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'La strada chiusa ...' di Federica Federici

21/7/2016

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Passiamo periodi nella vita in cui gli attimi si susseguono in un continuo stato di fermo immagine e di accelerazioni. Viaggiamo in continui istanti di agitazione e spossatezza, un sali e scendi tra paura e tristezza. Solitamente questo ci capita quando nel nostro quotidiano ci viene chiusa una via della nostra routine, e tutto ci crolla a dosso, tutto ci appare diverso, e dove noi non riusciamo più a riconoscerci e facciamo fatica a trovare il senso alle cose.

La via chiusa, può rappresentare: la conclusione di un rapporto, la perdita del lavoro, qualsiasi cosa importante per noi e che ora manca. Subito ci si trova risucchiati in un limbo e tutto intorno a noi cambia. E’ come se tutta la nostra essenza dipendesse da quell’unica strada che ora non possiamo più percorrere.

Tutto diventa insignificante, senza senso. Siamo attanagliati da una forza che ci blocca e ci costringe a rimanere legati con la mente in quella strada. Una forza che prende lo stomaco ci risucchia l’energia e ci costringe a rimuginare sulla nostra incapacità di non essere riusciti ad impedire che accadesse.
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Un istante dopo, questa forza si trasforma in un’agitazione improvvisa, dove il cuore comincia a battere all’impazzata la pelle si bagna di sudore freddo, la mente comincia a correre……… e la paura ci assale. La paura di non vedere più un futuro senza quella via che percorrevamo ogni giorno, ignari di quello che ci trasmetteva, incapaci di analizzare se ci piaceva o no l’unica cosa che importa è che era LA NOSTRA STRADA, ed ora è stata chiusa definitivamente. Non può più essere mia. Cosa fare?
  1. Restare fermi non fare niente, rimanere ancorati nel passato crogiolandoci nei: “Magari se avessi fatto……… se avessi detto……….” Fino a che le lacrime ed i singhiozzi non ci esauriscono tutte le energie e rimaniamo immobilizzati a letto anestetizzati da qualsiasi stimolo che ci possa aiutare ad uscire da quel tunnel dove ci troviamo e dove ci obblighiamo a stare. “ Via della Depressione”.
  2. Ci proiettiamo nel futuro in modo compulsivo, dove cominciamo ad imboccare tutte le strade che troviamo, ma senza riuscire a vedere dove stiamo andando. Brancoliamo nel buoi, tutto gira veloce, e sentiamo che nessuna strada è quella giusta per noi. Continuiamo a muoverci per tenere tutto in equilibrio e se ci dovessimo fermare tutto crollerà. “Via dell’Ansia”.
  3.  Al momento che la nostra strada viene chiusa, fermarsi, rimanere in contatto, ascoltarci e cominciare a mettere giù un piano d’azione che ci permetta di trovare un nuovo percorso che ci possa far raggiungere il nostro scopo. Non è detto che sceglieremo la strada più comoda e più corta, ma ci muoviamo con consapevolezza verso un qualcosa che sentiamo buono per noi. Non è facile, ma visualizzare il nostro scopo, renderlo reale, viverlo nelle sue sfumature….. nei suoi colori, suoni, odori, nella sua piena essenza, come se fosse già presente, lasciare che l’emozioni prendano vita dentro di noi, sentire il loro effetto, assaporarle proprio come se il nostro traguardo l’avessimo già raggiunto, è la benzina che ci permette di superare tutti gli ostacoli che il nuovo percorso presenta. E’ il motore che ci aiuta a trainare il nostro fardello fino a renderlo sempre più leggero e sostenibile. Vivere il presente e visualizzare il futuro è uno dei modi per cercare di uscire dal pantano in cui cadiamo quando le cose della vita non girano come vorremmo e cercare risorse per trovare nuove soluzioni. Via della Motivazione.

Sarebbe interessante condividere altre modalità di comportamenti che mettiamo in atto quando troviamo chiusa una delle nostre strade.




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