Non dubitare di nulla è il mezzo più sicuro per non sapere mai niente”.
(Multatuli)
XI + I = X
Qual è il minor numero possibile di segmenti che si devono spostare per rendere l’equazione precedente matematicamente corretta?
Molte persone rispondono “uno”e si sentono abbastanza soddisfatte di essere arrivate ad una soluzione con un numero così basso. E indubbiamente è vero: basta spostare la prima “I” dall’altro lato a destra della “X”, per far sì che l’equazione risulti corretta. Ma una risposta ancora più corretta è zero. Come? Basta solo ribaltare l’equazione, girandola di 180°, guardandola così da una prospettiva nuova e diversa.
XI + I = X --> X = I + IX
Quando ci confrontiamo con questo genere di problemi, probabilmente sospettiamo o addirittura sappiamo che vi si cela un trucco. Ma nonostante ciò, spesso ci fermiamo alla prima risposta. In questo caso a “uno”. E la differenza fra fermarsi a 1, o arrivare a 0, sta proprio nella capacità di dubitare ciò che si pensa non sia la risposta esatta.
Il cervello umano è meraviglioso ed è in continua evoluzione, ma al tempo stesso è molto pigro e soprattutto abitudinario; tende a processare le informazioni nel modo più conveniente, così che in molti casi la soluzione più semplice viene scelta, talvolta erroneamente, come la più plausibile.
Il dubbio (quello sano e non quello sterile fine a se stesso), invece, è il carburante per il cambiamento ed il miglioramento. Come per Cartesio e per la corrente dello scetticismo metodologico, la capacità di dubitare è alla base del miglioramento delle idee e del progresso della conoscenza in generale.
È dunque il motore del’innovazione.
Per cui, tornando all’equazione iniziale, acquisire la capacità e l’abitudine di dubitare di quella che sembra la risposta corretta e magari immediata,risulta fondamentale per trovare la soluzione giusta al problema. E questo passaggio all’apparenza semplice, ha implicazioni enormi a qualsiasi livello e in qualunque campo. Spesso infatti, dopo un’analisi iniziale, ci si adagia in una zona di confort costituita da pensieri e modi d’agire reiteratamente impiegati, perdendo così la possibilità di sviscerare nel profondo il problema e trovare la soluzione migliore. Pertanto, per dubitare in maniera efficiente, è necessario avere un’apertura mentale adeguata. Facciamo un esempio: immaginiamo di avere un’impresa al vertice del mercato. A quest’ultimo viene attribuita, soprattutto negli ultimi decenni, la principale caratteristica di essere in continuo mutamento. Il mercato si evolve costantemente. Cambia ogni secondo. E le imprese che desiderano rimanere al vertice, o tentare la scalata, devono per forza di cose adattarsi a questa mutabilità.
(Multatuli)
XI + I = X
Qual è il minor numero possibile di segmenti che si devono spostare per rendere l’equazione precedente matematicamente corretta?
Molte persone rispondono “uno”e si sentono abbastanza soddisfatte di essere arrivate ad una soluzione con un numero così basso. E indubbiamente è vero: basta spostare la prima “I” dall’altro lato a destra della “X”, per far sì che l’equazione risulti corretta. Ma una risposta ancora più corretta è zero. Come? Basta solo ribaltare l’equazione, girandola di 180°, guardandola così da una prospettiva nuova e diversa.
XI + I = X --> X = I + IX
Quando ci confrontiamo con questo genere di problemi, probabilmente sospettiamo o addirittura sappiamo che vi si cela un trucco. Ma nonostante ciò, spesso ci fermiamo alla prima risposta. In questo caso a “uno”. E la differenza fra fermarsi a 1, o arrivare a 0, sta proprio nella capacità di dubitare ciò che si pensa non sia la risposta esatta.
Il cervello umano è meraviglioso ed è in continua evoluzione, ma al tempo stesso è molto pigro e soprattutto abitudinario; tende a processare le informazioni nel modo più conveniente, così che in molti casi la soluzione più semplice viene scelta, talvolta erroneamente, come la più plausibile.
Il dubbio (quello sano e non quello sterile fine a se stesso), invece, è il carburante per il cambiamento ed il miglioramento. Come per Cartesio e per la corrente dello scetticismo metodologico, la capacità di dubitare è alla base del miglioramento delle idee e del progresso della conoscenza in generale.
È dunque il motore del’innovazione.
Per cui, tornando all’equazione iniziale, acquisire la capacità e l’abitudine di dubitare di quella che sembra la risposta corretta e magari immediata,risulta fondamentale per trovare la soluzione giusta al problema. E questo passaggio all’apparenza semplice, ha implicazioni enormi a qualsiasi livello e in qualunque campo. Spesso infatti, dopo un’analisi iniziale, ci si adagia in una zona di confort costituita da pensieri e modi d’agire reiteratamente impiegati, perdendo così la possibilità di sviscerare nel profondo il problema e trovare la soluzione migliore. Pertanto, per dubitare in maniera efficiente, è necessario avere un’apertura mentale adeguata. Facciamo un esempio: immaginiamo di avere un’impresa al vertice del mercato. A quest’ultimo viene attribuita, soprattutto negli ultimi decenni, la principale caratteristica di essere in continuo mutamento. Il mercato si evolve costantemente. Cambia ogni secondo. E le imprese che desiderano rimanere al vertice, o tentare la scalata, devono per forza di cose adattarsi a questa mutabilità.