Una delle domande da evitare durante una sessione di coaching è “perché”?
Cerchiamo di approfondirne il motivo …. è UNA DOMANDA che mi sono posto nel chiedermi appunto perché voglio scrivere un ebook? La risposta che mi sono dato al momento è che è un modo molto moderno ed efficace per mettere a disposizione di molte persone le mie conoscenze e per mettere al centro del mio Progetto Futuro di vita la mia capacità di divulgazione. Certo è anche un modo per poter ottenere una rendita passiva, ma soprattutto per me è una prova. Esattamente, perché facendo un test trovato in internet di Riza Psicosomatica è emerso che il MIO TALENTO PRINCIPALE è la mia capacità di DIVULGATORE.
Il perché allora mi fa pensare che possa individuare, dentro l’individuo, ciò che è eccitante per lui, ciò che lo fa agire liberamente, ciò che gli permette di avere sempre un fuoco acceso.
Scorrendo il primo corso di Roberto Re, Coach di te stesso, fascicolo n.1 della collana pubblicata da Tema promotional in edicola, al punto la Mission Personale: il “perché” più alto … continua dicendo che niente nell’universo è stato creato senza uno scopo e noi siamo qui per una ragione (pag. 83, fascicolo citato).
“Se vuoi una vita felice devi dedicarla ad un obiettivo, non a delle persone o a delle cose” dice Albert Einstein. Non proprio uno di noi, ma uno che ha saputo, andando contro ogni tipo di convinzione limitante esterna, imprimere un cambio di direzione all’umanità.
Credo che, anche senza dover scomodare un genio come Einstein, è proprio questa piccola domanda, “PERCHE’?” da ripetere probabilmente solo all’inizio di un percorso di coaching, molto utile e profonda per estrarre le vere motivazioni che spingono il nostro cliente all’azione. Così scopriamo che il “perché” è una domanda non solo “potente” ma anche apripista di un percorso che può davvero portare al successo, alla realizzazione dell’essere umano.
Perché, perché, perché, perché, sentire in fondo al cuore la voce della verità, della nostra verità più profonda che suona all’unisono con l’universo, che ci toglie tutte quelle resistenze, che rende tutto più fluido e che rende, come dice Tim Gallwey “calma la mente”.
Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è. Buddha.
Questo nuovo approccio, questa apertura mentale, ci predispone a far uscire dal nostro profondo la risposta al “perché” vogliamo quello che vogliamo. Cerchiamo di comprendere come sia in linea ai nostri principi di fondo, a quella che viene definita etica, successivamente un bravo coach è in grado di creare una visione del futuro che sappia tener conto di questo scopo, nella definizione appunto di una vision e dei relativi obiettivi.
Se il tuo scopo è grande e i tuoi mezzi piccoli, agisci comunque; perché solo con l’azione essi possono crescere in te. Sri Auribondo.
Per concludere volevo citare una mia esperienza di coaching, in cui un amico che sta seguendo una scuola di Claudio Belotti mi ha eseguito l’allineamento dei livelli logici (PNL- Dilts).
L’esercizio che mi è stato fatto è potente e permette di allineare tutta una serie di valori, tra cui anche rivedere le proprie credenze e valori interni, causa dei nostri comportamenti. Senza l’analisi dei quali, difficilmente si riesce poi a cambiare strada e definire una nuova progettualità di vita.
Nel mio caso è emersa con grandissima forza, tale da essere nella prima posizione, la libertà che può avere tante definizioni. In ogni caso significa andando nello specifico, dover liberarsi da tutta una serie di lacci e lacciuoli, per proporre poi un modello di vita che senz’altro non può prevedere ad esempio di rimanere troppo tempo costipato in uno spazio chiuso.
A valle quindi di un’accorta indagine, con sapiente uso dei “perché”, si arriva poi alla valutazione della propria base di valori che va ad erigere le fondamenta della nuova identità che il coach aiuterà a costruire.
Successivamente, proprio per questo motivo, nelle sessioni successive non si andrà più a mettere in discussione con una domanda del tipo “perché” … i valori individuati.
Vorrei concludere l’articolo con una frase colta dal libro Ricordi:
Né tiranno né schiavo. 31 (pag. 53 ediz. Classici Bur Rizzoli 1984)
Ama quel po' di abilità che hai nell’arte tua, cerca di trovar pace in questa. E quanto ti resta della vita cerca di trascorrerlo convinto d’aver affidato agli Dei con tutta l’Anima intera le cose tue tutte quante, tu che non hai reso te stesso né tiranno né schiavo di nessun uomo.
Marco Aurelio Antonino.
Master Coaching – UP STEP Consapevole – Dott. Francesco Cazzaro
Cerchiamo di approfondirne il motivo …. è UNA DOMANDA che mi sono posto nel chiedermi appunto perché voglio scrivere un ebook? La risposta che mi sono dato al momento è che è un modo molto moderno ed efficace per mettere a disposizione di molte persone le mie conoscenze e per mettere al centro del mio Progetto Futuro di vita la mia capacità di divulgazione. Certo è anche un modo per poter ottenere una rendita passiva, ma soprattutto per me è una prova. Esattamente, perché facendo un test trovato in internet di Riza Psicosomatica è emerso che il MIO TALENTO PRINCIPALE è la mia capacità di DIVULGATORE.
Il perché allora mi fa pensare che possa individuare, dentro l’individuo, ciò che è eccitante per lui, ciò che lo fa agire liberamente, ciò che gli permette di avere sempre un fuoco acceso.
Scorrendo il primo corso di Roberto Re, Coach di te stesso, fascicolo n.1 della collana pubblicata da Tema promotional in edicola, al punto la Mission Personale: il “perché” più alto … continua dicendo che niente nell’universo è stato creato senza uno scopo e noi siamo qui per una ragione (pag. 83, fascicolo citato).
“Se vuoi una vita felice devi dedicarla ad un obiettivo, non a delle persone o a delle cose” dice Albert Einstein. Non proprio uno di noi, ma uno che ha saputo, andando contro ogni tipo di convinzione limitante esterna, imprimere un cambio di direzione all’umanità.
Credo che, anche senza dover scomodare un genio come Einstein, è proprio questa piccola domanda, “PERCHE’?” da ripetere probabilmente solo all’inizio di un percorso di coaching, molto utile e profonda per estrarre le vere motivazioni che spingono il nostro cliente all’azione. Così scopriamo che il “perché” è una domanda non solo “potente” ma anche apripista di un percorso che può davvero portare al successo, alla realizzazione dell’essere umano.
Perché, perché, perché, perché, sentire in fondo al cuore la voce della verità, della nostra verità più profonda che suona all’unisono con l’universo, che ci toglie tutte quelle resistenze, che rende tutto più fluido e che rende, come dice Tim Gallwey “calma la mente”.
Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è. Buddha.
Questo nuovo approccio, questa apertura mentale, ci predispone a far uscire dal nostro profondo la risposta al “perché” vogliamo quello che vogliamo. Cerchiamo di comprendere come sia in linea ai nostri principi di fondo, a quella che viene definita etica, successivamente un bravo coach è in grado di creare una visione del futuro che sappia tener conto di questo scopo, nella definizione appunto di una vision e dei relativi obiettivi.
Se il tuo scopo è grande e i tuoi mezzi piccoli, agisci comunque; perché solo con l’azione essi possono crescere in te. Sri Auribondo.
Per concludere volevo citare una mia esperienza di coaching, in cui un amico che sta seguendo una scuola di Claudio Belotti mi ha eseguito l’allineamento dei livelli logici (PNL- Dilts).
L’esercizio che mi è stato fatto è potente e permette di allineare tutta una serie di valori, tra cui anche rivedere le proprie credenze e valori interni, causa dei nostri comportamenti. Senza l’analisi dei quali, difficilmente si riesce poi a cambiare strada e definire una nuova progettualità di vita.
Nel mio caso è emersa con grandissima forza, tale da essere nella prima posizione, la libertà che può avere tante definizioni. In ogni caso significa andando nello specifico, dover liberarsi da tutta una serie di lacci e lacciuoli, per proporre poi un modello di vita che senz’altro non può prevedere ad esempio di rimanere troppo tempo costipato in uno spazio chiuso.
A valle quindi di un’accorta indagine, con sapiente uso dei “perché”, si arriva poi alla valutazione della propria base di valori che va ad erigere le fondamenta della nuova identità che il coach aiuterà a costruire.
Successivamente, proprio per questo motivo, nelle sessioni successive non si andrà più a mettere in discussione con una domanda del tipo “perché” … i valori individuati.
Vorrei concludere l’articolo con una frase colta dal libro Ricordi:
Né tiranno né schiavo. 31 (pag. 53 ediz. Classici Bur Rizzoli 1984)
Ama quel po' di abilità che hai nell’arte tua, cerca di trovar pace in questa. E quanto ti resta della vita cerca di trascorrerlo convinto d’aver affidato agli Dei con tutta l’Anima intera le cose tue tutte quante, tu che non hai reso te stesso né tiranno né schiavo di nessun uomo.
Marco Aurelio Antonino.
Master Coaching – UP STEP Consapevole – Dott. Francesco Cazzaro