In questi giorni di lockdown in casa, non mi sono mai sentita sola e neanche in perfetto silenzio, nonostante fossi fisicamente da sola. Mi accorsi subito che avevo tante voci e tanti pensieri con sfumature e toni diversi che mi sussurravano cosa fare, cosa immaginare, se avere paura, se gioire, cosa inventare, di cosa rimproverarmi.
Ogni giorno mi sembrava di sedermi a tavola con un gruppo di persone che man mano aumentavano, persone dentro di me che mi facevano emozionare dalla gioia alla tristezza, dalla paura al coraggio e io, seduta capotavola, calmieravo queste voci.
Sono diventata pazza? Eppure è molto divertente ed interessante!
Ogni tanto venivo distolta dall’esterno con video-telefonate o messaggi che interrompevano la “riunione conviviale”.
Mi sono tranquillizzata dall’ansia di essere impazzita quando mi è stato consigliato il libro” Il dialogo delle voci” di Hall e Sidra Stone, (grazie Paolo!) che mi ha fatto comprendere che durante la vita creiamo delle parti di noi o schemi di energia che sono sub-personalità, come trattava anche Roberto Assaggioli (fondatore della psicosintesi). L’ intento di alcune è di farci adattare all’ambiente, altre sono reazioni istintive per poter sopravvivere.
Le parti più tenere sono la nostra parte bambina che nella sua ingenuità e autenticità, crescendo ha dovuto proteggersi. Come nel film “Insight out”, crescendo abbiamo dovuto rinunciare alla nostra isola “Stupidera” che ci rendeva giocosi e magici perché inadeguata e fragile.
Ed è nato dentro di noi anche il bambino impaurito, timoroso, spaurito ed estremamente vulnerabile che richiede protezione. A volte queste parti vengono addirittura rinnegate perché scomode.
Questi sono aspetti delicati che se li riteniamo deboli sono parti vitali che escono solo quando percepiamo l’ambiente non ostile. Quante volte nelle relazioni di cui ci fidiamo e apriamo il cuore, ci sentiamo e ci comportiamo come bambini gioiosi e sono proprio queste parti vulnerabili che riescono a creare quella magica intimità profonda.
Questi giorni li ho incontrati, li ho riconosciuti nei pensieri e nelle emozioni, strappandomi un delicato sorriso.
E’ stato interessante osservare e comprendere che dentro di me c’è proprio una famiglia a cui bisogna dare spazio e riconoscere quando il loro ascolto può essere veramente utile.
Altre voci o schemi di energia si sono costruite durante la nostra crescita, vivendo varie esperienze. Il nostro capo è il controllore / protettore che dirige le nostre azioni e i comportamenti, spesso a nostra insaputa. Una bella tripletta è il critico, il perfezionista e l’attivista, loro mi fanno veramente faticare, a volte sono proprio depauperatori della mia energia o sabotatori: “non va bene che tu sia così!”, “fai qualcosa!”, “vedi che non è ancora perfetto?”
L’attivista si fa sentire subito al mattino, come una sveglia” muoviti che hai un sacco di cose da fare!”, “non vorrai mica stare a letto e perdere tempo?”.
Mentre al telefono ho riconosciuto “la compiacente” che spesso fa coppia con la “brava ragazza” o “la brava figlia”, ha i suoi modi carini, gentili, accondiscendenti e pazienti, vuole piacere ed essere amata. La compiacente ascolta le telefonate delle amiche depresse o arrabbiate e spesso può influenzare il tuo umore, a volte vorresti interrompere la telefonata per sopravvivenza psicologica ma “la compiacente” interviene dicendo” sii comprensiva e accogliente”.
Beh, devo dire che aver preso atto, con distacco e lucidità, di tutte queste parti di me, dalle più ingombranti come il narcisista, o il “so tutto io”, alle più rigide e giudicanti fino alle più tenere e paurose è stato sorprendente. Ho notato che ogni tanto si aggiunge qualche nuovo componente alla famiglia a cui ho imparato a dare il benvenuto senza giudizio.
Cercare di rimanere sempre capotavola per vedere tutti e governare il dialogo è impegnativo. Mi sono accorta come qualche componente della famiglia, un po’ nascosto, assomiglia molto a qualche persona che conosco e che mi dà molto fastidio e qualche altro componente mi ricorda qualche amico che adoro e con cui provo affinità e simpatia.
Pensa te, che proiezioni!
Ora comprendo che quando incontro una persona sicuramente incontro anche la sua famiglia interiore e durante la relazione usciranno i vari componenti che dovranno relazionarsi con i miei. Che impegno!
Inoltre se riconosco e accolgo tutti i miei schemi di energia, anche quelli più rinnegati senza giudizio posso rispettare anche quelli degli altri.
Accogliere e rispettare i propri aspetti di sé senza identificarsi mi fa sentire come essere un maestro d’orchestra che sceglie quali strumenti far suonare e quando, e mi aiuta a volte ad evitare quei conflitti interiori che mi creano malumore e smarrimento.
Ogni giorno mi sembrava di sedermi a tavola con un gruppo di persone che man mano aumentavano, persone dentro di me che mi facevano emozionare dalla gioia alla tristezza, dalla paura al coraggio e io, seduta capotavola, calmieravo queste voci.
Sono diventata pazza? Eppure è molto divertente ed interessante!
Ogni tanto venivo distolta dall’esterno con video-telefonate o messaggi che interrompevano la “riunione conviviale”.
Mi sono tranquillizzata dall’ansia di essere impazzita quando mi è stato consigliato il libro” Il dialogo delle voci” di Hall e Sidra Stone, (grazie Paolo!) che mi ha fatto comprendere che durante la vita creiamo delle parti di noi o schemi di energia che sono sub-personalità, come trattava anche Roberto Assaggioli (fondatore della psicosintesi). L’ intento di alcune è di farci adattare all’ambiente, altre sono reazioni istintive per poter sopravvivere.
Le parti più tenere sono la nostra parte bambina che nella sua ingenuità e autenticità, crescendo ha dovuto proteggersi. Come nel film “Insight out”, crescendo abbiamo dovuto rinunciare alla nostra isola “Stupidera” che ci rendeva giocosi e magici perché inadeguata e fragile.
Ed è nato dentro di noi anche il bambino impaurito, timoroso, spaurito ed estremamente vulnerabile che richiede protezione. A volte queste parti vengono addirittura rinnegate perché scomode.
Questi sono aspetti delicati che se li riteniamo deboli sono parti vitali che escono solo quando percepiamo l’ambiente non ostile. Quante volte nelle relazioni di cui ci fidiamo e apriamo il cuore, ci sentiamo e ci comportiamo come bambini gioiosi e sono proprio queste parti vulnerabili che riescono a creare quella magica intimità profonda.
Questi giorni li ho incontrati, li ho riconosciuti nei pensieri e nelle emozioni, strappandomi un delicato sorriso.
E’ stato interessante osservare e comprendere che dentro di me c’è proprio una famiglia a cui bisogna dare spazio e riconoscere quando il loro ascolto può essere veramente utile.
Altre voci o schemi di energia si sono costruite durante la nostra crescita, vivendo varie esperienze. Il nostro capo è il controllore / protettore che dirige le nostre azioni e i comportamenti, spesso a nostra insaputa. Una bella tripletta è il critico, il perfezionista e l’attivista, loro mi fanno veramente faticare, a volte sono proprio depauperatori della mia energia o sabotatori: “non va bene che tu sia così!”, “fai qualcosa!”, “vedi che non è ancora perfetto?”
L’attivista si fa sentire subito al mattino, come una sveglia” muoviti che hai un sacco di cose da fare!”, “non vorrai mica stare a letto e perdere tempo?”.
Mentre al telefono ho riconosciuto “la compiacente” che spesso fa coppia con la “brava ragazza” o “la brava figlia”, ha i suoi modi carini, gentili, accondiscendenti e pazienti, vuole piacere ed essere amata. La compiacente ascolta le telefonate delle amiche depresse o arrabbiate e spesso può influenzare il tuo umore, a volte vorresti interrompere la telefonata per sopravvivenza psicologica ma “la compiacente” interviene dicendo” sii comprensiva e accogliente”.
Beh, devo dire che aver preso atto, con distacco e lucidità, di tutte queste parti di me, dalle più ingombranti come il narcisista, o il “so tutto io”, alle più rigide e giudicanti fino alle più tenere e paurose è stato sorprendente. Ho notato che ogni tanto si aggiunge qualche nuovo componente alla famiglia a cui ho imparato a dare il benvenuto senza giudizio.
Cercare di rimanere sempre capotavola per vedere tutti e governare il dialogo è impegnativo. Mi sono accorta come qualche componente della famiglia, un po’ nascosto, assomiglia molto a qualche persona che conosco e che mi dà molto fastidio e qualche altro componente mi ricorda qualche amico che adoro e con cui provo affinità e simpatia.
Pensa te, che proiezioni!
Ora comprendo che quando incontro una persona sicuramente incontro anche la sua famiglia interiore e durante la relazione usciranno i vari componenti che dovranno relazionarsi con i miei. Che impegno!
Inoltre se riconosco e accolgo tutti i miei schemi di energia, anche quelli più rinnegati senza giudizio posso rispettare anche quelli degli altri.
Accogliere e rispettare i propri aspetti di sé senza identificarsi mi fa sentire come essere un maestro d’orchestra che sceglie quali strumenti far suonare e quando, e mi aiuta a volte ad evitare quei conflitti interiori che mi creano malumore e smarrimento.