Il linguaggio del corpo: un gesto comunica più di mille parole.
E’ ormai risaputo che la comunicazione umana avviene e si realizza attraverso l’uso simultaneo e interdipendente di diversi sistemi comunicativi: verbale (parole), para- verbale (esempio tono, volume, ritmo della voce) e non verbale (per esempio mimica facciale, postura, prossemica). Il “linguaggio del corpo” è un linguaggio potente che anticipa e trascende l’espressione verbale. Per questa ragione la consapevolezza e la conoscenza della comunicazione del corpo diventano fondamentali per costruire comunicazioni e relazioni efficaci e soddisfacenti.
In una comunicazione interpersonale il 7% del contenuto è recepito attraverso le parole, il 38% attraverso la comunicazione para-verbale ed il 55% attraverso la comunicazione non verbale. Con il corpo comunichiamo significati (attraverso i gesti), emozioni (attraverso le micro espressioni facciali, la voce, i movimenti del corpo), informazioni su di noi e atteggiamenti nei confronti degli altri (attraverso la prossemica, vicinanza o lontananza fisica dall’altro).
La comunicazione non verbale (CNV) comprende una vasta gamma di segnali che integrano, ampliano e a volte sostituiscono il contenuto verbale (CV) di una comunicazione. I segnali non verbali sono così frequenti e connaturati nel comportamento comunicativo dell’uomo che non sempre è facile riconoscere e avere consapevolezza del loro significato e della loro funzione. Talvolta invece alcuni segnali sono inviati in modo consapevole come segnalazione sociale allo scopo di provocare una reazione da parte degli altri.
In ambito sportivo, negli sport di squadra o individuali ma che prevedono l’interazione con l’altro, essere consapevoli della propria CNV (rispetto alla trasmissione delle emozioni, all’immagine dei sé e agli atteggiamenti interpersonali) permette di acquisire la capacità di modularla facendo così la differenza sia rispetto alla coesione del gruppo, sia rispetto al risultato della prestazione sportiva. Prendiamo il caso di un atleta allenato alla percezione e al riconoscimento delle proprie emozioni correlate all’attività sportiva, tale atleta può essere accompagnato attraverso il riconoscimento dei segnali non verbali mediante i quali esprime tali emozioni agli altri, siano questi compagni di squadra o avversari. Per esempio l’atleta che vive un senso di timore rispetto all’avversario può essere reso consapevole di come tale emozione viene involontariamente comunicata e allenato a non trasmetterla presentando, per contro, all’avversario un’immagine di sé determinata.
Stefania Venturini psicologa libero professionista. La formazione e l’esperienza maturata negli anni mi consentono di spaziare all’interno di diverse aree della psicologia anche se il mio interesse primario è rivolto allo studio ed alla pratica delle tecniche immaginative e di rilassamento quale ineguagliabile strumento per la piena espressione dell’unità corpo-mente.
E’ ormai risaputo che la comunicazione umana avviene e si realizza attraverso l’uso simultaneo e interdipendente di diversi sistemi comunicativi: verbale (parole), para- verbale (esempio tono, volume, ritmo della voce) e non verbale (per esempio mimica facciale, postura, prossemica). Il “linguaggio del corpo” è un linguaggio potente che anticipa e trascende l’espressione verbale. Per questa ragione la consapevolezza e la conoscenza della comunicazione del corpo diventano fondamentali per costruire comunicazioni e relazioni efficaci e soddisfacenti.
In una comunicazione interpersonale il 7% del contenuto è recepito attraverso le parole, il 38% attraverso la comunicazione para-verbale ed il 55% attraverso la comunicazione non verbale. Con il corpo comunichiamo significati (attraverso i gesti), emozioni (attraverso le micro espressioni facciali, la voce, i movimenti del corpo), informazioni su di noi e atteggiamenti nei confronti degli altri (attraverso la prossemica, vicinanza o lontananza fisica dall’altro).
La comunicazione non verbale (CNV) comprende una vasta gamma di segnali che integrano, ampliano e a volte sostituiscono il contenuto verbale (CV) di una comunicazione. I segnali non verbali sono così frequenti e connaturati nel comportamento comunicativo dell’uomo che non sempre è facile riconoscere e avere consapevolezza del loro significato e della loro funzione. Talvolta invece alcuni segnali sono inviati in modo consapevole come segnalazione sociale allo scopo di provocare una reazione da parte degli altri.
In ambito sportivo, negli sport di squadra o individuali ma che prevedono l’interazione con l’altro, essere consapevoli della propria CNV (rispetto alla trasmissione delle emozioni, all’immagine dei sé e agli atteggiamenti interpersonali) permette di acquisire la capacità di modularla facendo così la differenza sia rispetto alla coesione del gruppo, sia rispetto al risultato della prestazione sportiva. Prendiamo il caso di un atleta allenato alla percezione e al riconoscimento delle proprie emozioni correlate all’attività sportiva, tale atleta può essere accompagnato attraverso il riconoscimento dei segnali non verbali mediante i quali esprime tali emozioni agli altri, siano questi compagni di squadra o avversari. Per esempio l’atleta che vive un senso di timore rispetto all’avversario può essere reso consapevole di come tale emozione viene involontariamente comunicata e allenato a non trasmetterla presentando, per contro, all’avversario un’immagine di sé determinata.
Stefania Venturini psicologa libero professionista. La formazione e l’esperienza maturata negli anni mi consentono di spaziare all’interno di diverse aree della psicologia anche se il mio interesse primario è rivolto allo studio ed alla pratica delle tecniche immaginative e di rilassamento quale ineguagliabile strumento per la piena espressione dell’unità corpo-mente.