“Considerato quanto poco sappiamo,
la certezza che abbiamo delle nostre convinzioni è assurda;
ed è anche essenziale”
D. Kahneman
Credere in “qualcosa” fa parte dell’essenza stessa dell’Uomo.
È un bisogno, una esigenza ancestrale che ci permette di strutturare il modo di percepire e interagire con la realtà fisica e soprattutto psicologica che ci circonda.
Fin da piccoli sviluppiamo delle convinzioni che ci guidano lungo la nostra crescita, ci permettono di scegliere e a volte determinano anche il nostro destino e quello degli altri.
Nel momento in cui usciamo dalla nostra comfort zone queste certezze possono essere fortemente messe in discussione, criticate, derise o al contrario affermate, condivise e supportate
A volte si scatena una vera e propria “guerra” interiore ed esteriore con l’altro; il fatto di vedere messe in discussione le nostre basi, il nostro profondo credo ci fa alterare. Percepiamo un attacco alla nostro “io” più profondo, la parte nascosta di noi stessi che vogliamo proteggere e preservare.
Ci indispettiamo, ci alteriamo e arrabbiamo dato che vedere messe in discussione le nostre convinzioni e credenze sgretolerebbe in parte la “realtà” che ci siamo costruiti nel tempo e che percepiamo. Per le nostre credenze più radicate diventa un vero e proprio attacco al nostro “Essere” e pertanto la legittima difesa psicologica e a volte anche fisica diventa una necessità consequenziale e legittimata.
Da questo scontro non escono né vincitori né vinti; a volte riusciamo a far prevalere le nostre ragioni ma in fondo ma con un sapore amaro in bocca.
Capire e capirsi è un viaggio personale di continua crescita; spesso non c’è giusto o sbagliato ma cosa utile e cosa meno utile per noi stessi.
Preservare la nostra identità e quella degli altri al tempo stesso aiuta a creare unione e condivisione; una condivisione vera e profonda, senza secondi fini, che unisce parti differenti preservando la singolarità di ognuno.
Riconoscere la nostra unicità anche nell’altro supporta una comunicazione a doppia via che diventa scambio e crescita basata sul rispetto.
Si possono avere visioni differenti.
La svolta non è tanto annichilire una a scapito delle altre ma bensì riuscire a farle convivere pacificamente in noi stessi e negli altri.
Copyright Lorenzo Savioli anteprima editoriale riservata
la certezza che abbiamo delle nostre convinzioni è assurda;
ed è anche essenziale”
D. Kahneman
Credere in “qualcosa” fa parte dell’essenza stessa dell’Uomo.
È un bisogno, una esigenza ancestrale che ci permette di strutturare il modo di percepire e interagire con la realtà fisica e soprattutto psicologica che ci circonda.
Fin da piccoli sviluppiamo delle convinzioni che ci guidano lungo la nostra crescita, ci permettono di scegliere e a volte determinano anche il nostro destino e quello degli altri.
Nel momento in cui usciamo dalla nostra comfort zone queste certezze possono essere fortemente messe in discussione, criticate, derise o al contrario affermate, condivise e supportate
A volte si scatena una vera e propria “guerra” interiore ed esteriore con l’altro; il fatto di vedere messe in discussione le nostre basi, il nostro profondo credo ci fa alterare. Percepiamo un attacco alla nostro “io” più profondo, la parte nascosta di noi stessi che vogliamo proteggere e preservare.
Ci indispettiamo, ci alteriamo e arrabbiamo dato che vedere messe in discussione le nostre convinzioni e credenze sgretolerebbe in parte la “realtà” che ci siamo costruiti nel tempo e che percepiamo. Per le nostre credenze più radicate diventa un vero e proprio attacco al nostro “Essere” e pertanto la legittima difesa psicologica e a volte anche fisica diventa una necessità consequenziale e legittimata.
Da questo scontro non escono né vincitori né vinti; a volte riusciamo a far prevalere le nostre ragioni ma in fondo ma con un sapore amaro in bocca.
Capire e capirsi è un viaggio personale di continua crescita; spesso non c’è giusto o sbagliato ma cosa utile e cosa meno utile per noi stessi.
Preservare la nostra identità e quella degli altri al tempo stesso aiuta a creare unione e condivisione; una condivisione vera e profonda, senza secondi fini, che unisce parti differenti preservando la singolarità di ognuno.
Riconoscere la nostra unicità anche nell’altro supporta una comunicazione a doppia via che diventa scambio e crescita basata sul rispetto.
Si possono avere visioni differenti.
La svolta non è tanto annichilire una a scapito delle altre ma bensì riuscire a farle convivere pacificamente in noi stessi e negli altri.
Copyright Lorenzo Savioli anteprima editoriale riservata