Il titolo l’ho preso da una domanda di Daniele posta nell’incontro on line di Novembre.. Mi sono chiesto cosa era cambiato nella struttura delle relazioni interpersonali durante la crisi peggiore della nostra epoca.. Mentre cercavo le caratteristiche della comunicazione correlate a questa crisi, mi sono reso conto che in questo tempo risulta più semplice e immediato, per chi voglia indagare, esplorare la struttura ed i limiti delle Relazioni. Direi che vi sono le condizioni sperimentali ideali per una analisi del sistema di Relazioni... distanziamento sociale, isolamento, potenziamento emozionale e percettivo, tempi di introspezione adeguati (almeno per molti)..
Da mesi rifletto sul tema partendo dalla convinzione, maturata nel corso di anni di esperienza professionale, personale e di partecipazione a decine di corsi di varia natura, che l’anello debole della comunicazione interpersonale sia il FEEDBACK. In particolare in quasi tutti i corsi che ho frequentato il feedback rappresentava certamente l’aspetto più debole.. In alcuni di questi semplicemente non era previsto, in altri era ampiamente sacrificato in formule-questionari limitanti.. In una stretta minoranza invece era richiesto, a volte stimolato con insistenza.. ma niente da fare .. la maggior parte delle mie esperienze è stata negativa.. in tutte le variabili, di quantità, qualità, raffinatezza linguistica, sospensione del giudizio.. i fb risultavano assenti o mediamente deludenti.. per non parlare in ambito di Relazioni interpersonali quotidiane, personali o professionali.. un disastro.. fb assai faticosi, usualmente edulcorati..
Quindi c’è qualcosa a monte che non funziona e non permette di dare e ricevere fb soddisfacenti.. Qual è il presupposto del feedback ?? Direi l’ASCOLTO. L’ascolto degli Altri e di Se per il Feedback e l’auto-feedback (auto-feedback questo sconosciuto..). Senza ascolto di Se e auto-feedback, a mio parere, non si crea quel terreno esistenziale, quella relazione con Se paradigmatica di tutte le relazioni con l’altro. Quella distanza tra se stessi e il proprio agire e pensare ed emozionarsi che permette un’auto-analisi costante e ripetuta. Senza auto-feed back non può esserci un feedback congruente così come senza auto-ascolto non può esserci un efficace ascolto dell’Altro.
Qual’è il presupposto comportamentale che sta alla base dell’ASCOLTO ed AUTO-ASCOLTO.. ?
Ecco alla base di tutto sta l’ATTENZIONE. L’Attenzione è codificata tra le funzioni cognitive principali e sperimentalmente meglio testabili. Ma non voglio scomodare le neuroscienze per mostrare ciò che è sotto gli occhi di tutti.. E’ di qualche anno ormai lo studio, ampiamente rintracciabile su internet, riguardo la riduzione drammatica dello SPAN di ATTENZIONE medio delle persone. Che risulterebbe circa di 8 secondi.. Questo tempo può sembrare una provocazione .. un insulto alla nostra umana intelligenza.. Eppure sono fermamente convinto che questo risultato sia credibile..
Quindi che fare? Sempre che accettiamo questo assioma, cioè che investire sull’attenzione di Se e dell’Altro ci porterà ad un Auto-ascolto ed un ascolto più profondi ed efficienti. Certo, l’Empatia e altre risorse accessorie ci aiuteranno nel rafforzare la nostra motivazione e la nostra pratica di Ascoltare.
La relazione più problematica e complessa della mia vita è senz’altro quella con le mie figlie adolescenti.. Mi ricordo che a volte quando erano bambine in risposta a domande “impossibili” rispondevo loro di guardare la Natura.. “Come farebbe in questa situazione un Animale? Come farebbe un Albero?”. Questa risposta, se usata con parsimonia, spesso le spiazzava.. rompendo un circolo logico vizioso e spostando l’attenzione su un terreno nuovo, inesplorato, misterioso.. E’ un piccolo esempio delle infinite possibili DOMANDE che possiamo porre a noi stessi o agli altri per allargare i nostri limiti cognitivi ed esperienziali.. Allargando il perimetro di Se l’attenzione sarebbe trascinata per inerzia.. Cioè ampliare, espandere Noi stessi in tutte le direzioni.. in profondità (come l’esperienza subacquea).. in alto.. a destra e a sinistra.. ed in altre dimensioni, pragmatiche o spirituali che siano.. Certo quello che sto dicendo è un azzardo, un triplo salto carpiato.. ma se non vi siete persi da qualche parte tra le righe del testo.. ebbene se siete arrivati intatti sin qui.. la vostra ATTENZIONE ha fatto un piccolo passo avanti..
Allora: Che possiamo fare in questo tempo di pandemia per implementare l’attenzione, l’ascolto ed eventualmente il feedback? Cioè le basi strutturali e comportamentali della Comunicazione?? Torno ad un’altra frase di Daniele che ho trascritto negli appunti e la condivido così come l’ho accolta: ci invitava a “Donare l’Empatia! Cerchiamo, chiamiamo, ascoltiamo le persone!”. In questi mesi ho inviato (e continuo a farlo) molti messaggi di solidarietà, incoraggiamento, affetto (a volte conditi con cuoricini e faccine che sorridono..), foto di paesaggi suggestivi o di semplice vita quotidiana.. Uso abitualmente parole gentili partendo dal semplice classico BUONGIORNO! E parole di gratitudine, riconoscenza, affetto e fratellanza..
E soprattutto cerco di accogliere e ascoltare (in modalità messaggio, telefonica o in presenza) le persone che manifestano un bisogno, un disagio, un problema.. qualsiasi segnale di tensione, affaticamento, tristezza… CERCO.. Le persone che esprimono disagio sono molte e la mia energia non è infinita.. Spesso le manifestazioni di disagio sono espresse a distanza, molto più che in passato. La maggior parte delle relazioni familiari e amicali si esprimono in lontananza.. Allora CERCO di chiamare le persone e mi concentro sulle loro parole, sulle sfumature paraverbali e lascio scorrere il tempo.. cerco di non intervenire, lascio parlare.. a lungo, il più possibile.. finché il discorso dell’Altro si esaurisce naturalmente.. CERCO.. E’ molto difficile, a volte non ci riesco, altre volte mi mordo la lingua spostando (troppo) l’attenzione alla mia pulsione di intervenire, di parlare, di condividere interpretazioni o donare soluzioni.. Ecco, CERCO in sostanza di dosare il tempo tra l’ascolto e la Parola, immergendomi in uno stato di silenzio attento.. al mio stato interno e al discorso dell’Altro. Una sorta di danza della parola e del silenzio.. danziamo insieme, così lontani e così vicini…
Procediamo: che possiamo fare come COMMUNITY? Innanzitutto usare ciò che è già disponibile. Leggere le mail di Lorenzo, seguire il sito di Daniele, guardare i video, leggere e commentare i post.. Usare (con parsimonia) la chat di whatsapp.. Fare gli esercizi in videochiamata oppure (speriamo presto) nei weekend di corso.. partendo in primis dall’attenzione alle regole proposte.. Rispettare i tempi e la procedura anche come esercizio di attenzione. Usare quelle domande nell’esercizio e sperimentarle anche su noi stessi.. una, dieci, cento volte se necessario.. finché non ne avremo colto il senso.. Dare feedback ogni volta che è possibile! Stiamo costruendo una CONSAPEVOLEZZA di ciò stiamo facendo. Partecipare e condividere l’esperienza del gruppo in quello che già c’è ed eventualmente proporre nuovi percorsi.
Cosa aggiungere? Due semplici proposte per i nostri referenti Lorenzo e Daniele e Riccardo.. 1) Monitorare la qualità dell’attenzione durante il lavoro in presenza partendo dal rispetto basico delle regole e dei tempi degli esercizi.. e 2) Dare più spazio per feedback e auto-feedback nel modo che riterranno opportuno.
Forza ragazzi! Cerchiamo di arrivare almeno a 10 SECONDI !!
Da mesi rifletto sul tema partendo dalla convinzione, maturata nel corso di anni di esperienza professionale, personale e di partecipazione a decine di corsi di varia natura, che l’anello debole della comunicazione interpersonale sia il FEEDBACK. In particolare in quasi tutti i corsi che ho frequentato il feedback rappresentava certamente l’aspetto più debole.. In alcuni di questi semplicemente non era previsto, in altri era ampiamente sacrificato in formule-questionari limitanti.. In una stretta minoranza invece era richiesto, a volte stimolato con insistenza.. ma niente da fare .. la maggior parte delle mie esperienze è stata negativa.. in tutte le variabili, di quantità, qualità, raffinatezza linguistica, sospensione del giudizio.. i fb risultavano assenti o mediamente deludenti.. per non parlare in ambito di Relazioni interpersonali quotidiane, personali o professionali.. un disastro.. fb assai faticosi, usualmente edulcorati..
Quindi c’è qualcosa a monte che non funziona e non permette di dare e ricevere fb soddisfacenti.. Qual è il presupposto del feedback ?? Direi l’ASCOLTO. L’ascolto degli Altri e di Se per il Feedback e l’auto-feedback (auto-feedback questo sconosciuto..). Senza ascolto di Se e auto-feedback, a mio parere, non si crea quel terreno esistenziale, quella relazione con Se paradigmatica di tutte le relazioni con l’altro. Quella distanza tra se stessi e il proprio agire e pensare ed emozionarsi che permette un’auto-analisi costante e ripetuta. Senza auto-feed back non può esserci un feedback congruente così come senza auto-ascolto non può esserci un efficace ascolto dell’Altro.
Qual’è il presupposto comportamentale che sta alla base dell’ASCOLTO ed AUTO-ASCOLTO.. ?
Ecco alla base di tutto sta l’ATTENZIONE. L’Attenzione è codificata tra le funzioni cognitive principali e sperimentalmente meglio testabili. Ma non voglio scomodare le neuroscienze per mostrare ciò che è sotto gli occhi di tutti.. E’ di qualche anno ormai lo studio, ampiamente rintracciabile su internet, riguardo la riduzione drammatica dello SPAN di ATTENZIONE medio delle persone. Che risulterebbe circa di 8 secondi.. Questo tempo può sembrare una provocazione .. un insulto alla nostra umana intelligenza.. Eppure sono fermamente convinto che questo risultato sia credibile..
Quindi che fare? Sempre che accettiamo questo assioma, cioè che investire sull’attenzione di Se e dell’Altro ci porterà ad un Auto-ascolto ed un ascolto più profondi ed efficienti. Certo, l’Empatia e altre risorse accessorie ci aiuteranno nel rafforzare la nostra motivazione e la nostra pratica di Ascoltare.
La relazione più problematica e complessa della mia vita è senz’altro quella con le mie figlie adolescenti.. Mi ricordo che a volte quando erano bambine in risposta a domande “impossibili” rispondevo loro di guardare la Natura.. “Come farebbe in questa situazione un Animale? Come farebbe un Albero?”. Questa risposta, se usata con parsimonia, spesso le spiazzava.. rompendo un circolo logico vizioso e spostando l’attenzione su un terreno nuovo, inesplorato, misterioso.. E’ un piccolo esempio delle infinite possibili DOMANDE che possiamo porre a noi stessi o agli altri per allargare i nostri limiti cognitivi ed esperienziali.. Allargando il perimetro di Se l’attenzione sarebbe trascinata per inerzia.. Cioè ampliare, espandere Noi stessi in tutte le direzioni.. in profondità (come l’esperienza subacquea).. in alto.. a destra e a sinistra.. ed in altre dimensioni, pragmatiche o spirituali che siano.. Certo quello che sto dicendo è un azzardo, un triplo salto carpiato.. ma se non vi siete persi da qualche parte tra le righe del testo.. ebbene se siete arrivati intatti sin qui.. la vostra ATTENZIONE ha fatto un piccolo passo avanti..
Allora: Che possiamo fare in questo tempo di pandemia per implementare l’attenzione, l’ascolto ed eventualmente il feedback? Cioè le basi strutturali e comportamentali della Comunicazione?? Torno ad un’altra frase di Daniele che ho trascritto negli appunti e la condivido così come l’ho accolta: ci invitava a “Donare l’Empatia! Cerchiamo, chiamiamo, ascoltiamo le persone!”. In questi mesi ho inviato (e continuo a farlo) molti messaggi di solidarietà, incoraggiamento, affetto (a volte conditi con cuoricini e faccine che sorridono..), foto di paesaggi suggestivi o di semplice vita quotidiana.. Uso abitualmente parole gentili partendo dal semplice classico BUONGIORNO! E parole di gratitudine, riconoscenza, affetto e fratellanza..
E soprattutto cerco di accogliere e ascoltare (in modalità messaggio, telefonica o in presenza) le persone che manifestano un bisogno, un disagio, un problema.. qualsiasi segnale di tensione, affaticamento, tristezza… CERCO.. Le persone che esprimono disagio sono molte e la mia energia non è infinita.. Spesso le manifestazioni di disagio sono espresse a distanza, molto più che in passato. La maggior parte delle relazioni familiari e amicali si esprimono in lontananza.. Allora CERCO di chiamare le persone e mi concentro sulle loro parole, sulle sfumature paraverbali e lascio scorrere il tempo.. cerco di non intervenire, lascio parlare.. a lungo, il più possibile.. finché il discorso dell’Altro si esaurisce naturalmente.. CERCO.. E’ molto difficile, a volte non ci riesco, altre volte mi mordo la lingua spostando (troppo) l’attenzione alla mia pulsione di intervenire, di parlare, di condividere interpretazioni o donare soluzioni.. Ecco, CERCO in sostanza di dosare il tempo tra l’ascolto e la Parola, immergendomi in uno stato di silenzio attento.. al mio stato interno e al discorso dell’Altro. Una sorta di danza della parola e del silenzio.. danziamo insieme, così lontani e così vicini…
Procediamo: che possiamo fare come COMMUNITY? Innanzitutto usare ciò che è già disponibile. Leggere le mail di Lorenzo, seguire il sito di Daniele, guardare i video, leggere e commentare i post.. Usare (con parsimonia) la chat di whatsapp.. Fare gli esercizi in videochiamata oppure (speriamo presto) nei weekend di corso.. partendo in primis dall’attenzione alle regole proposte.. Rispettare i tempi e la procedura anche come esercizio di attenzione. Usare quelle domande nell’esercizio e sperimentarle anche su noi stessi.. una, dieci, cento volte se necessario.. finché non ne avremo colto il senso.. Dare feedback ogni volta che è possibile! Stiamo costruendo una CONSAPEVOLEZZA di ciò stiamo facendo. Partecipare e condividere l’esperienza del gruppo in quello che già c’è ed eventualmente proporre nuovi percorsi.
Cosa aggiungere? Due semplici proposte per i nostri referenti Lorenzo e Daniele e Riccardo.. 1) Monitorare la qualità dell’attenzione durante il lavoro in presenza partendo dal rispetto basico delle regole e dei tempi degli esercizi.. e 2) Dare più spazio per feedback e auto-feedback nel modo che riterranno opportuno.
Forza ragazzi! Cerchiamo di arrivare almeno a 10 SECONDI !!