L’anno sportivo è finito. Ci siamo salvati. E ne sono felice.
Di questo anno mi rimangono tante sensazioni che girano e alcune riflessioni su un gruppo che è stato splendido. Una vera risorsa per me.
Come sappiamo, nello spogliatoio di ogni squadra, molto spesso si determinano i successi o i fallimenti di una stagione. Si vivono problematiche, dinamiche personali, caratteri differenti e non si riesce sempre a creare la giusta alchimia.
La motivazione, affinchè ciò accada, è l’intelligenza emotiva, suppongo.
Questa è la capacità di ognuno di far crescere nel gruppo la voglia di vedere il meglio di ogni altro, senza giudizi o provocazioni, sapendo affrontare in modo costruttivo le circostanze, gestendo le vittorie e le sconfitte e anche le esclusioni (Scusate l’ironia: io sono stato un esperto di esclusioni).
E questo è accaduto.
Che dire, quando ci sono i risultati tutto è facile, il clima è sereno e la fortuna aiuta. Si gestisce meglio tutto, anche gli errori e le situazioni conflittuali. Quando c’è un allenatore che trascina, che è attento, affidabile e credibile, che crede nei propri atleti e riesce a trasmettere l’importanza di ogni singolo progresso, è lì che emerge quel buon clima da spogliatoio di cui oggi vi parlo.
Quest’anno, tra mille difficoltà, questo gruppo ha fatto la differenza. Nelle difficoltà è cresciuto e si è compattato. Più la classifica era drammatica, le critiche feroci e le cadute spaccaossa, più emergeva la voglia di reagire, rialzarsi e dimostrare il proprio valore.
Le voci di corridoio riferivano che la salvezza era il minimo sindacale da raggiungere. E come non dare ragione a queste voci. La retrocessione dello scorso anno ci vedeva come minimo da squadra di vertice, ma poi è andata diversamente: squadra completamente rinnovata e ultimo posto in classifica. Un disastro!
Chi avrebbe creduto nella salvezza, bypassando i play-out? Pochi, credo!
Per come è andata, anche se abbiamo sofferto ad ogni partita, posso dire che ognuno di noi ha dato il massimo e nelle difficoltà nessuno ha mollato.
Questo gruppo, per me, è stato un regalo. Nei momenti di difficoltà sono stato sostenuto ed incoraggiato e ci tengo a ringraziarli dal primo all’ultimo.
‘Grazie ragazzi! È stata dura, ma è stata una grande esperienza soffrire insieme a voi giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, per poi venirne fuori.
Che l’anno prossimo sia un’altra storia’.
Di questo anno mi rimangono tante sensazioni che girano e alcune riflessioni su un gruppo che è stato splendido. Una vera risorsa per me.
Come sappiamo, nello spogliatoio di ogni squadra, molto spesso si determinano i successi o i fallimenti di una stagione. Si vivono problematiche, dinamiche personali, caratteri differenti e non si riesce sempre a creare la giusta alchimia.
La motivazione, affinchè ciò accada, è l’intelligenza emotiva, suppongo.
Questa è la capacità di ognuno di far crescere nel gruppo la voglia di vedere il meglio di ogni altro, senza giudizi o provocazioni, sapendo affrontare in modo costruttivo le circostanze, gestendo le vittorie e le sconfitte e anche le esclusioni (Scusate l’ironia: io sono stato un esperto di esclusioni).
E questo è accaduto.
Che dire, quando ci sono i risultati tutto è facile, il clima è sereno e la fortuna aiuta. Si gestisce meglio tutto, anche gli errori e le situazioni conflittuali. Quando c’è un allenatore che trascina, che è attento, affidabile e credibile, che crede nei propri atleti e riesce a trasmettere l’importanza di ogni singolo progresso, è lì che emerge quel buon clima da spogliatoio di cui oggi vi parlo.
Quest’anno, tra mille difficoltà, questo gruppo ha fatto la differenza. Nelle difficoltà è cresciuto e si è compattato. Più la classifica era drammatica, le critiche feroci e le cadute spaccaossa, più emergeva la voglia di reagire, rialzarsi e dimostrare il proprio valore.
Le voci di corridoio riferivano che la salvezza era il minimo sindacale da raggiungere. E come non dare ragione a queste voci. La retrocessione dello scorso anno ci vedeva come minimo da squadra di vertice, ma poi è andata diversamente: squadra completamente rinnovata e ultimo posto in classifica. Un disastro!
Chi avrebbe creduto nella salvezza, bypassando i play-out? Pochi, credo!
Per come è andata, anche se abbiamo sofferto ad ogni partita, posso dire che ognuno di noi ha dato il massimo e nelle difficoltà nessuno ha mollato.
Questo gruppo, per me, è stato un regalo. Nei momenti di difficoltà sono stato sostenuto ed incoraggiato e ci tengo a ringraziarli dal primo all’ultimo.
‘Grazie ragazzi! È stata dura, ma è stata una grande esperienza soffrire insieme a voi giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, per poi venirne fuori.
Che l’anno prossimo sia un’altra storia’.