Una coppia che ha perso la leggerezza del dialogo, la vicinanza dei corpi, la tolleranza, difende le proprie ragioni, la propria paura, la propria stanchezza. E ne esce esausta.
Se all’inizio contava esserci, bastava assecondare, era sufficiente dividere i compiti, ora la coppia ha bisogno di ritrovare la sua freschezza nella vicinanza, nella consapevolezza dei cambiamenti, nella matura prospettiva dell’altro.
Ma come si fa a mediare due visioni altrettanto forti, senza alzare gli scudi della reciproca incomprensione?
Facendo un passo indietro e un passo dentro.
Si compie un passo indietro quando dopo un periodo di tensione, che intasa il dialogo, si libera il sentimento, si riprende la comunicazione, si ritorna alla comprensione.
Si compie un passo dentro nella consapevolezza che i tempi e gli spazi della coppia sono mutati, che occorre mediare ed essere creativi interpreti di una realtà che corre.
Occorre fermarsi: i bisogni ci sono e forse sono chiari ad entrambi. Può essere utile lasciare che esistano, senza cercare di imporli, perché nei momenti di caos, qualsiasi cosa si faccia non serve a nulla.
Bisogna limitarsi ad osservare e riflettere, con gli occhi chiusi e in condizione di rilassamento, sulle cose essenziali: sentendo semplicemente quello che accade. Senza forzare potrà nascere un incredibile silenzio e una gradita chiarezza: ‘ti amo, siamo diversi e la tua diversità mi vuole parlare; si tratta di qualcosa cui non ho mai prestato attenzione, qualcosa di cui non mi sono preso cura, qualcosa che mi parla di te’.