Vivere provando senso di inadeguatezza non è piacevole.
L'idea di mostrare agli altri la propria vulnerabilità compromette scelte e azioni.
"non sono all'altezza, è troppo difficile per me , non ce la faccio"
Una trappola che imprigiona.
Ostaggi del giudizio degli altri,insicuri, a disagio.
Una sensazione di scoraggiamento che impedisce di fare passi che potrebbero dare una svolta alla propria vita.
Una vita destinata a rimanere ferma davanti ad un cassetto pieno di sogni e opportunità che non si ha il coraggio di aprire.
Questo sentirsi fuori posto ci fa cadere in una botola.
Se poi qualcuno ci da una mano con una spintarella ...il gioco è fatto.
Come uscirne?
Se io fossi il migliore amico di me stesso che cosa direi per incoraggiarmi?
Inizierei col dirmi di non permettere alla paura di condurre il gioco.
Di controllare prima che la cassetta degli attrezzi sia ben fornita e dopo fare quel che si può con quel che si ha.
Di accettare il proprio passato ed i propri trascorsi.
Occorre tolleranza verso noi stessi.
Accettare i propri difetti ed i propri limiti non significa fallire.
Chi l'ha detto che sono gli altri a possedere lo scettro del potere?
Gli altri che giudicano poi....
Molto spesso chi emette giudizi sta in realtà definendo se stesso.
Preoccupiamoci di essere autentici nelle proprie azioni.
Autentici nelle proprie parole.
La miglior versione di noi stessi.
Saremo così più intraprendenti, fiduciosi, leggeri.
Talmente leggeri da volare in alto.
Molto in alto.
Magari trascinati da un bel palloncino.
Uno di quelli che a me piacciono tanto.
L'idea di mostrare agli altri la propria vulnerabilità compromette scelte e azioni.
"non sono all'altezza, è troppo difficile per me , non ce la faccio"
Una trappola che imprigiona.
Ostaggi del giudizio degli altri,insicuri, a disagio.
Una sensazione di scoraggiamento che impedisce di fare passi che potrebbero dare una svolta alla propria vita.
Una vita destinata a rimanere ferma davanti ad un cassetto pieno di sogni e opportunità che non si ha il coraggio di aprire.
Questo sentirsi fuori posto ci fa cadere in una botola.
Se poi qualcuno ci da una mano con una spintarella ...il gioco è fatto.
Come uscirne?
Se io fossi il migliore amico di me stesso che cosa direi per incoraggiarmi?
Inizierei col dirmi di non permettere alla paura di condurre il gioco.
Di controllare prima che la cassetta degli attrezzi sia ben fornita e dopo fare quel che si può con quel che si ha.
Di accettare il proprio passato ed i propri trascorsi.
Occorre tolleranza verso noi stessi.
Accettare i propri difetti ed i propri limiti non significa fallire.
Chi l'ha detto che sono gli altri a possedere lo scettro del potere?
Gli altri che giudicano poi....
Molto spesso chi emette giudizi sta in realtà definendo se stesso.
Preoccupiamoci di essere autentici nelle proprie azioni.
Autentici nelle proprie parole.
La miglior versione di noi stessi.
Saremo così più intraprendenti, fiduciosi, leggeri.
Talmente leggeri da volare in alto.
Molto in alto.
Magari trascinati da un bel palloncino.
Uno di quelli che a me piacciono tanto.