Noi esseri umani, anche se tendiamo a dimenticarlo, siamo degli animali. Apparteniamo infatti ai Primati. Con gli Scimpanzé condividiamo ben il 98% del DNA. I nostri antenati vivevano letteralmente circondati dalla Natura e da essa dipendeva la loro sopravvivenza. Eravamo un tutt’uno con la Natura e con le altre specie animali.
Al giorno d’oggi le cose sono profondamente cambiate. Il nostro stile di vita e il nostro modo di rapportarci a Natura e animali ci hanno fatto dimenticare il nostro passato libero e selvaggio.
Nonostante questo mutamento, in ognuno di noi resta un anelito, mai del tutto sopito, a ricongiungerci con Madre Terra. Una sorta di bussola interiore che si attiva e ci orienta verso la ricerca di un contatto diretto con gli ambienti naturali.
Alla prima occasione buona, infatti, scappiamo dai luoghi chiusi e artificiali delle nostre città per allentare le tensioni fisiche e per riordinare i tanti pensieri che affollano la mente. L’aria aperta, il sole, l’acqua, il verde, il contatto con gli animali, fanno nascere in noi una sensazione di rilassamento profondo. Basta una passeggiata in un parco, una pedalata in campagna, del semplice lavoro svolto in orto o in giardino e ci sentiamo subito meglio. Appena possiamo organizziamo nel weekend gite fuoriporta. Prenotiamo vacanze da passare al mare o in montagna. Ci avventuriamo lontano dal nostro paese per visitare ambienti naturali a noi poco familiari ma che ci attraggono per il loro fascino. Sentiamo il desiderio di condividere la nostra quotidianità con altri esseri viventi e così decidiamo di adottare un gatto, un cane o un’altra piccola creatura. Ci appassioniamo al birdwatching. Ci immergiamo nei fondali marini per carpirne la bellezza.
Tornare alla Natura è come tornare a casa dopo un lungo e faticoso viaggio. Ci sentiamo così bene e a nostro agio perché noi, come ogni altro animale che vive su questo pianeta, apparteniamo alla Natura. A questo legame, spontaneo e amorevole, nei confronti di Madre Terra e dei suoi abitanti, il filosofo e psicologo Erich Fromm ha dato il nome di Biofilia. Anche laddove non esiste una piena consapevolezza, noi esseri umani siamo in grado di avvertire come il contatto con la Natura sia in grado di migliorare il nostro stato emotivo e fisico.
Numerosi studi negli ultimi anni attestano come questa intuizione sia in realtà un dato di fatto scientificamente provato.
La psicologa, formatrice e giornalista Marcella Danon, che insegna Ecopsicologia all’Università della Valle d’Aosta, scrive in Clorofillati:
La sintesi di queste ricerche, insieme a innumerevoli altre, si è consolidata in una vera e propria “Teoria del recupero dallo stress”, Stress Recovery Theory, che ha dimostrato che il modo più rapido ed efficace per neutralizzare gli effetti fisiologici dello stress è l’esposizione agli ambienti naturali, riconosciuti come più rigenerativi rispetto agli ambienti urbani e a quelli costruiti.
Lo stress ha una funzione legata alla sopravvivenza; il suo scopo originario è “salvarci la vita” innescando meccanismi fisiologici che ogni volta ci danno l’energia necessaria per affrontare gli imprevisti. Ma la sua attivazione è spesso non necessaria, con effetti collaterali pesanti sul piano dei sistemi immunitario, endocrino, cardiocircolatorio e muscolare. Uscire dall’ambiente abituale e fare quattro passi all’aperto è un antidoto efficace e sempre a portata di… piede per smaltire la carica ormonale inutilmente in circolazione – non possiamo scappare da una mail indesiderata o prendere a pugni un computer andato in palla – e per ridurre le conseguenze di questa iperattivazione automatica.
La Natura è, così, anche un rimedio eccezionale per contrastare le conseguenze dell’eccesso di stress che caratterizza il nostro odierno stile di vita.
Comprendere che, tutte le volte che istintivamente ricerchiamo un contatto con la Natura e i suoi abitanti, stiamo facendo un regalo a noi stessi, può diventare una risorsa interiore alla quale ricorrere. Se realizziamo le ragioni profonde del legame d’interdipendenza tra noi e la Natura, possiamo trasformare un atto spontaneo in un’abitudine di comportamento. Un’abitudine che possiamo attuare come fosse una sorta di auto-terapia finalizzata al nostro benessere.
Ed è in questa visione del rapporto Uomo-Natura che può trovare spazio un intervento mirato da parte degli operatori olistici.
Essi potrebbero infatti contemplare, nel loro lavoro con le persone, dei momenti attraverso i quali ricreare un legame attivo e consapevole con Madre Terra. La Natura diventerebbe così un valido alleato per l’operatore olistico rendendo la sua attività di aiuto più funzionale ed efficace.
Al giorno d’oggi le cose sono profondamente cambiate. Il nostro stile di vita e il nostro modo di rapportarci a Natura e animali ci hanno fatto dimenticare il nostro passato libero e selvaggio.
Nonostante questo mutamento, in ognuno di noi resta un anelito, mai del tutto sopito, a ricongiungerci con Madre Terra. Una sorta di bussola interiore che si attiva e ci orienta verso la ricerca di un contatto diretto con gli ambienti naturali.
Alla prima occasione buona, infatti, scappiamo dai luoghi chiusi e artificiali delle nostre città per allentare le tensioni fisiche e per riordinare i tanti pensieri che affollano la mente. L’aria aperta, il sole, l’acqua, il verde, il contatto con gli animali, fanno nascere in noi una sensazione di rilassamento profondo. Basta una passeggiata in un parco, una pedalata in campagna, del semplice lavoro svolto in orto o in giardino e ci sentiamo subito meglio. Appena possiamo organizziamo nel weekend gite fuoriporta. Prenotiamo vacanze da passare al mare o in montagna. Ci avventuriamo lontano dal nostro paese per visitare ambienti naturali a noi poco familiari ma che ci attraggono per il loro fascino. Sentiamo il desiderio di condividere la nostra quotidianità con altri esseri viventi e così decidiamo di adottare un gatto, un cane o un’altra piccola creatura. Ci appassioniamo al birdwatching. Ci immergiamo nei fondali marini per carpirne la bellezza.
Tornare alla Natura è come tornare a casa dopo un lungo e faticoso viaggio. Ci sentiamo così bene e a nostro agio perché noi, come ogni altro animale che vive su questo pianeta, apparteniamo alla Natura. A questo legame, spontaneo e amorevole, nei confronti di Madre Terra e dei suoi abitanti, il filosofo e psicologo Erich Fromm ha dato il nome di Biofilia. Anche laddove non esiste una piena consapevolezza, noi esseri umani siamo in grado di avvertire come il contatto con la Natura sia in grado di migliorare il nostro stato emotivo e fisico.
Numerosi studi negli ultimi anni attestano come questa intuizione sia in realtà un dato di fatto scientificamente provato.
La psicologa, formatrice e giornalista Marcella Danon, che insegna Ecopsicologia all’Università della Valle d’Aosta, scrive in Clorofillati:
La sintesi di queste ricerche, insieme a innumerevoli altre, si è consolidata in una vera e propria “Teoria del recupero dallo stress”, Stress Recovery Theory, che ha dimostrato che il modo più rapido ed efficace per neutralizzare gli effetti fisiologici dello stress è l’esposizione agli ambienti naturali, riconosciuti come più rigenerativi rispetto agli ambienti urbani e a quelli costruiti.
Lo stress ha una funzione legata alla sopravvivenza; il suo scopo originario è “salvarci la vita” innescando meccanismi fisiologici che ogni volta ci danno l’energia necessaria per affrontare gli imprevisti. Ma la sua attivazione è spesso non necessaria, con effetti collaterali pesanti sul piano dei sistemi immunitario, endocrino, cardiocircolatorio e muscolare. Uscire dall’ambiente abituale e fare quattro passi all’aperto è un antidoto efficace e sempre a portata di… piede per smaltire la carica ormonale inutilmente in circolazione – non possiamo scappare da una mail indesiderata o prendere a pugni un computer andato in palla – e per ridurre le conseguenze di questa iperattivazione automatica.
La Natura è, così, anche un rimedio eccezionale per contrastare le conseguenze dell’eccesso di stress che caratterizza il nostro odierno stile di vita.
Comprendere che, tutte le volte che istintivamente ricerchiamo un contatto con la Natura e i suoi abitanti, stiamo facendo un regalo a noi stessi, può diventare una risorsa interiore alla quale ricorrere. Se realizziamo le ragioni profonde del legame d’interdipendenza tra noi e la Natura, possiamo trasformare un atto spontaneo in un’abitudine di comportamento. Un’abitudine che possiamo attuare come fosse una sorta di auto-terapia finalizzata al nostro benessere.
Ed è in questa visione del rapporto Uomo-Natura che può trovare spazio un intervento mirato da parte degli operatori olistici.
Essi potrebbero infatti contemplare, nel loro lavoro con le persone, dei momenti attraverso i quali ricreare un legame attivo e consapevole con Madre Terra. La Natura diventerebbe così un valido alleato per l’operatore olistico rendendo la sua attività di aiuto più funzionale ed efficace.