A volte nella vita capita di prendere un abbaglio, di scambiare una cosa per un’altra. Quando te ne accorgi la delusione può essere cocente o la rabbia predominante. Questo accade spesso nei rapporti interpersonali compresa l’amicizia.
Con il termine amicizia si indica un tipo di legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso. L’amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari basato sul rispetto, la stima, la disponibilità reciproca ai quali aggiungerei anche la correttezza.
Della parola amicizia molti si riempiono la bocca cadendo nell’errore di denominare con tale termine quelle che in realtà sono pure e semplici conoscenze. Da qui la conseguenza per cui oggi si ha un’idea riduttiva del concetto di amicizia, e per questo il suo tradimento non desta particolare indignazione se non nel tradito.
Come insegna Dante Alighieri, tradire chi si fida di noi è molto più grave che tradire colui che sta sull’avviso: è per questo che i traditori degli amici vengono gettati nell’abisso più profondo del suo Inferno. Che si sveli un segreto, che non si tenga fede ad un impegno assunto, che si trami alle spalle, che si sparli, che si agisca mossi esclusivamente dal proprio narcisistico individualismo sempre e comunque siamo di fronte al tradimento dell’amicizia e non solo. Per quante giustificazioni ci si possa dare, tradire un’amicizia è tradire anche se stessi.
Il tradimento dell’amicizia può sfociare in una rabbia che a stento si gestisce. Ma e rabbia verso chi? Apparentemente verso il traditore, in realtà verso se stessi. Verso se stessi per non essere stati capaci di valutare correttamente la persona nella quale si è riposta la totale ed assoluta fiducia; per essere stati così stupidi da non capire, non vedere, non considerare segnali che avrebbero dovuto suonare come campanelli d’allarme.
Talvolta contenere al nostro interno la rabbia è doloroso, difficile, spesso impossibile e per questo proiettiamo all’esterno, verso il traditore, i nostri sentimenti più negativi arrivando ad augurargli il peggiore dei mali.
Ecco allora che il tradimento dell’amicizia genera due vittime: il traditore ed il tradito. Il traditore tradisce se stesso, il tradito rischia di perdere se stesso. E mentre colui che tradisce arranca talvolta fino ad affogare, prima o dopo, nel senso di colpa è fondamentale che il tradito non perda se stesso, non eriga invalicabili barriere a nuove relazioni, non si chiuda a riccio ma sia come il bocciolo pronto a schiudersi sotto i raggi di un sole accogliente ed amorevole perché non c’è mai notte che non segua il giorno.
Con il termine amicizia si indica un tipo di legame sociale accompagnato da un sentimento di affetto reciproco tra due o più persone dello stesso o di differente sesso. L’amicizia viene intesa e percepita come un rapporto alla pari basato sul rispetto, la stima, la disponibilità reciproca ai quali aggiungerei anche la correttezza.
Della parola amicizia molti si riempiono la bocca cadendo nell’errore di denominare con tale termine quelle che in realtà sono pure e semplici conoscenze. Da qui la conseguenza per cui oggi si ha un’idea riduttiva del concetto di amicizia, e per questo il suo tradimento non desta particolare indignazione se non nel tradito.
Come insegna Dante Alighieri, tradire chi si fida di noi è molto più grave che tradire colui che sta sull’avviso: è per questo che i traditori degli amici vengono gettati nell’abisso più profondo del suo Inferno. Che si sveli un segreto, che non si tenga fede ad un impegno assunto, che si trami alle spalle, che si sparli, che si agisca mossi esclusivamente dal proprio narcisistico individualismo sempre e comunque siamo di fronte al tradimento dell’amicizia e non solo. Per quante giustificazioni ci si possa dare, tradire un’amicizia è tradire anche se stessi.
Il tradimento dell’amicizia può sfociare in una rabbia che a stento si gestisce. Ma e rabbia verso chi? Apparentemente verso il traditore, in realtà verso se stessi. Verso se stessi per non essere stati capaci di valutare correttamente la persona nella quale si è riposta la totale ed assoluta fiducia; per essere stati così stupidi da non capire, non vedere, non considerare segnali che avrebbero dovuto suonare come campanelli d’allarme.
Talvolta contenere al nostro interno la rabbia è doloroso, difficile, spesso impossibile e per questo proiettiamo all’esterno, verso il traditore, i nostri sentimenti più negativi arrivando ad augurargli il peggiore dei mali.
Ecco allora che il tradimento dell’amicizia genera due vittime: il traditore ed il tradito. Il traditore tradisce se stesso, il tradito rischia di perdere se stesso. E mentre colui che tradisce arranca talvolta fino ad affogare, prima o dopo, nel senso di colpa è fondamentale che il tradito non perda se stesso, non eriga invalicabili barriere a nuove relazioni, non si chiuda a riccio ma sia come il bocciolo pronto a schiudersi sotto i raggi di un sole accogliente ed amorevole perché non c’è mai notte che non segua il giorno.