Avete presente quando la mente per prevenire o prevedere situazioni o eventi negativi, inizia a creare, pensieri ed immagini, per strutturare mentalmente ipotetiche soluzioni? Questo stato è il rimuginio mentale.
E’ uno stato di ansia che si sviluppa attraverso pensieri negativi, stimolati da minacce o pericoli, presunti o reali, che potrebbero accadere in futuro. Nel cervello si innesca un “loop” di pensieri a circuito chiuso che non portano ad alcuna soluzione reale. Spesso rimuginare è vissuto come un modo per trovare la soluzione al problema, oppure per prepararsi meglio al presunto pericolo che potrebbe arrivare, o ancora per ridurre l’ansia che lo stesso “loop” crea.
In verità se non si agisce, il cervello continuerà a produrre pensieri e a fare ipotesi senza portare ad una vera soluzione. Il rimuginare è dunque disfunzionale, oltre a non portare esiti risolutivi; fa disperdere energie fisiche, mentali e tempo.
Occorre riconoscere, e quindi ristrutturare, questo stato mentale attraverso innanzi tutto la condivisione con altri di questi pensieri e successivamente renderli operativi, per dimostrare a se stessi, che quelle idee “rimuginate” non funzionano.
In modo graduale, a piccoli passi, meglio se accompagnati da qualcuno. Oppure avvicinarsi alla Mindfulness o ad altri metodi di meditazione per imparare a “vedere” in modo diverso questi pensieri, sopratutto per mettere la giusta distanza tra i pensieri e gli stati emotivi che a loro sono associati.
E’ uno stato di ansia che si sviluppa attraverso pensieri negativi, stimolati da minacce o pericoli, presunti o reali, che potrebbero accadere in futuro. Nel cervello si innesca un “loop” di pensieri a circuito chiuso che non portano ad alcuna soluzione reale. Spesso rimuginare è vissuto come un modo per trovare la soluzione al problema, oppure per prepararsi meglio al presunto pericolo che potrebbe arrivare, o ancora per ridurre l’ansia che lo stesso “loop” crea.
In verità se non si agisce, il cervello continuerà a produrre pensieri e a fare ipotesi senza portare ad una vera soluzione. Il rimuginare è dunque disfunzionale, oltre a non portare esiti risolutivi; fa disperdere energie fisiche, mentali e tempo.
Occorre riconoscere, e quindi ristrutturare, questo stato mentale attraverso innanzi tutto la condivisione con altri di questi pensieri e successivamente renderli operativi, per dimostrare a se stessi, che quelle idee “rimuginate” non funzionano.
In modo graduale, a piccoli passi, meglio se accompagnati da qualcuno. Oppure avvicinarsi alla Mindfulness o ad altri metodi di meditazione per imparare a “vedere” in modo diverso questi pensieri, sopratutto per mettere la giusta distanza tra i pensieri e gli stati emotivi che a loro sono associati.