Agosto è per gli italiani il mese delle sospirate vacanze, un periodo di interruzione dal lavoro e di rigenerazione per poi riprendere in autunno con maggior vigore e creatività.
È da diverso tempo che vivo questo periodo senza quell’entusiasmo che provavo da bambina quando tutta la famiglia si trasferiva al mare, immense giornate trascorse all’aperto tra giochi e cavalloni.
Mi domando perché non provo più quell’emozione e quella gioia, è come se mi sentissi in colpa nel sospendere il lavoro per un breve periodo di recupero e sana rigenerazione.
Mi chiedo quando è accaduto questo switch e non riesco a trovare nella mia memoria un momento preciso. È come se non me lo meritassi e mi stupisce ritrovarmi a pensare chi stabilisca meriti e demeriti nella mia vita.
Ricordi e blocchi legati all’infanzia? Probabile, ma non è importante ora.
Penso alle prossime vacanze e a come voglio trascorrerle. Potrei andare al mare da mia nipote o da un’amica, ma fa caldo e io mi scotto. Oppure potrei partire e andare qualche giorno in montagna dove godermi il fresco e fare lunghe passeggiate, portare Gea alla scoperta di luoghi nuovi, ed ossigenarmi.
Di cosa ho bisogno veramente?
Che tipo di vacanza mi permetterebbe di staccare la mente per riconnettermi al mio corpo e alle mie emozioni, risvegliare il mio sentire e la mia creatività?
Come posso uscire da questa svogliatezza che mi blocca alla scrivania, apaticamente confusa?
Quest’ultima domanda ha risvegliato in me una reazione e sento che sto superando quel senso di colpa che ha aperto questa conversazione.
E mi convinco che è un mio diritto prendermi una pausa. La luna ci insegna che la natura è ciclica e che è un bene seguirne i ritmi, perchè i periodi di sosta sono necessari per rigenerarsi.
Provo una sensazione di leggerezza in questa consapevolezza e credo proprio che domani comincerò ad organizzare la mia vacanza. Cosa porterò con me?
La voglia di esplorare, la gioia di andare, l’entusiasmo di ritrovare la me selvaggia che si sveste dei ruoli per indossare la sua vera natura.
Buone vacanze!
È da diverso tempo che vivo questo periodo senza quell’entusiasmo che provavo da bambina quando tutta la famiglia si trasferiva al mare, immense giornate trascorse all’aperto tra giochi e cavalloni.
Mi domando perché non provo più quell’emozione e quella gioia, è come se mi sentissi in colpa nel sospendere il lavoro per un breve periodo di recupero e sana rigenerazione.
Mi chiedo quando è accaduto questo switch e non riesco a trovare nella mia memoria un momento preciso. È come se non me lo meritassi e mi stupisce ritrovarmi a pensare chi stabilisca meriti e demeriti nella mia vita.
Ricordi e blocchi legati all’infanzia? Probabile, ma non è importante ora.
Penso alle prossime vacanze e a come voglio trascorrerle. Potrei andare al mare da mia nipote o da un’amica, ma fa caldo e io mi scotto. Oppure potrei partire e andare qualche giorno in montagna dove godermi il fresco e fare lunghe passeggiate, portare Gea alla scoperta di luoghi nuovi, ed ossigenarmi.
Di cosa ho bisogno veramente?
Che tipo di vacanza mi permetterebbe di staccare la mente per riconnettermi al mio corpo e alle mie emozioni, risvegliare il mio sentire e la mia creatività?
Come posso uscire da questa svogliatezza che mi blocca alla scrivania, apaticamente confusa?
Quest’ultima domanda ha risvegliato in me una reazione e sento che sto superando quel senso di colpa che ha aperto questa conversazione.
E mi convinco che è un mio diritto prendermi una pausa. La luna ci insegna che la natura è ciclica e che è un bene seguirne i ritmi, perchè i periodi di sosta sono necessari per rigenerarsi.
Provo una sensazione di leggerezza in questa consapevolezza e credo proprio che domani comincerò ad organizzare la mia vacanza. Cosa porterò con me?
La voglia di esplorare, la gioia di andare, l’entusiasmo di ritrovare la me selvaggia che si sveste dei ruoli per indossare la sua vera natura.
Buone vacanze!