“Ti è dato vivere ciò per cui sei pronto. I livelli di esperienza coincidono con la tua crescita personale”. (Stephen Littleword)
“Non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” , diceva Seneca.
Frase potente, evocativa, che rende perfettamente l’idea di quanto sia fondamentale definire “la rotta ideale” prima di imbarcarsi ed intraprendere il proprio viaggio.
Ed ogni rotta, ardua o semplice che sia, è sempre definita da 2 punti imprescindibili: la partenza e l’arrivo.
Pianificare con attenzione il proprio percorso è sicuramente importante, ma tutti gli sforzi diventano irrilevanti se prima non si decidono con precisione un punto di inizio e la meta che si desidera raggiungere.
Rischiamo di sprecare energie inutilmente, di arrivare impreparati alle sfide che inevitabilmente dovremo affrontare e di non riuscire a conseguire nessuno degli obiettivi prefissati.
Ognuno di noi è ben consapevole di avere degli obiettivi. Possono essere più o meno specifici, più o meno a lungo termine, ma sicuramente li abbiamo e cerchiamo di portarli avanti ogni giorno.
Ma è proprio così? Siamo davvero sicuri che i nostri obiettivi siano i nostri VERI obiettivi? Siamo convinti di aver ridotto al minimo lo spreco di energie preziose?
Spesso non è facile dare una risposta a questa domanda e ancor più spesso non è facile riuscire a porsi, umilmente, in discussione. La nostra naturale tendenza all’orgoglio, mista alla paura del giudizio (anche e soprattutto da parte di noi stessi),ci porta il più delle volte ad adottare comportamenti superficiali. Come conseguenza si inibisce la nostra capacità di metterci razionalmente in discussione (la vera chiave di volta della crescita).
Così facendo impediamo a qualunque domanda di arrivare nelle profondità della nostra anima e di far fiorire il nostro mondo interiore, privandoci di un mezzo potente per verificare la nostra rotta e per reindirizzarla.
Dunque come possiamo ottimizzare il nostro tempo ed utilizzare meglio le nostre risorse?
Il primo step, come ricordato in precedenza, è sicuramente quello di porsi in discussione, conditio sine qua non per creare un terreno fertile all’analisi ed al cambiamento.
Successivamente è necessario fare chiarezza delle attività in cui si è impegnati e dei propri obiettivi: è difficile riuscire a fare passi avanti se prima non si riesce a prendere consapevolezza di questi due parametri. Sarebbe come voler partire per un viaggio senza aver prima deciso il luogo di partenza e la destinazione.
Non deve però trarre in inganno l’apparente semplicità di questo passaggio: è proprio da questa sua caratteristica che scaturiscono i problemi. Da un lato, infatti, vi è il rischio di affrontarlo con eccessiva superficialità, con il rischio (se non la certezza) di ritornare alla situazione iniziale. Dall’altro vi è l’effettiva difficoltà a selezionare e distinguere correttamente mezzi ed obiettivi fondamentali da quelli secondari o addirittura inutili.
Acquisire consapevolezza è dunque alla base di una triplice serie d’azioni:
1-capire cosa sia giusto mantenere e consolidare
2- capire cosa sia necessario abbandonare e rimuovere
3- capire cosa sia necessario imparare ed acquisire
Un primo passo pratico per cominciare questa personale analisi è sicuramente quello di compiere un focusing adeguato su queste 3 componenti, partendo da uno spettro generale per poi analizzarli singolarmente più nel dettaglio. Può essere utile porsi alcune domande come: “Quali sono i pensieri che ti impegnano in questo periodo? Cosa stai cercando? Qual è il tuo sogno? Hai veramente il desiderio di farlo?”
Riuscire a mettere in moto questo meccanismo, a oliare gli ingranaggi di questo processo volto a un cambiamento tutto al positivo è già un enorme passo in avanti verso la scoperta del nostro vero potenziale.
Prendere dunque consapevolezza di quelli che sono i nostri veri obiettivi e la nostra attuale situazione, permette di attingere alle nostre energie ancestrali più profonde e di far fiorire il nostro nuovo mondo di libertà.
Libertà di esprimersi,
Libertà di esplorarsi,
Libertà di Essere.
“Non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” , diceva Seneca.
Frase potente, evocativa, che rende perfettamente l’idea di quanto sia fondamentale definire “la rotta ideale” prima di imbarcarsi ed intraprendere il proprio viaggio.
Ed ogni rotta, ardua o semplice che sia, è sempre definita da 2 punti imprescindibili: la partenza e l’arrivo.
Pianificare con attenzione il proprio percorso è sicuramente importante, ma tutti gli sforzi diventano irrilevanti se prima non si decidono con precisione un punto di inizio e la meta che si desidera raggiungere.
Rischiamo di sprecare energie inutilmente, di arrivare impreparati alle sfide che inevitabilmente dovremo affrontare e di non riuscire a conseguire nessuno degli obiettivi prefissati.
Ognuno di noi è ben consapevole di avere degli obiettivi. Possono essere più o meno specifici, più o meno a lungo termine, ma sicuramente li abbiamo e cerchiamo di portarli avanti ogni giorno.
Ma è proprio così? Siamo davvero sicuri che i nostri obiettivi siano i nostri VERI obiettivi? Siamo convinti di aver ridotto al minimo lo spreco di energie preziose?
Spesso non è facile dare una risposta a questa domanda e ancor più spesso non è facile riuscire a porsi, umilmente, in discussione. La nostra naturale tendenza all’orgoglio, mista alla paura del giudizio (anche e soprattutto da parte di noi stessi),ci porta il più delle volte ad adottare comportamenti superficiali. Come conseguenza si inibisce la nostra capacità di metterci razionalmente in discussione (la vera chiave di volta della crescita).
Così facendo impediamo a qualunque domanda di arrivare nelle profondità della nostra anima e di far fiorire il nostro mondo interiore, privandoci di un mezzo potente per verificare la nostra rotta e per reindirizzarla.
Dunque come possiamo ottimizzare il nostro tempo ed utilizzare meglio le nostre risorse?
Il primo step, come ricordato in precedenza, è sicuramente quello di porsi in discussione, conditio sine qua non per creare un terreno fertile all’analisi ed al cambiamento.
Successivamente è necessario fare chiarezza delle attività in cui si è impegnati e dei propri obiettivi: è difficile riuscire a fare passi avanti se prima non si riesce a prendere consapevolezza di questi due parametri. Sarebbe come voler partire per un viaggio senza aver prima deciso il luogo di partenza e la destinazione.
Non deve però trarre in inganno l’apparente semplicità di questo passaggio: è proprio da questa sua caratteristica che scaturiscono i problemi. Da un lato, infatti, vi è il rischio di affrontarlo con eccessiva superficialità, con il rischio (se non la certezza) di ritornare alla situazione iniziale. Dall’altro vi è l’effettiva difficoltà a selezionare e distinguere correttamente mezzi ed obiettivi fondamentali da quelli secondari o addirittura inutili.
Acquisire consapevolezza è dunque alla base di una triplice serie d’azioni:
1-capire cosa sia giusto mantenere e consolidare
2- capire cosa sia necessario abbandonare e rimuovere
3- capire cosa sia necessario imparare ed acquisire
Un primo passo pratico per cominciare questa personale analisi è sicuramente quello di compiere un focusing adeguato su queste 3 componenti, partendo da uno spettro generale per poi analizzarli singolarmente più nel dettaglio. Può essere utile porsi alcune domande come: “Quali sono i pensieri che ti impegnano in questo periodo? Cosa stai cercando? Qual è il tuo sogno? Hai veramente il desiderio di farlo?”
Riuscire a mettere in moto questo meccanismo, a oliare gli ingranaggi di questo processo volto a un cambiamento tutto al positivo è già un enorme passo in avanti verso la scoperta del nostro vero potenziale.
Prendere dunque consapevolezza di quelli che sono i nostri veri obiettivi e la nostra attuale situazione, permette di attingere alle nostre energie ancestrali più profonde e di far fiorire il nostro nuovo mondo di libertà.
Libertà di esprimersi,
Libertà di esplorarsi,
Libertà di Essere.