Brutta bestia la motivazione, soprattutto quando non c’è.
Se manca la foga, la grinta o la scia dei buoni vecchi risultati diventa difficile districarsi nel labirinto delle proprie ombre interiori e richiamare gli stimoli adeguati.
Se gli stimoli non sono giusti vuol dire che si è perso di vista il faro dei traguardi e la necessaria determinazione.
Le gare sono spesso un terno al lotto per tanti fattori e non si possono controllare completamente. Per eccellere, infatti, non basta gareggiare per divertirsi. Non basta, soprattutto, se non si ha la giusta concentrazione, la scintilla agonistica, l’istintività e la messa in campo di tutta la propria esperienza.
Quello che si sa fare non viene fuori se non c’è una centratura psico-fisica e un respiro che accompagni il recupero tra un'azione e l'altra.
Prima di cominciare ogni incontro o prova, è necessario quindi un tempo dove si respira in modo diaframmatico, si centra la postura e si richiamano all’attenzione i dinamismi dell’azione. Se occorre, si mimano alcuni gesti rituali e ci si concentra al meglio.
Obiettivo: ‘essere già lì’, nell'azione, con i motori accesi, della fiducia e della motivazione.
Se serve, ci si rivede più energici e positivi, a dispetto di quello che accade.
Perché questo? Perché anche se non siamo pronti al 100% da un punto di vista tecnico o emotivo, possiamo sempre supplire con una buona visione, un’energia positiva, un’azione che guarda al dunque, al risultato. Comunque.
Ci sono momenti in cui non siamo preparati al massimo, la lucidità è annebbiata e non si riesce a fare del proprio meglio. Succede.
Ma dobbiamo avere in mente il momento dell’ascolto e della centratura, dove poter richiamare le parole sante di: ‘stai rilassato’, ‘sai le tue potenzialità’, ‘non farti prendere dal panico’. 'Non serve perdere la testa'.
'Ricordati di cosa hai fatto in passato, di come lo hai fatto e di come ti sei sentito. Fallo ora, proprio nel momento in cui ti serve.'
'Focalizzati sulla tecnica, vivi bene l’approccio e comprendi l’azione. Cerca di avere voglia di far accadere quella cosa magica che si chiama ‘presenza a te stesso’ e richiama quelli che sono gli obiettivi ed i sacrifici che hai fatto per essere lì in quel momento e godere pienamente di tutto il tuo lavoro'.
Se manca la foga, la grinta o la scia dei buoni vecchi risultati diventa difficile districarsi nel labirinto delle proprie ombre interiori e richiamare gli stimoli adeguati.
Se gli stimoli non sono giusti vuol dire che si è perso di vista il faro dei traguardi e la necessaria determinazione.
Le gare sono spesso un terno al lotto per tanti fattori e non si possono controllare completamente. Per eccellere, infatti, non basta gareggiare per divertirsi. Non basta, soprattutto, se non si ha la giusta concentrazione, la scintilla agonistica, l’istintività e la messa in campo di tutta la propria esperienza.
Quello che si sa fare non viene fuori se non c’è una centratura psico-fisica e un respiro che accompagni il recupero tra un'azione e l'altra.
Prima di cominciare ogni incontro o prova, è necessario quindi un tempo dove si respira in modo diaframmatico, si centra la postura e si richiamano all’attenzione i dinamismi dell’azione. Se occorre, si mimano alcuni gesti rituali e ci si concentra al meglio.
Obiettivo: ‘essere già lì’, nell'azione, con i motori accesi, della fiducia e della motivazione.
Se serve, ci si rivede più energici e positivi, a dispetto di quello che accade.
Perché questo? Perché anche se non siamo pronti al 100% da un punto di vista tecnico o emotivo, possiamo sempre supplire con una buona visione, un’energia positiva, un’azione che guarda al dunque, al risultato. Comunque.
Ci sono momenti in cui non siamo preparati al massimo, la lucidità è annebbiata e non si riesce a fare del proprio meglio. Succede.
Ma dobbiamo avere in mente il momento dell’ascolto e della centratura, dove poter richiamare le parole sante di: ‘stai rilassato’, ‘sai le tue potenzialità’, ‘non farti prendere dal panico’. 'Non serve perdere la testa'.
'Ricordati di cosa hai fatto in passato, di come lo hai fatto e di come ti sei sentito. Fallo ora, proprio nel momento in cui ti serve.'
'Focalizzati sulla tecnica, vivi bene l’approccio e comprendi l’azione. Cerca di avere voglia di far accadere quella cosa magica che si chiama ‘presenza a te stesso’ e richiama quelli che sono gli obiettivi ed i sacrifici che hai fatto per essere lì in quel momento e godere pienamente di tutto il tuo lavoro'.