera nel suo elemento!
Senza giudizio e senza filtro si muovono come spiriti verso il fondo della piscina.
Piccole teste trepidanti. Piccoli i toraci!
Sbalzano i cuori animati da nuove emozioni.
Le loro! Come le mie!
Citazioni:
"..il diaframma è una malattia grave"
" Tuffarsi in apnea è come quando bevi un bicchiere d'acqua col ghiaccio e senti che ti frizzica ma è bello"
" ..mi entra acqua nella maschera, penso per via dei baffi" (11 anni)
"..rilassarsi è quando uno ti fa arrabbiare e tu ti fai i fatti tuoi"
" ...l'apnea è tutta la mia vita" (Quinta lezione)
E' l'energia più veloce che scorre vivace e libera dalla testa ai piedi, senza incontrare l'incertezza costruita nei pensieri.
Insegnare l'apnea agli adulti richiede competenza, addestramento, conoscenza tecnica, capacità nella parola. Significa spesso saper percepire e contenere le barriere di una corazza che negli anni si solidifica come cemento, frena e inibisce la capacità di esprimersi nel movimento e di ritrovarsi a sorridere nel gioco di sospendere il respiro, di specchiarsi sott'acqua e trovarsi faccia a faccia con la libertà, con il bambino perdonato che ride ancora accovacciato dentro di noi.
La gioventù è un dono! Il dono dell'espressione fluida e della naturalezza.
Insegnare l'apnea ai ragazzi richiede spontaneità, liberazione, apertura di quei canali di comunicazione più diretti e immediati.
Richiede di saper giocare, coinvolgersi (pur restando attenti e consapevoli), richiede di lasciarsi sciogliere nelle emozioni.
A bordo vasca mi libero degli orpelli mentali, mi spoglio di una "muta" di costruzioni e indottrinamento, cala la maschera dell'adulto/istruttore e scendo in acqua con loro...e dentro di loro.
Ascolto parole ed espressioni. Ma soprattutto ascolto i corpi!
Nella mia mano, una piccola mano mi stringe in un percorso subacqueo che colloquia con aree del mio sentimento nascoste e in costante subbuglio.
In quella mano stringo la trasformazione!
Il gesto perde la plasticità atletica, cadono le filosofie dell'insegnamento, si adattano.
Tacciano le parole che riempiono e che spiegano.
E' la traduzione del battito, traduzione della vita stessa!
Fra le dita della mia mano aperta, posta a confine fra costole e pancia (a sostenere), sfioro la pulsante sensazione del gioco mista all'istinto di un ragazzino che sta partendo nel suo primo viaggio in apnea.
Penso ai suoi sogni, alle immagini che si producono veloci, al silenzio di pochi istanti dove la vibrazione nel suo petto si fa più docile; si calma il fremito!
La quiete di un momento effimero, prima che si immerga con gambe braccia e corpo guizzanti ma in perfetta armonia con il tempo e lo spazio.
La tridimensionalità cattura l'anima e la libera nel suo elemento!
Senza giudizio e senza filtro si muovono come spiriti verso il fondo della piscina.
Piccole teste trepidanti. Piccoli i toraci!
Sbalzano i cuori animati da nuove emozioni.
Le loro! Come le mie!
Citazioni:
"..il diaframma è una malattia grave"
" Tuffarsi in apnea è come quando bevi un bicchiere d'acqua col ghiaccio e senti che ti frizzica ma è bello"
" ..mi entra acqua nella maschera, penso per via dei baffi" (11 anni)
"..rilassarsi è quando uno ti fa arrabbiare e tu ti fai i fatti tuoi"
" ...l'apnea è tutta la mia vita" (Quinta lezione)