Alcuni amici che frequentano il mare dicono che nell'acqua il silenzio si tocca.
In quel silenzio si è in contatto con l’essenza della vita. Si è con se stessi in un modo speciale, dove importa quello che si vede, si tocca, si sente, si prova.
In quella presenza silenziosa accadono molte cose: si indeboliscono le distrazioni da rumore e si arricchisce la visione interiore di se stessi. Diminuiscono i ‘giri’ del sentire ansioso, nervoso e stressato, che accompagna troppo spesso le nostre giornate e, senza accorgersene, si viaggia.
Nell’acqua si smette di parlare e l’unica TV che funziona è la mente: il primo portale attraverso il quale si stabilisce una connessione con il silenzio.
Gli stimoli, i rumori, le conversazioni, gli altri si fermano alla periferia del corpo e inizia il ristoro dalla futilità delle parole e delle definizioni.
Quando si medita sul silenzio, si esplora la vita interiore.
Si analizzano meglio le questioni personali: che cosa vogliamo, di cosa abbiamo bisogno, che cosa ci preoccupa, come vogliamo agire, che decisioni vogliamo prendere, ecc.
Ma la cosa più interessante è quella di cercare, nel silenzio ‘dentro di noi’, i tempi della nostra organizzazione corporea e dell’armonia dei suoi ritmi. La sua musica.
L’ascolto del nulla aumenta il contatto con ciò che accade e gioca con i nostri molteplici ruoli, cambia gli atteggiamenti e trasforma la volontà.
Tutto si evolve in conoscenza, felicità, confronto con la vita. Senza suoni, escludendo rumori o parole, la paura si dissolve e ci regala un carico di saggezza.
Prestare attenzione al silenzio è un’opportunità magnifica. Non fa mai lo stesso rumore e accompagna i suoni personali della tranquillità, della calma e della sicurezza. Talvolta si percepiscono strade che hanno il sapore del rinnovamento e della fiducia, e il silenzio, le sottolinea.
In quel silenzio si è in contatto con l’essenza della vita. Si è con se stessi in un modo speciale, dove importa quello che si vede, si tocca, si sente, si prova.
In quella presenza silenziosa accadono molte cose: si indeboliscono le distrazioni da rumore e si arricchisce la visione interiore di se stessi. Diminuiscono i ‘giri’ del sentire ansioso, nervoso e stressato, che accompagna troppo spesso le nostre giornate e, senza accorgersene, si viaggia.
Nell’acqua si smette di parlare e l’unica TV che funziona è la mente: il primo portale attraverso il quale si stabilisce una connessione con il silenzio.
Gli stimoli, i rumori, le conversazioni, gli altri si fermano alla periferia del corpo e inizia il ristoro dalla futilità delle parole e delle definizioni.
Quando si medita sul silenzio, si esplora la vita interiore.
Si analizzano meglio le questioni personali: che cosa vogliamo, di cosa abbiamo bisogno, che cosa ci preoccupa, come vogliamo agire, che decisioni vogliamo prendere, ecc.
Ma la cosa più interessante è quella di cercare, nel silenzio ‘dentro di noi’, i tempi della nostra organizzazione corporea e dell’armonia dei suoi ritmi. La sua musica.
L’ascolto del nulla aumenta il contatto con ciò che accade e gioca con i nostri molteplici ruoli, cambia gli atteggiamenti e trasforma la volontà.
Tutto si evolve in conoscenza, felicità, confronto con la vita. Senza suoni, escludendo rumori o parole, la paura si dissolve e ci regala un carico di saggezza.
Prestare attenzione al silenzio è un’opportunità magnifica. Non fa mai lo stesso rumore e accompagna i suoni personali della tranquillità, della calma e della sicurezza. Talvolta si percepiscono strade che hanno il sapore del rinnovamento e della fiducia, e il silenzio, le sottolinea.