Cammino lentamente seguendo lo stretto sentiero curvilineo, costeggiando un mare assolato e pigro dopo che le sue onde furiose hanno sferzato l’antica costa di arenaria.
Seguendo con lo sguardo le linee di sedimenti, verso l’alto vicino la sommità, vedo un intricato e complesso gioco di radici e di rizomi che entrano ed escono dagli strati scoscesi di antiche sabbie depositate dal mare, dal vento e dalle piogge. Pioggia che poche ore prima è scesa copiosa ravvivando il profumo del pino del lentischio dell’alloro dell’elicriso, miriade di profumi della macchia mediterranea mossi dalla brezza e dalle particelle di sale ancora presenti nell’aria.
Tra le radici un lieve rumore di acqua, sottili rigagnoli serpeggiano, modificando repentinamente il percorso sospinti dalla gravità per riunirsi all’improvviso dove il mare ha spianato e levigato le rocce più basse.
Scorrendo tra avvallamenti scolpiti dal tempo e dalle onde, questa linfa ricca di nutrimenti, di minerali, di olii essenziali, giunge su un anfratto roccioso prospicente al mare, riempiendo questa vasca naturale. Sorprendente la rapidità e l’efficacia della vita; in poche ore piccoli organismi pulsano e al mio avvicinarmi si rifugiano tra sassi e crepe.
Soffermo il pensiero a questa meraviglia; un’asperità diventa lo “spazio” per l’avvio di un nuovo e unico ciclo vitale. Quella pozza nella roccia, simbolo del l’importanza di creare un “luogo” dove portare la mia intenzione, il mio pensiero. Mi identifico attraverso l’ascolto del respiro, della sua naturalezza e ciclicità. Rallento ulteriormente .
Mi allontano e mi avvicino, la prospettiva è mutevole, il respiro elastico. L’aria che mi riempie è generosa, la mia espirazione liberatoria. Ad ogni espirazione le immagini e i progetti, si delineano più nitidamente, senza accavallarsi e senza frenesia.
La temporaneità di questa piccola piscina di acqua dolce, ai miei occhi pare non soggiacere al tempo a conosciuto e codificato. Non percepisco lo scompiglio della provvisorietà anzi, una tangibilità danzante dove nutrimento ed energia vitale sorridono e sono il presente, l’assoluto. Qui ora adesso, in quella pozza e forse molto, molto oltre.
Seguendo con lo sguardo le linee di sedimenti, verso l’alto vicino la sommità, vedo un intricato e complesso gioco di radici e di rizomi che entrano ed escono dagli strati scoscesi di antiche sabbie depositate dal mare, dal vento e dalle piogge. Pioggia che poche ore prima è scesa copiosa ravvivando il profumo del pino del lentischio dell’alloro dell’elicriso, miriade di profumi della macchia mediterranea mossi dalla brezza e dalle particelle di sale ancora presenti nell’aria.
Tra le radici un lieve rumore di acqua, sottili rigagnoli serpeggiano, modificando repentinamente il percorso sospinti dalla gravità per riunirsi all’improvviso dove il mare ha spianato e levigato le rocce più basse.
Scorrendo tra avvallamenti scolpiti dal tempo e dalle onde, questa linfa ricca di nutrimenti, di minerali, di olii essenziali, giunge su un anfratto roccioso prospicente al mare, riempiendo questa vasca naturale. Sorprendente la rapidità e l’efficacia della vita; in poche ore piccoli organismi pulsano e al mio avvicinarmi si rifugiano tra sassi e crepe.
Soffermo il pensiero a questa meraviglia; un’asperità diventa lo “spazio” per l’avvio di un nuovo e unico ciclo vitale. Quella pozza nella roccia, simbolo del l’importanza di creare un “luogo” dove portare la mia intenzione, il mio pensiero. Mi identifico attraverso l’ascolto del respiro, della sua naturalezza e ciclicità. Rallento ulteriormente .
Mi allontano e mi avvicino, la prospettiva è mutevole, il respiro elastico. L’aria che mi riempie è generosa, la mia espirazione liberatoria. Ad ogni espirazione le immagini e i progetti, si delineano più nitidamente, senza accavallarsi e senza frenesia.
La temporaneità di questa piccola piscina di acqua dolce, ai miei occhi pare non soggiacere al tempo a conosciuto e codificato. Non percepisco lo scompiglio della provvisorietà anzi, una tangibilità danzante dove nutrimento ed energia vitale sorridono e sono il presente, l’assoluto. Qui ora adesso, in quella pozza e forse molto, molto oltre.