La vita è tentazione. E’ tutta un cedere, resistere, si, no, adesso, dopo, impulso, riflessione, focus sul passato, presente e futuro. Tutto ciò ha a che fare con la categoria ‘tempo’.
Virtù, promesse e passioni sono le nostre prime sfide. A 4 anni, quando si comincia a strutturare nel pensiero del bambino la dimensione tempo, 2 bambini su tre non sanno rinunciare a un cioccolatino subito per una cioccolata più grande più tardi. Non resistono alla tentazione. Un bambino su tre invece riesce a riservare l’’adesso’ per il ‘dopo’. Il bisogno immediato viene differito, spostato ad un altro momento, per ottenere un premio più importante. Ma cosa succede nella mente di entrambi?
Chi sa aspettare è un bambino che nei test di intelligenza è enormemente più brillante. Non si mette nei guai con la stessa frequenza ed è uno studente migliore. E’ determinato e dotato di autostima. Il suo focus è sul futuro più che sul presente. Ha una prospettiva temporale che da adulto gli potrà riservare la capacità di dividere il fluire della sua esperienza in zone e categorie temporali ottimali.
Questo processo automatico e inconscio influenzerà ogni aspetto della sua vita.
Pensiamo ora agli adulti. A noi e al nostro modo di utilizzare la categoria tempo: passato, presente e futuro.
Vediamo cosa succede nella catena decisione/azione se ne sovra utilizziamo alcune e ne sottoutilizziamo altre.
Se decidiamo in base all’immediatezza, alle sensazioni o a quello che fanno gli altri, siamo ‘orientati al presente’. Siamo focalizzati sull’adesso.
Se decidiamo per somiglianze con un passato che abbiamo già vissuto, le nostre decisioni sono basate sul ricordo di situazioni accadute. Siamo ‘orientati al passato’ e su ‘ciò che era’.
Se decidiamo con una prospettiva futura, conta solo il cosa dovrà accadere. Conta l’anticipazione delle conseguenze, contano gli scenari e le analisi costi-benefici. Siamo orientati al futuro e a ‘ciò che sarà’.
Il paradosso del tempo influenza ogni nostra singola decisione e può determinare importanti scelte della nostra vita senza esserne coscienti. Infatti, possiamo focalizzarci sul presente in modo edonistico o fatalistico; sul passato in modo positivo o negativo; e sul futuro orientandoci sugli obiettivi o assumendo un approccio trascendente.
Di sicuro, non ci resta che sviluppare una consapevolezza e una flessibilità mentale adatti a modificare la nostra prospettiva temporale in ogni ambito della nostra vita. O almeno può valere la pena provarci.
Per vivere al meglio, pertanto, il nostro orientamento dovrà essere fortemente orientato al passato positivo (le nostre radici), ponderatamente al futuro (le nostre ali) e moderatamente nel presente’ (la nostra energia).
Virtù, promesse e passioni sono le nostre prime sfide. A 4 anni, quando si comincia a strutturare nel pensiero del bambino la dimensione tempo, 2 bambini su tre non sanno rinunciare a un cioccolatino subito per una cioccolata più grande più tardi. Non resistono alla tentazione. Un bambino su tre invece riesce a riservare l’’adesso’ per il ‘dopo’. Il bisogno immediato viene differito, spostato ad un altro momento, per ottenere un premio più importante. Ma cosa succede nella mente di entrambi?
Chi sa aspettare è un bambino che nei test di intelligenza è enormemente più brillante. Non si mette nei guai con la stessa frequenza ed è uno studente migliore. E’ determinato e dotato di autostima. Il suo focus è sul futuro più che sul presente. Ha una prospettiva temporale che da adulto gli potrà riservare la capacità di dividere il fluire della sua esperienza in zone e categorie temporali ottimali.
Questo processo automatico e inconscio influenzerà ogni aspetto della sua vita.
Pensiamo ora agli adulti. A noi e al nostro modo di utilizzare la categoria tempo: passato, presente e futuro.
Vediamo cosa succede nella catena decisione/azione se ne sovra utilizziamo alcune e ne sottoutilizziamo altre.
Se decidiamo in base all’immediatezza, alle sensazioni o a quello che fanno gli altri, siamo ‘orientati al presente’. Siamo focalizzati sull’adesso.
Se decidiamo per somiglianze con un passato che abbiamo già vissuto, le nostre decisioni sono basate sul ricordo di situazioni accadute. Siamo ‘orientati al passato’ e su ‘ciò che era’.
Se decidiamo con una prospettiva futura, conta solo il cosa dovrà accadere. Conta l’anticipazione delle conseguenze, contano gli scenari e le analisi costi-benefici. Siamo orientati al futuro e a ‘ciò che sarà’.
Il paradosso del tempo influenza ogni nostra singola decisione e può determinare importanti scelte della nostra vita senza esserne coscienti. Infatti, possiamo focalizzarci sul presente in modo edonistico o fatalistico; sul passato in modo positivo o negativo; e sul futuro orientandoci sugli obiettivi o assumendo un approccio trascendente.
Di sicuro, non ci resta che sviluppare una consapevolezza e una flessibilità mentale adatti a modificare la nostra prospettiva temporale in ogni ambito della nostra vita. O almeno può valere la pena provarci.
Per vivere al meglio, pertanto, il nostro orientamento dovrà essere fortemente orientato al passato positivo (le nostre radici), ponderatamente al futuro (le nostre ali) e moderatamente nel presente’ (la nostra energia).