SERENDIPITA’: CERCARE L’AGO IN UN PAGLIAIO E TROVARCI LA FIGLIA DEL CONTADINO.
Esiste la magia? E se si potesse applicare alla vita come si manifesterebbe?
Fin da piccola sono stata affascinata dalla magia. Ricordo che i miei cartoni animati preferiti erano proprio quelli dove la magia e l’uso della magia erano il tema centrale. Tant’è che ancora oggi mi diverte entrare in mondi fantastici come in quello di Harry Potter o delle Cronache di Narnia!
Ma per andare un po’ sotto la superficie mi domando: “Esiste la magia? E se si potesse applicare alla vita come si manifesterebbe?”
E, a tal proposito il concetto di serendipità mi viene in aiuto.
I TRE PRINCIPI DI SERENDIPPO
I Tre Principi di Serendippo è un racconto degli inizi del ‘700 di Walpole ispirato dalla lettura di un libro italiano del Cinquecento.
Il termine "serendipity" fu coniato dallo stesso scrittore, e deriva da Serendip, l’antico nome dello Sri Lanka: si racconta in alcune fiabe di principi del paese che trovarono sul loro cammino una serie di indizi che in più occasioni li salvarono.
Nel racconto i tre principi di Serendippo trovavano o si imbattevano sempre in ciò di cui avevano desiderio o bisogno, “per la fortuna di una felice casualità”, utile per uscire da circostanze difficili o di importanza vitale, riguardanti o amici o sconosciuti o essi stessi.
Facevano sempre scoperte, per puro caso, in modo fortuito, di cose che non stavano cercando. La loro sagacia gli permetteva di cogliere la fortuna al volo, di fare incontri imprevisti fortunati e benefici. Tutto apparentemente per caso.
I casi più celebri di serendipity sono ad esempio la scoperta del continente americano da parte di Cristofolo Colombo o la penicillina scoperta da Fleming. E ce ne sono tantissimi altri, dal microonde al Post-it.
CHE COS’E’ QUINDI LA SERENDIPITA’?
C’è sempre qualcosa di magico e di misterioso a quanto accade o è dovuto ad un caso fortuito. Rimango sempre a bocca aperta, come una bambina quando accade. Stupita. Meravigliata. Per Socrate “la meraviglia è la passione di un filosofo”. Coltivare quindi la possibilità di stupirsi e meravigliarsi è la magia della vita?
Penso a quante volte sono entrata in libreria cercando un libro specifico ed un titolo di un altro libro ha richiamato la mia attenzione, permettendomi di conoscere qualcosa che fino a prima ignoravo.
Nella Bibbia troviamo scritto “Bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato”. Questa visione positiva di un mondo accogliente aiuta a vivere meglio e a reagire in modo più positivo cavandosela in casi non facili.
La serendipità è quindi uno stato di veglia o di attenzione che permette di vedere e comprendere al volo ciò di cui necessitiamo e che non cercavamo in quel momento e nemmeno in quel posto e che quindi consente di trovare per caso ciò di cui abbiamo bisogno o desiderio, cose importanti, vitali, che aiutano, o cose semplicemente utili. La serendipità è di più del caso o della sincronicità o della pura coincidenza. È un ponte tra raziocinio ed intuizione. E, attraverso l’azione, si manifesta.
Il monito è quello di guardare alle cose senza schemi prestabiliti. Di affrontare la vita con occhi aperti, cuore puro e mente spalancata. È quello di affidarsi alla vita, di cercare e di essere pronti a trovare anche ciò che non stavamo cercando.
E LA MAGIA?
Beh, la magia è lasciare che questo accada.
Coraggio ed intuizione sembrerebbero gli ingredienti. Insieme a lentezza, silenzio interiore, saggezza e predisposizione. Senza tralasciare il fare.
Per sperimentare la serendipità occorre non avere aspettative – diventando così più bravi a vedere quello che di solito non riusciamo a vedere. Continuare a cercare, coltivare la curiosità, la passione per la conoscenza, il desiderio di imparare. Allenarsi all’osservazione neutrale delle cose e di sé, sospendendo il giudizio, pensieri che ci assorbono e schemi mentali fissi.
“Serendipity significa apri gli occhi ogni mattina, per vedere il nuovo giorno così luminoso e impazzire…è una parola vera, vuol dire l’abilità di trovare piacere, eccitazione e felicità in tutto ciò che accade, non importa quanto inatteso” – Insieme a Parigi, 1964.
“Esiste un’intelligenza che governa ogni singola cosa e tutta la realtà indirizzandola nel modo migliore” – Platone
Esiste la magia? E se si potesse applicare alla vita come si manifesterebbe?
Fin da piccola sono stata affascinata dalla magia. Ricordo che i miei cartoni animati preferiti erano proprio quelli dove la magia e l’uso della magia erano il tema centrale. Tant’è che ancora oggi mi diverte entrare in mondi fantastici come in quello di Harry Potter o delle Cronache di Narnia!
Ma per andare un po’ sotto la superficie mi domando: “Esiste la magia? E se si potesse applicare alla vita come si manifesterebbe?”
E, a tal proposito il concetto di serendipità mi viene in aiuto.
I TRE PRINCIPI DI SERENDIPPO
I Tre Principi di Serendippo è un racconto degli inizi del ‘700 di Walpole ispirato dalla lettura di un libro italiano del Cinquecento.
Il termine "serendipity" fu coniato dallo stesso scrittore, e deriva da Serendip, l’antico nome dello Sri Lanka: si racconta in alcune fiabe di principi del paese che trovarono sul loro cammino una serie di indizi che in più occasioni li salvarono.
Nel racconto i tre principi di Serendippo trovavano o si imbattevano sempre in ciò di cui avevano desiderio o bisogno, “per la fortuna di una felice casualità”, utile per uscire da circostanze difficili o di importanza vitale, riguardanti o amici o sconosciuti o essi stessi.
Facevano sempre scoperte, per puro caso, in modo fortuito, di cose che non stavano cercando. La loro sagacia gli permetteva di cogliere la fortuna al volo, di fare incontri imprevisti fortunati e benefici. Tutto apparentemente per caso.
I casi più celebri di serendipity sono ad esempio la scoperta del continente americano da parte di Cristofolo Colombo o la penicillina scoperta da Fleming. E ce ne sono tantissimi altri, dal microonde al Post-it.
CHE COS’E’ QUINDI LA SERENDIPITA’?
C’è sempre qualcosa di magico e di misterioso a quanto accade o è dovuto ad un caso fortuito. Rimango sempre a bocca aperta, come una bambina quando accade. Stupita. Meravigliata. Per Socrate “la meraviglia è la passione di un filosofo”. Coltivare quindi la possibilità di stupirsi e meravigliarsi è la magia della vita?
Penso a quante volte sono entrata in libreria cercando un libro specifico ed un titolo di un altro libro ha richiamato la mia attenzione, permettendomi di conoscere qualcosa che fino a prima ignoravo.
Nella Bibbia troviamo scritto “Bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato”. Questa visione positiva di un mondo accogliente aiuta a vivere meglio e a reagire in modo più positivo cavandosela in casi non facili.
La serendipità è quindi uno stato di veglia o di attenzione che permette di vedere e comprendere al volo ciò di cui necessitiamo e che non cercavamo in quel momento e nemmeno in quel posto e che quindi consente di trovare per caso ciò di cui abbiamo bisogno o desiderio, cose importanti, vitali, che aiutano, o cose semplicemente utili. La serendipità è di più del caso o della sincronicità o della pura coincidenza. È un ponte tra raziocinio ed intuizione. E, attraverso l’azione, si manifesta.
Il monito è quello di guardare alle cose senza schemi prestabiliti. Di affrontare la vita con occhi aperti, cuore puro e mente spalancata. È quello di affidarsi alla vita, di cercare e di essere pronti a trovare anche ciò che non stavamo cercando.
E LA MAGIA?
Beh, la magia è lasciare che questo accada.
Coraggio ed intuizione sembrerebbero gli ingredienti. Insieme a lentezza, silenzio interiore, saggezza e predisposizione. Senza tralasciare il fare.
Per sperimentare la serendipità occorre non avere aspettative – diventando così più bravi a vedere quello che di solito non riusciamo a vedere. Continuare a cercare, coltivare la curiosità, la passione per la conoscenza, il desiderio di imparare. Allenarsi all’osservazione neutrale delle cose e di sé, sospendendo il giudizio, pensieri che ci assorbono e schemi mentali fissi.
“Serendipity significa apri gli occhi ogni mattina, per vedere il nuovo giorno così luminoso e impazzire…è una parola vera, vuol dire l’abilità di trovare piacere, eccitazione e felicità in tutto ciò che accade, non importa quanto inatteso” – Insieme a Parigi, 1964.
“Esiste un’intelligenza che governa ogni singola cosa e tutta la realtà indirizzandola nel modo migliore” – Platone