Tutti noi siamo sensibili all’apparenza: ai denti storti, al viso imperfetto, alle cicatrici, alle forme, al peso.
I problemi di apparenza occupano i nostri pensieri e cerchiamo in ogni modo di correggerli con creme, apparecchi, trucchi, diete, palestra, chirurgia.
Cosa ne discende? Che il mondo è un palcoscenico e l’identità è solo un costume che condiziona la nostra vita!
Tutto inizia con il tribunale severo del giudizio estetico. Col confronto dei modelli altrui. Con le foto speciali ritoccate allo specchio. Col dover apparire perfetti in ogni circostanza.
E’ una gabbia che porta ai tempi supplementari della vita, alle delusioni e all'inarrestabile adattamento del corpo alle nostre pazze scelte per trasformarlo.
L’apparenza è diventata un’ossessione.
Peccato che, nell'adottare uno stile di vita esteriore, l’esistenza stessa ha perso di consistenza e profumo.
Trattiamo bene il nostro corpo, pertanto, ma soprattutto miglioriamo il rapporto con la nostra mente. Razionalizziamo i nostri giudizi. Affrontiamo i problemi di ansia che stanno alla radice dei problemi alimentari, se ne abbiamo. Soprattutto prendiamo delle decisioni che qualifichino la nostra vita, come la scelta di un lavoro che ci rende felici. Cambiamo le convinzioni che ci limitano e impariamo a tirare fuori quello che siamo in potenza.
L’apparenza è vissuta come un tutto, ma è ‘solo’ una forma di percezione vincolante, che intrappola le nostre prospettive. Dobbiamo andare un po’ più dentro di noi, con una doppia veduta: esteriore e, soprattutto, interiore.
Smettiamo di credere a tutto ciò che vediamo, sentiamo e, a volte, rimuginiamo. Proviamo a pensare diversamente.
Essere più belli non fornisce una felicità a lungo termine.
Sapere chi siamo e pensare a come essere di aiuto agli altri, invece sì.
Apparire è solo un primo gradino. Quelli successivi riguardano il controllo di immagini e pensieri.
Uscire dall'egocentrismo è una conquista di libertà.
Essere ossessionati e preoccupati dal nostro aspetto, è un problema nostro; ma essere guardati e giudicati dagli altri è un problema loro.
Bisogna andare oltre noi stessi e abbracciare il nostro aspetto. La bellezza vera è ciò che ci rende diversi. Diversi da tutti gli altri perché ci rende più saggi.
Tutti diventiamo vecchi e rugosi.
E’ una battaglia che si perde, ma si può vincere con l’essere felici, ora. Con il godere di ogni momento con i figli, la famiglia, gli amici. E con l’amico speciale che siamo noi quando trascendiamo l’apparenza e smettiamo di giustificare il nostro aspetto, le sue cicatrici, la sua storia.
Quello di cui dovremmo veramente essere ossessionati è la nostra bellezza interiore, il nostro sorriso, la nostra gentilezza. La nostra forza.
Facciamoci un bel regalo. Fissiamo fin da ora, e per il prosieguo della nostra vita, quegli aspetti interiori la cui bellezza non sfiorisce mai.
I problemi di apparenza occupano i nostri pensieri e cerchiamo in ogni modo di correggerli con creme, apparecchi, trucchi, diete, palestra, chirurgia.
Cosa ne discende? Che il mondo è un palcoscenico e l’identità è solo un costume che condiziona la nostra vita!
Tutto inizia con il tribunale severo del giudizio estetico. Col confronto dei modelli altrui. Con le foto speciali ritoccate allo specchio. Col dover apparire perfetti in ogni circostanza.
E’ una gabbia che porta ai tempi supplementari della vita, alle delusioni e all'inarrestabile adattamento del corpo alle nostre pazze scelte per trasformarlo.
L’apparenza è diventata un’ossessione.
Peccato che, nell'adottare uno stile di vita esteriore, l’esistenza stessa ha perso di consistenza e profumo.
Trattiamo bene il nostro corpo, pertanto, ma soprattutto miglioriamo il rapporto con la nostra mente. Razionalizziamo i nostri giudizi. Affrontiamo i problemi di ansia che stanno alla radice dei problemi alimentari, se ne abbiamo. Soprattutto prendiamo delle decisioni che qualifichino la nostra vita, come la scelta di un lavoro che ci rende felici. Cambiamo le convinzioni che ci limitano e impariamo a tirare fuori quello che siamo in potenza.
L’apparenza è vissuta come un tutto, ma è ‘solo’ una forma di percezione vincolante, che intrappola le nostre prospettive. Dobbiamo andare un po’ più dentro di noi, con una doppia veduta: esteriore e, soprattutto, interiore.
Smettiamo di credere a tutto ciò che vediamo, sentiamo e, a volte, rimuginiamo. Proviamo a pensare diversamente.
Essere più belli non fornisce una felicità a lungo termine.
Sapere chi siamo e pensare a come essere di aiuto agli altri, invece sì.
Apparire è solo un primo gradino. Quelli successivi riguardano il controllo di immagini e pensieri.
Uscire dall'egocentrismo è una conquista di libertà.
Essere ossessionati e preoccupati dal nostro aspetto, è un problema nostro; ma essere guardati e giudicati dagli altri è un problema loro.
Bisogna andare oltre noi stessi e abbracciare il nostro aspetto. La bellezza vera è ciò che ci rende diversi. Diversi da tutti gli altri perché ci rende più saggi.
Tutti diventiamo vecchi e rugosi.
E’ una battaglia che si perde, ma si può vincere con l’essere felici, ora. Con il godere di ogni momento con i figli, la famiglia, gli amici. E con l’amico speciale che siamo noi quando trascendiamo l’apparenza e smettiamo di giustificare il nostro aspetto, le sue cicatrici, la sua storia.
Quello di cui dovremmo veramente essere ossessionati è la nostra bellezza interiore, il nostro sorriso, la nostra gentilezza. La nostra forza.
Facciamoci un bel regalo. Fissiamo fin da ora, e per il prosieguo della nostra vita, quegli aspetti interiori la cui bellezza non sfiorisce mai.