Ormai è una prassi comune: si chiude un anno e si tirano le somme.
“E' tempo di bilanci” mi sento dire....come se ci fosse bisogno di un appuntamento annuo per dirsi le cose (la fiera della realtà!), per parlare con noi stessi, per ripromettersi di fare. Per mirare un po' più in là nella nostra vita, qualche volta senza neppure avere un arco. N'è frecce.
Né mira.
Un anno volato. Un anno sfumato.
Un anno fumato!
Eppure io i conti li faccio tutti i mesi. Li faccio di settimana in settimana.
Li faccio addirittura ogni sera, prima della notte! E non fumo più né tempo né altro!
Ormai mi sento una contabile. Il ragioniere dei sentimenti.
Una specie di “Filini” della mia esistenza!
Ogni giorno faccio compere alla bancarella del coraggio e ultimamente spendo bene!
Fra gli acquisti ci sono:
decisioni anche molto piccole ma che siano veramente sentite e faticose;
gli sbagli che posso accettare di compiere...come tutto il resto dell'umanità;
chilometri di sana e lodevole solitudine da viversi anche con un minimo di sofferenza, dove io possa animare i miei sogni e la spiccata fantasia;
le parole che non dico mai e che mi restano incastrate nella gola;
un po' di accettazione dell'incompletezza e dei miei modi scarni;
dei libri da non usare come fermaporte;
alcune dozzine di lacrime, necessarie per il perdono di me stessa e per guardare i notiziari;
un arco e dei dardi per mirare bene agli obbiettivi (che già tengo sotto tiro però, da un po'!), pochi ma importanti per me;
una cartina geografica per orientarmi nella sterminata landa delle emozioni;
e per finire l'ultimo modello dell'amore, quello dichiarato, quello autentico e senza ritegno, quello che si può dire e quello taciuto; quello che si abbraccia senza riserve.
Non è facile starsene qui al buio a congelarsi le natiche; seduta sotto questo cielo cittadino, sento l'aria gelida che mi insinua le costole e mi sento vivere. Lontana con il cuore alla frenesia cardiaca della civiltà, penso alle cose importanti.
Penso che vado bene così. Proprio così, anche lontana. Penso che potrò fare anche molto di buono.
Penso a certi geli che adesso quasi mi fa voglia di spogliarmi!
Penso al Master che ho fatto e che mi ha dato un nuovo baricentro per la vita.
Penso agli incontri e agli affetti.
Penso che ne ho avuto di coraggio!
Come canta Vinicio Capossela “..conosco la mia strada, la strada riconosce me”!
“E' tempo di bilanci” mi sento dire....come se ci fosse bisogno di un appuntamento annuo per dirsi le cose (la fiera della realtà!), per parlare con noi stessi, per ripromettersi di fare. Per mirare un po' più in là nella nostra vita, qualche volta senza neppure avere un arco. N'è frecce.
Né mira.
Un anno volato. Un anno sfumato.
Un anno fumato!
Eppure io i conti li faccio tutti i mesi. Li faccio di settimana in settimana.
Li faccio addirittura ogni sera, prima della notte! E non fumo più né tempo né altro!
Ormai mi sento una contabile. Il ragioniere dei sentimenti.
Una specie di “Filini” della mia esistenza!
Ogni giorno faccio compere alla bancarella del coraggio e ultimamente spendo bene!
Fra gli acquisti ci sono:
decisioni anche molto piccole ma che siano veramente sentite e faticose;
gli sbagli che posso accettare di compiere...come tutto il resto dell'umanità;
chilometri di sana e lodevole solitudine da viversi anche con un minimo di sofferenza, dove io possa animare i miei sogni e la spiccata fantasia;
le parole che non dico mai e che mi restano incastrate nella gola;
un po' di accettazione dell'incompletezza e dei miei modi scarni;
dei libri da non usare come fermaporte;
alcune dozzine di lacrime, necessarie per il perdono di me stessa e per guardare i notiziari;
un arco e dei dardi per mirare bene agli obbiettivi (che già tengo sotto tiro però, da un po'!), pochi ma importanti per me;
una cartina geografica per orientarmi nella sterminata landa delle emozioni;
e per finire l'ultimo modello dell'amore, quello dichiarato, quello autentico e senza ritegno, quello che si può dire e quello taciuto; quello che si abbraccia senza riserve.
Non è facile starsene qui al buio a congelarsi le natiche; seduta sotto questo cielo cittadino, sento l'aria gelida che mi insinua le costole e mi sento vivere. Lontana con il cuore alla frenesia cardiaca della civiltà, penso alle cose importanti.
Penso che vado bene così. Proprio così, anche lontana. Penso che potrò fare anche molto di buono.
Penso a certi geli che adesso quasi mi fa voglia di spogliarmi!
Penso al Master che ho fatto e che mi ha dato un nuovo baricentro per la vita.
Penso agli incontri e agli affetti.
Penso che ne ho avuto di coraggio!
Come canta Vinicio Capossela “..conosco la mia strada, la strada riconosce me”!