Nell’opinione comune, il respiro è semplicemente un atto meccanico e ripetitivo che permette all’uomo di sopravvivere. In realtà l’ “alito vitale”, così definito dai grandi maestri d’Oriente, racchiude un significato simbolico, che rimanda a uno scambio continuo tra noi e ciò che ci circonda attraverso il ciclo inspirazione/espirazione.
L’armonia del ritmo respiratorio sottende a una inconscia volontà di “accogliere” la vita in tutte le sue manifestazioni. È un atto di condivisione reciproca con l’energia che permea noi stessi e l’universo. Contrariamente, un ritmo respiratorio bloccato e affannoso nasconde una evidente difficoltà ad accettare la realtà e le esperienze nel loro divenire, proiezione di un radicato disagio emotivo.
Il respiro tradisce, dunque, il nostro stato d’animo: un ritmo lento e controllato proietta uno stato di benessere e di tranquillità interiore; un ritmo accelerato e scoordinato intercetta stati emozionali negativi, quali ansia, paura, angoscia. Secondo la concezione “olistica” dell’uomo, mente e corpo sono connessi in una unità inscindibile: pensiero e sentimento condizionano in modo tangibile lo stato di salute dell’organismo.
La tradizione orientale propone diverse tecniche per migliorare gli esercizi respiratori essenziali per la crescita spirituale dell’individuo e, soprattutto, per la riscoperta di un nuovo equilibrio interiore che scaturisce dalle infinite potenzialità presenti in ognuno di noi. “Respira che ti passa!” non è poi un’esclamazione di fantasia.
Nei momenti più difficili, quando si avverte un “nodo in gola”, dovremmo controllare il nostro respiro, cercando di ascoltare, attraverso il suo ritmo, le sensazioni del corpo. In questo stato di rilassamento si riscoprono sensazioni positive e si ritrova una rinnovata sinergia con se stessi. Il movimento delle emozioni si organizza in modo armonico se impariamo ad “allenarci” a respirare meglio e in modo più consapevole.
L’armonia del ritmo respiratorio sottende a una inconscia volontà di “accogliere” la vita in tutte le sue manifestazioni. È un atto di condivisione reciproca con l’energia che permea noi stessi e l’universo. Contrariamente, un ritmo respiratorio bloccato e affannoso nasconde una evidente difficoltà ad accettare la realtà e le esperienze nel loro divenire, proiezione di un radicato disagio emotivo.
Il respiro tradisce, dunque, il nostro stato d’animo: un ritmo lento e controllato proietta uno stato di benessere e di tranquillità interiore; un ritmo accelerato e scoordinato intercetta stati emozionali negativi, quali ansia, paura, angoscia. Secondo la concezione “olistica” dell’uomo, mente e corpo sono connessi in una unità inscindibile: pensiero e sentimento condizionano in modo tangibile lo stato di salute dell’organismo.
La tradizione orientale propone diverse tecniche per migliorare gli esercizi respiratori essenziali per la crescita spirituale dell’individuo e, soprattutto, per la riscoperta di un nuovo equilibrio interiore che scaturisce dalle infinite potenzialità presenti in ognuno di noi. “Respira che ti passa!” non è poi un’esclamazione di fantasia.
Nei momenti più difficili, quando si avverte un “nodo in gola”, dovremmo controllare il nostro respiro, cercando di ascoltare, attraverso il suo ritmo, le sensazioni del corpo. In questo stato di rilassamento si riscoprono sensazioni positive e si ritrova una rinnovata sinergia con se stessi. Il movimento delle emozioni si organizza in modo armonico se impariamo ad “allenarci” a respirare meglio e in modo più consapevole.