Ho avuto la fortuna di incontrare, nel mio percorso di studi, insegnanti che mi hanno fatto amare la Storia. Mi colpiva sentire i miei coetanei lamentare che per loro lo studio della Storia si riduceva a elenchi di nomi e date da imparare a memoria; la Storia, così come l’andavo scoprendo io, era fatta di persone, con le loro esperienze, aspirazioni, ideali. Vite certamente filtrate, nella maggior parte dei casi, da ricostruzioni scritte da altri, ma, comunque, vite. E mi affascinava il pensiero che anche i documenti tramandati fossero creazione di altri uomini, certamente condizionati da chissà quali pensieri, quali filtri, quali scopi...
Nel corso degli anni ne ho fatto materia di studio ed ho acquisito gli strumenti che mi hanno permesso di condurre ricerche storiche attraverso fonti scritte, dalle pergamene del Duecento alle carte dell’Otto/Novecento. Tutto narrava di persone. Tutto narrava di vita.
Ed a chi etichettava il mio lavoro come un noioso ruminare d’archivio, opponevo divertita la riflessione dello storico Giorgio Cracco sulla ricerca storica: "[...]non fuga dal mondo di oggi, isolamento nel passato, alienazione, ma consapevolezza dell'attualità, una scoperta paziente (tessera dopo tessera) della propria identità e della propria partecipazione al vivere quotidiano, un servizio mai stanco (attraverso il riconoscimento dell'altro e del diverso) che si rende all'uomo e alla sua grandezza. [...]”.
Cracco e altri maestri hanno sottolineato l’importanza di non scindere, nel lavoro di ricerca storica, il passato dal presente...e dal futuro.
La vita, poi, mi ha portato a percorrere strade nuove, non previste, a tratti sconosciute. Sempre però a contatto con altre persone e con responsabilità crescenti. Queste esperienze mi stanno facendo appassionare alla Storia che si svolge e si racconta in diretta, che richiede strumenti e competenze adeguati per conoscerne le dinamiche e farne materia di riflessione per il futuro.
Sono quindi curiosa di vivere l’esperienza del prossimo seminario condotto da Francesca Marchegiano “Storytelling: le storie che incantano”. Sarà emozionante mettersi in gioco e provare ad andare oltre il racconto che conferma ciò in cui crediamo, che ci dà conforto, per scoprire ciò che è taciuto e che magari è la chiave di volta per le nostre vite.
Quale che sia il filtro, nostro o altrui, le storie, come scrive Francesca Marchegiano, “[...] sono come gli alberi: ci danno ossigeno per vivere, senza non c'è futuro”.
Nel corso degli anni ne ho fatto materia di studio ed ho acquisito gli strumenti che mi hanno permesso di condurre ricerche storiche attraverso fonti scritte, dalle pergamene del Duecento alle carte dell’Otto/Novecento. Tutto narrava di persone. Tutto narrava di vita.
Ed a chi etichettava il mio lavoro come un noioso ruminare d’archivio, opponevo divertita la riflessione dello storico Giorgio Cracco sulla ricerca storica: "[...]non fuga dal mondo di oggi, isolamento nel passato, alienazione, ma consapevolezza dell'attualità, una scoperta paziente (tessera dopo tessera) della propria identità e della propria partecipazione al vivere quotidiano, un servizio mai stanco (attraverso il riconoscimento dell'altro e del diverso) che si rende all'uomo e alla sua grandezza. [...]”.
Cracco e altri maestri hanno sottolineato l’importanza di non scindere, nel lavoro di ricerca storica, il passato dal presente...e dal futuro.
La vita, poi, mi ha portato a percorrere strade nuove, non previste, a tratti sconosciute. Sempre però a contatto con altre persone e con responsabilità crescenti. Queste esperienze mi stanno facendo appassionare alla Storia che si svolge e si racconta in diretta, che richiede strumenti e competenze adeguati per conoscerne le dinamiche e farne materia di riflessione per il futuro.
Sono quindi curiosa di vivere l’esperienza del prossimo seminario condotto da Francesca Marchegiano “Storytelling: le storie che incantano”. Sarà emozionante mettersi in gioco e provare ad andare oltre il racconto che conferma ciò in cui crediamo, che ci dà conforto, per scoprire ciò che è taciuto e che magari è la chiave di volta per le nostre vite.
Quale che sia il filtro, nostro o altrui, le storie, come scrive Francesca Marchegiano, “[...] sono come gli alberi: ci danno ossigeno per vivere, senza non c'è futuro”.