“Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano”
Ci prendiamo troppo sul serio?
Ci comportiamo in base alla data anagrafica?
Ci comportiamo perchè ci hanno detto che bisogna fare così?
Cosa significa essere “grande”?
Saint-Expury ebbe nel 1935 una grave avaria in pieno deserto del Sahara , qui sul pianeta Terra nel 2021 la grave avaria si chiama Covid-19 e mi trovo improvvisamente nel “deserto”e mi si presenta un’altra parte di me che ho avuto la fortuna di incontrare e chi mi è appartenuta tanti anni fa e che proviene da un altro pianeta e che spesso , come succede ai grandi, finisce per essere dimenticata, come l’immaginazione, la creatività, l’espressività e la ludicità che porta con sè.
Così quando la bambina mi chiede di disegnare una pecora, recupero un vecchio disegno dove riconosco l’incapacità dei grandi di capire e comprendere da soli l’autenticità, la spontaneità e la capacità interpretativa del mondo dei bambini e come, i bambini stessi, si stancano a spiegargli tutto ogni volta; e fu allora che decisi di scegliere un’altra strada più riconoscibile e accettabile per gli altri e meno spontanea per me, ma era l’unica strada che conoscevo per ottenere l’affetto di cui avevo bisogno.
“E quando incontravo una persona grande che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio disegno numero uno, che ho sempre conservato. Cercavo di capire così se era una persona veramente comprensiva. Ma chiunque mi rispondeva: “è un cappello”. “
Il piccolo principe proveniva da un asteroide B 612 , un mondo meraviglioso fatto di poche cose ma tutte importanti ed essenziali, ma non senza difficoltà. Ma ai grandi interessano più le cifre che le cose essenziali: Che età ha? Quanto guadagna il padre? E non si domandano mai : Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?
E così mia madre ci confezionava, a me e mia sorella, dei vestiti “ a festa” per la messa della domenica, il pranzo in famiglia con i nonni e gli zii, la passeggiata in “centro” a Bologna contenta e fiera; più attenta alla forma che alla sostanza non ha mai colto la sensazione di fastidio e imbarazzo vissuto da noi nell’indossare sempre vestiti simili e che a volte manco ci piacevano. Mio padre ci portava al parco a giocare , vestite a festa si tornava a casa malconce ma felici: “ mamma abbiamo fatto le capriole giù per la collina e abbiamo raccolto le margherite per te!”. Vi lascio immaginare la reazione di mia madre, dietro al suo sorriso si celava la delusione.
“Sono fatti così. Non c’è da prendersela. I bambini devono essere indulgenti coi grandi. Ma certo noi che comprendiamo la vita ce ne infischiamo dei numeri!”
“E’ un grande dispiacere per me descrivere questi ricordi ... e io cerco di descriverli per non dimenticare... e posso anche io diventare come i grandi che non si interessano più che di cifre.”
Ed è per questo che da un paio di anni ho comprato diari e penne colorate e appena ho l’ispirazione scrivo, scarabocchio, abbozzo (perchè a disegnare sono una schiappa!), coloro figure, parole, frasi, tratti, linee e curve; a volte tentenno , mentre altre , come questa volta, mi sento un fiume in piena; a volte mi sbaglio e altre cerco di non tralasciare alcun minimo particolare. E mi sento molto seria in quel momento.
“Può darsi che io sia un pò come i grandi. Devo essere invecchiata.”
Non può darsi , è così , mi prendo troppo sul serio e perdo di vista i particolari, i dettagli , l’essenziale. Proprio l’altro giorno ho incontrato un mio carissimo amico , un fratello acquisito, che ha vissuto un momento di sospensione ,da poco nell’attesa di un responso medico importante e mi ha detto: “Elisa abbiamo finito di vivere, no abbiamo vissuto l’essenziale”.
Le domande sorgono spontanee: Noi grandi ci permettiamo di vivere l’essenziale solo se ci manca il fiato? Cosa è superficiale, in-essenziale e cosa essenziale? Essenziale è sinonimo di serio?
“Sul pianeta del piccolo principe ci sono come su tutti i pianeti le erbe buone e quelle cattive. Di conseguenza : dei buoni semi di erbe buone e dei semi cattivi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della Terra fino a che all’uno o all’altro piglila fantasia di risvegliarsi. Se si tratta di ramoscello di ravanello o di rosaio, si può lasciare spuntare come vuole. Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si riconosce...se si arriva troppo tardi, non si riesce più a sbarazzare. Ingombra tutto il pianeta. Lo trapassa con le sue radici. Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisonga fare con cura la pulizia del pianeta... è un lavoro molto noioso, ma facile.”
Qualcuno una volta mi disse: “raccogli ciò che semini”; quanto di più vero, ma ancor più vero “dei semi buoni di erbe cattive, dei semi cattivi erbe cattive”.
Immediatamente mi viene da pensare : basta eliminare i semi cattivi.
La mia domanda è : qualcuno c’è riuscito? E soprattutto se si sono insidiate nelle nostre radici, come facciamo a pulirle?
In questi ultimi anni ho imparato l’importanza di una lettera (alfabetica) che fa cambiare immediatamente prospettiva alle cose, facendone rilevare i diversi punti di vista e favorendo sia un processo di integrazione delle varie parti di sè che di pulizia.
È la lettera E da sostituire alla lettera O altrimenti, come dice Saint-Expury, potrebbe capitare che se si arriva troppo tardi non si riesce più a sbarazzarsene ... sono convinzioni, credenze, schemi mentali, difese di noi grandi.
In quella lettera E c’è l’integrazione dei semi buoni e di quelli cattivi, c’è il riconoscimento e l’accettazione, così ogni mattina mi alzo pronta per prendermi cura del mio pianeta , senza sensi di colpa.
“Io conosco un pianeta su cui c’è un signor Chermisi. Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai voluto bene a nessuno. Non fa altro che addizioni. E tutto il giorno ripete come te “Io sono un uomo serio!” “Io sono un uomo serio!” e si gonfia di orgoglio. Ma non è un uomo , è un fungo!”
Per i miei genitori io ero quella più fisica, meno intellettuale rispetto a mia sorella e mi sono portata dietro questa convinzione per tanti anni, a partire dalla scelta degli indirizzi scolastici fino alla scelta lavorativa, inciampando in fallimenti che ho vissuto più come una delusione e sgarbo fatto ai miei genitori con relativo senso di colpa, che come momento di crescita; per non parlare del fatto che in qualità di “collaboratrice sportiva”, termine coniato dalla pandemia, mentre io preferisco definirmi un “educatrice sportiva”, per i miei genitori non è mai stato un “lavoro serio” perchè mancante di un contratto previdenziale con tutti i benefici del caso.
Mi sono presa anche troppo sul serio a fare addizioni per altri e per troppo tempo: ora vivo in campagna, guardo le stelle, sono circondata da piante e fiori di cui mi prendo cura, sono circondata da persone che amo , amo il mio lavoro e ne riconosco i benefici e sono una persona seria. Saluto il Signor Chermisi e gli auguro buona vita.
“Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare. L’autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l’ubbudienza perchè i miei ordini sono ragionevoli.”
“L’avrai il tuo tramonto , lo esigerò , ma nella mia sapienza di governo, aspetterò che le condizioni siano favorevoli.”
Presa dalla routine quotidiana, con i suoi tempi , compiti e ruoli, mi perdo di vista con il rischio di pretendere da me molto di più di quello che posso dare e soprattutto di dare, dare, dare e non trovare alcuna soddisfazione e piacere perchè spinta solo da un senso del dovere.
Se mi fossi affidata alla sapienza di qualche saggio “re” , sarei riuscita a trovare le condizioni per avere “il mio tramonto”; ma l’affidarsi è un mio punto vulnerabile, consapevole che ricontatterei quella parte bambina che ha bisogno di ritrovare sorrisi liberi di cui ha un ricordo vivido e piacevole.
“Giudicherai te stesso. È la cosa più difficile. È molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a guidicarti bene è segno che sei veramente saggio.”
“Decisamene i grandi sono bizzarri, diceva con semplicità a se stesso, durante il suo viaggio”
“Faccio un mestiere terribile. Una volta era ragionaevole. Accendevo al mattino e spegnevo alla sera, e avevo il resto del giorno per riposarmi e il resto della notte per dormire...”
“E dopo la consegna è cambiata?...”
“La consegna non è cambiata”, disse il lampionaio, “è proprio questo il dramma. Il pianeta di anno in anno ha girato sempre più in fretta e la consegna non è stata cambiata!”
Chi decide a quale velocità deve girare il proprio pianeta, quando noi grandi ci ritroviamo a dire , tanto per dire, “non mi bastano 24 ore” , ma soprattutto “la consegna non è cambiata!”.
Sono le responsabilità da grandi, è l’idea di non farci mancare niente, è il dover produrre per un mondo migliore, non possiamo perdere tempo ... e ci troviamo dentro a logiche abitudinarie conformistiche difficili da scardinare ... eppure la consegna non è cambiata!!
E se invece di cambiare le abitudini , cambiassimo la consegna!!
“Decisamente i grandi sono proprio straordinari” si disse durante il viaggio il piccolo principe.”
“Che cosa vuol dire effimero?”
“Vuol dire che è minacciato di scomparire in un tempo breve.”
Tutto quanto è transitorio, di breve durata , ma accattivante. Il Piccolo Principe si preoccupa per il suo fiore che è destinato a scomparire , quindi effimero, e che ha lasciato solo a diferndersi dal mondo con le sue 4 spine, ma pur sempre accattivante, a cui porgere sempre un pensiero.
Ennesima domanda: con quale qualità coltiviamo e ci prendiamo cura del nostro fiore , destinato a durare poco? E di quanti fiori è fatta la nostra esistenza?
“Se i due miliardi di abitanti che popolano la terra stessero in piedi e un pò serrati , come per un comizio, troverebbero posto facilmente in una piazza di ventimila metri di lunghezza per ventimila di larghezza. Si potrebbe ammucchiare l’umanità su un qualsiasi isolotto del Pacifico.” (Saint-Expury non sapeva che una pandemia avrebbe vietato comizi e assembramenti nelle piazze!)
“Naturalmente i grandi non ci crederebbero. Si immaginano di occupare molto posto. Si vedono importanti con i baobab. Consigliategli allora di fare dei calcoli, adorano le cifre e gli piacerà molto. Ma non perdete tempo con questo pensiero , è inutile, visto che avete fiducia in me.”
Purezza, desideri,sogni, autenticità, emozione, spontaneità, domande, sostanza, candore, curiosità, fiducia, pianti e sorrisi, ginocchia sbucciate, confronto, stimoli, il bello e il brutto, istinto, intuito, corporeità, amici ... CONTRO logiche, razionalità, mente, corazza, difese, resistenze, diffidenza, convinzioni, giudizi, difetti , compiti, ruoli, apparenza, pretese, aspettative, obblighi , doveri, conoscenti, affronto, risposte, ...
(ognuno di voi può divertirsi ad aggiungere, togliere, modificare, invertire).
Vi invito a fare questo gioco e cercare di sentire quella parte “bambina” dentro di voi a cui volete dare voce.
“Noi grandi siamo così ingombranti!”
“Non posso giocare con te” disse la volpe, “non sono addomesticata”.
“Ah! Scusa” disse il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione aggiunse:
“Che cosa vuol dire addomesticare?”
“Che cosa cerchi?” disse la volpe.
... “Cerco gli uomini” rispose il piccolo principe.
“Cerco degli amici”. “Che cosa vuol dire addomesticare?”
“E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “CREARE DEI LEGAMI”...
“Tu finora per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te e neppure tu di me. ... Ma se mi addomestichi , NOI avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu per me sarai unico al mondo e io sarò per l’unica al mondo.”...
...“Se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata.”
...”Non si conoscono che le cose che si addomesticano” disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono amici mercanti, gli uomini non hanno più amici. Se vuoi un amico addomesticami. “
“Che cosa bisogna fare?” domanda il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti. In principio ti sederai lontano da me e non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno potrai sederti sempre più vicino. ... “
Chi meglio di me ha adottato la strategia dell’avvicinamento graduale verso gli altri e lo ritengo un mio punto di forza se non fosse che non si tratta di pazienza ma di diffidenza; e da grande si è amplificata consapevole del fatto che mi ha allontanato (o non mi ha fatto avvicinare) da belle persone e che mi ha frenato /fregato nel creare nuovi legami.
Non ho mai avuto una migliore amica/migliore amico, e devo dire che non mi piace nemmeno come modo di dire, ho creato legami forti indissolubili con poche persone, si contano sulle dita di una mano, ma che nemmeno la distanza e l’assenza possono scalfire , ma riconosco che appartengono tutti ad un periodo della mia vita , forse quando non mi prendevo troppo sul serio!
Ho ritrovato e riprovato le sensazioni di quei legami con alcune persone conosciute da qualche anno , mi hanno fatto sentire anche nuove vibrazioni e un nuovo piacere e, come dice la volpe, voglio assumermi la responsabilità di aver creato questo legame e “coltivarlo con il cuore”anche da lontano.
Solo ora capisco perchè i bambini hanno bisogno del “miglior amico/a” vissuto con semplicità e lealtà consapevoli che si possono allontanare per un anno senza perderne la fedeltà .
“Ecco ciò che mi commuove di più in questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore, è l’immagine di una rosa che risplende in lui come la fiamma di una lampada, anche quando dorme...”
E noi grandi partiamo e torniamo, di tutta fretta saettiamo sui nostri asteroidi/bolidi a testa bassa con gli occhi che fissano la strada e così “non inseguiamo nulla” , “solamente i bambini schiacciano il naso contro il vetro, perchè solo loro sanno quello che cercano” , anche se ultimamente stanno prendendo le nostre sembianze e posture e dovremmo dare un buon esempio magari schiacciando il naso contro il vetro, fare la bolla di vapore per scriverci dentro.
Io voglio di nuovo , ancora e ancora sentire quella risata , quel sentimento irreparabile, voglio viaggiare con il naso schiacciato e farmi sorprendere, addomesticare una rosa, guardare le stelle e trovarne una per me con cui ridere, avvicinarmi sempre un pò di più e aprire il mio cuore, mentre gli altri “grandi” mi prenderanno per pazza.
“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”
Ci prendiamo troppo sul serio?
Ci comportiamo in base alla data anagrafica?
Ci comportiamo perchè ci hanno detto che bisogna fare così?
Cosa significa essere “grande”?
Saint-Expury ebbe nel 1935 una grave avaria in pieno deserto del Sahara , qui sul pianeta Terra nel 2021 la grave avaria si chiama Covid-19 e mi trovo improvvisamente nel “deserto”e mi si presenta un’altra parte di me che ho avuto la fortuna di incontrare e chi mi è appartenuta tanti anni fa e che proviene da un altro pianeta e che spesso , come succede ai grandi, finisce per essere dimenticata, come l’immaginazione, la creatività, l’espressività e la ludicità che porta con sè.
Così quando la bambina mi chiede di disegnare una pecora, recupero un vecchio disegno dove riconosco l’incapacità dei grandi di capire e comprendere da soli l’autenticità, la spontaneità e la capacità interpretativa del mondo dei bambini e come, i bambini stessi, si stancano a spiegargli tutto ogni volta; e fu allora che decisi di scegliere un’altra strada più riconoscibile e accettabile per gli altri e meno spontanea per me, ma era l’unica strada che conoscevo per ottenere l’affetto di cui avevo bisogno.
“E quando incontravo una persona grande che mi sembrava di mente aperta, tentavo l’esperimento del mio disegno numero uno, che ho sempre conservato. Cercavo di capire così se era una persona veramente comprensiva. Ma chiunque mi rispondeva: “è un cappello”. “
Il piccolo principe proveniva da un asteroide B 612 , un mondo meraviglioso fatto di poche cose ma tutte importanti ed essenziali, ma non senza difficoltà. Ma ai grandi interessano più le cifre che le cose essenziali: Che età ha? Quanto guadagna il padre? E non si domandano mai : Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?
E così mia madre ci confezionava, a me e mia sorella, dei vestiti “ a festa” per la messa della domenica, il pranzo in famiglia con i nonni e gli zii, la passeggiata in “centro” a Bologna contenta e fiera; più attenta alla forma che alla sostanza non ha mai colto la sensazione di fastidio e imbarazzo vissuto da noi nell’indossare sempre vestiti simili e che a volte manco ci piacevano. Mio padre ci portava al parco a giocare , vestite a festa si tornava a casa malconce ma felici: “ mamma abbiamo fatto le capriole giù per la collina e abbiamo raccolto le margherite per te!”. Vi lascio immaginare la reazione di mia madre, dietro al suo sorriso si celava la delusione.
“Sono fatti così. Non c’è da prendersela. I bambini devono essere indulgenti coi grandi. Ma certo noi che comprendiamo la vita ce ne infischiamo dei numeri!”
“E’ un grande dispiacere per me descrivere questi ricordi ... e io cerco di descriverli per non dimenticare... e posso anche io diventare come i grandi che non si interessano più che di cifre.”
Ed è per questo che da un paio di anni ho comprato diari e penne colorate e appena ho l’ispirazione scrivo, scarabocchio, abbozzo (perchè a disegnare sono una schiappa!), coloro figure, parole, frasi, tratti, linee e curve; a volte tentenno , mentre altre , come questa volta, mi sento un fiume in piena; a volte mi sbaglio e altre cerco di non tralasciare alcun minimo particolare. E mi sento molto seria in quel momento.
“Può darsi che io sia un pò come i grandi. Devo essere invecchiata.”
Non può darsi , è così , mi prendo troppo sul serio e perdo di vista i particolari, i dettagli , l’essenziale. Proprio l’altro giorno ho incontrato un mio carissimo amico , un fratello acquisito, che ha vissuto un momento di sospensione ,da poco nell’attesa di un responso medico importante e mi ha detto: “Elisa abbiamo finito di vivere, no abbiamo vissuto l’essenziale”.
Le domande sorgono spontanee: Noi grandi ci permettiamo di vivere l’essenziale solo se ci manca il fiato? Cosa è superficiale, in-essenziale e cosa essenziale? Essenziale è sinonimo di serio?
“Sul pianeta del piccolo principe ci sono come su tutti i pianeti le erbe buone e quelle cattive. Di conseguenza : dei buoni semi di erbe buone e dei semi cattivi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della Terra fino a che all’uno o all’altro piglila fantasia di risvegliarsi. Se si tratta di ramoscello di ravanello o di rosaio, si può lasciare spuntare come vuole. Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si riconosce...se si arriva troppo tardi, non si riesce più a sbarazzare. Ingombra tutto il pianeta. Lo trapassa con le sue radici. Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisonga fare con cura la pulizia del pianeta... è un lavoro molto noioso, ma facile.”
Qualcuno una volta mi disse: “raccogli ciò che semini”; quanto di più vero, ma ancor più vero “dei semi buoni di erbe cattive, dei semi cattivi erbe cattive”.
Immediatamente mi viene da pensare : basta eliminare i semi cattivi.
La mia domanda è : qualcuno c’è riuscito? E soprattutto se si sono insidiate nelle nostre radici, come facciamo a pulirle?
In questi ultimi anni ho imparato l’importanza di una lettera (alfabetica) che fa cambiare immediatamente prospettiva alle cose, facendone rilevare i diversi punti di vista e favorendo sia un processo di integrazione delle varie parti di sè che di pulizia.
È la lettera E da sostituire alla lettera O altrimenti, come dice Saint-Expury, potrebbe capitare che se si arriva troppo tardi non si riesce più a sbarazzarsene ... sono convinzioni, credenze, schemi mentali, difese di noi grandi.
In quella lettera E c’è l’integrazione dei semi buoni e di quelli cattivi, c’è il riconoscimento e l’accettazione, così ogni mattina mi alzo pronta per prendermi cura del mio pianeta , senza sensi di colpa.
“Io conosco un pianeta su cui c’è un signor Chermisi. Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai voluto bene a nessuno. Non fa altro che addizioni. E tutto il giorno ripete come te “Io sono un uomo serio!” “Io sono un uomo serio!” e si gonfia di orgoglio. Ma non è un uomo , è un fungo!”
Per i miei genitori io ero quella più fisica, meno intellettuale rispetto a mia sorella e mi sono portata dietro questa convinzione per tanti anni, a partire dalla scelta degli indirizzi scolastici fino alla scelta lavorativa, inciampando in fallimenti che ho vissuto più come una delusione e sgarbo fatto ai miei genitori con relativo senso di colpa, che come momento di crescita; per non parlare del fatto che in qualità di “collaboratrice sportiva”, termine coniato dalla pandemia, mentre io preferisco definirmi un “educatrice sportiva”, per i miei genitori non è mai stato un “lavoro serio” perchè mancante di un contratto previdenziale con tutti i benefici del caso.
Mi sono presa anche troppo sul serio a fare addizioni per altri e per troppo tempo: ora vivo in campagna, guardo le stelle, sono circondata da piante e fiori di cui mi prendo cura, sono circondata da persone che amo , amo il mio lavoro e ne riconosco i benefici e sono una persona seria. Saluto il Signor Chermisi e gli auguro buona vita.
“Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare. L’autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l’ubbudienza perchè i miei ordini sono ragionevoli.”
“L’avrai il tuo tramonto , lo esigerò , ma nella mia sapienza di governo, aspetterò che le condizioni siano favorevoli.”
Presa dalla routine quotidiana, con i suoi tempi , compiti e ruoli, mi perdo di vista con il rischio di pretendere da me molto di più di quello che posso dare e soprattutto di dare, dare, dare e non trovare alcuna soddisfazione e piacere perchè spinta solo da un senso del dovere.
Se mi fossi affidata alla sapienza di qualche saggio “re” , sarei riuscita a trovare le condizioni per avere “il mio tramonto”; ma l’affidarsi è un mio punto vulnerabile, consapevole che ricontatterei quella parte bambina che ha bisogno di ritrovare sorrisi liberi di cui ha un ricordo vivido e piacevole.
“Giudicherai te stesso. È la cosa più difficile. È molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a guidicarti bene è segno che sei veramente saggio.”
“Decisamene i grandi sono bizzarri, diceva con semplicità a se stesso, durante il suo viaggio”
“Faccio un mestiere terribile. Una volta era ragionaevole. Accendevo al mattino e spegnevo alla sera, e avevo il resto del giorno per riposarmi e il resto della notte per dormire...”
“E dopo la consegna è cambiata?...”
“La consegna non è cambiata”, disse il lampionaio, “è proprio questo il dramma. Il pianeta di anno in anno ha girato sempre più in fretta e la consegna non è stata cambiata!”
Chi decide a quale velocità deve girare il proprio pianeta, quando noi grandi ci ritroviamo a dire , tanto per dire, “non mi bastano 24 ore” , ma soprattutto “la consegna non è cambiata!”.
Sono le responsabilità da grandi, è l’idea di non farci mancare niente, è il dover produrre per un mondo migliore, non possiamo perdere tempo ... e ci troviamo dentro a logiche abitudinarie conformistiche difficili da scardinare ... eppure la consegna non è cambiata!!
E se invece di cambiare le abitudini , cambiassimo la consegna!!
“Decisamente i grandi sono proprio straordinari” si disse durante il viaggio il piccolo principe.”
“Che cosa vuol dire effimero?”
“Vuol dire che è minacciato di scomparire in un tempo breve.”
Tutto quanto è transitorio, di breve durata , ma accattivante. Il Piccolo Principe si preoccupa per il suo fiore che è destinato a scomparire , quindi effimero, e che ha lasciato solo a diferndersi dal mondo con le sue 4 spine, ma pur sempre accattivante, a cui porgere sempre un pensiero.
Ennesima domanda: con quale qualità coltiviamo e ci prendiamo cura del nostro fiore , destinato a durare poco? E di quanti fiori è fatta la nostra esistenza?
“Se i due miliardi di abitanti che popolano la terra stessero in piedi e un pò serrati , come per un comizio, troverebbero posto facilmente in una piazza di ventimila metri di lunghezza per ventimila di larghezza. Si potrebbe ammucchiare l’umanità su un qualsiasi isolotto del Pacifico.” (Saint-Expury non sapeva che una pandemia avrebbe vietato comizi e assembramenti nelle piazze!)
“Naturalmente i grandi non ci crederebbero. Si immaginano di occupare molto posto. Si vedono importanti con i baobab. Consigliategli allora di fare dei calcoli, adorano le cifre e gli piacerà molto. Ma non perdete tempo con questo pensiero , è inutile, visto che avete fiducia in me.”
Purezza, desideri,sogni, autenticità, emozione, spontaneità, domande, sostanza, candore, curiosità, fiducia, pianti e sorrisi, ginocchia sbucciate, confronto, stimoli, il bello e il brutto, istinto, intuito, corporeità, amici ... CONTRO logiche, razionalità, mente, corazza, difese, resistenze, diffidenza, convinzioni, giudizi, difetti , compiti, ruoli, apparenza, pretese, aspettative, obblighi , doveri, conoscenti, affronto, risposte, ...
(ognuno di voi può divertirsi ad aggiungere, togliere, modificare, invertire).
Vi invito a fare questo gioco e cercare di sentire quella parte “bambina” dentro di voi a cui volete dare voce.
“Noi grandi siamo così ingombranti!”
“Non posso giocare con te” disse la volpe, “non sono addomesticata”.
“Ah! Scusa” disse il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione aggiunse:
“Che cosa vuol dire addomesticare?”
“Che cosa cerchi?” disse la volpe.
... “Cerco gli uomini” rispose il piccolo principe.
“Cerco degli amici”. “Che cosa vuol dire addomesticare?”
“E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “CREARE DEI LEGAMI”...
“Tu finora per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te e neppure tu di me. ... Ma se mi addomestichi , NOI avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu per me sarai unico al mondo e io sarò per l’unica al mondo.”...
...“Se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata.”
...”Non si conoscono che le cose che si addomesticano” disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono amici mercanti, gli uomini non hanno più amici. Se vuoi un amico addomesticami. “
“Che cosa bisogna fare?” domanda il piccolo principe.
“Bisogna essere molto pazienti. In principio ti sederai lontano da me e non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno potrai sederti sempre più vicino. ... “
Chi meglio di me ha adottato la strategia dell’avvicinamento graduale verso gli altri e lo ritengo un mio punto di forza se non fosse che non si tratta di pazienza ma di diffidenza; e da grande si è amplificata consapevole del fatto che mi ha allontanato (o non mi ha fatto avvicinare) da belle persone e che mi ha frenato /fregato nel creare nuovi legami.
Non ho mai avuto una migliore amica/migliore amico, e devo dire che non mi piace nemmeno come modo di dire, ho creato legami forti indissolubili con poche persone, si contano sulle dita di una mano, ma che nemmeno la distanza e l’assenza possono scalfire , ma riconosco che appartengono tutti ad un periodo della mia vita , forse quando non mi prendevo troppo sul serio!
Ho ritrovato e riprovato le sensazioni di quei legami con alcune persone conosciute da qualche anno , mi hanno fatto sentire anche nuove vibrazioni e un nuovo piacere e, come dice la volpe, voglio assumermi la responsabilità di aver creato questo legame e “coltivarlo con il cuore”anche da lontano.
Solo ora capisco perchè i bambini hanno bisogno del “miglior amico/a” vissuto con semplicità e lealtà consapevoli che si possono allontanare per un anno senza perderne la fedeltà .
“Ecco ciò che mi commuove di più in questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore, è l’immagine di una rosa che risplende in lui come la fiamma di una lampada, anche quando dorme...”
E noi grandi partiamo e torniamo, di tutta fretta saettiamo sui nostri asteroidi/bolidi a testa bassa con gli occhi che fissano la strada e così “non inseguiamo nulla” , “solamente i bambini schiacciano il naso contro il vetro, perchè solo loro sanno quello che cercano” , anche se ultimamente stanno prendendo le nostre sembianze e posture e dovremmo dare un buon esempio magari schiacciando il naso contro il vetro, fare la bolla di vapore per scriverci dentro.
Io voglio di nuovo , ancora e ancora sentire quella risata , quel sentimento irreparabile, voglio viaggiare con il naso schiacciato e farmi sorprendere, addomesticare una rosa, guardare le stelle e trovarne una per me con cui ridere, avvicinarmi sempre un pò di più e aprire il mio cuore, mentre gli altri “grandi” mi prenderanno per pazza.
“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”