Il dispiacere più grande di uno sportivo di alto livello è fallire, deludere sé stessi e gli altri. E allora mi chiedo: 'siamo capaci di accogliere il 'non voluto' come un'opportunità?'
Andiamo con ordine. Chi cerca di superare i propri limiti diventa per gli altri, per chi non può, per chi non riesce, per chi soffre, un insegnante speciale, un comunicatore che attrae per gli sforzi che sembrano passeggiate e che portano un messaggio di speranza: 'anche tu ce la puoi fare!'
Ogni impresa, esalta cose uniche come la curiosità, la consapevolezza, la scoperta, la conoscenza e sono uno stimolo formidabile per una intera comunità.
Per questo motivo, chi si impegna a superare i propri limiti è spinto a programmare ogni minimo particolare e affrontare con determinazione ogni ostacolo che incontra. Ad esempio, è incoraggiato a riconoscere pensieri e immagini limitanti, percezioni distorte del proprio stato interiore, momenti down di volontà, concentrazione e realizzazione, e ancora, a conoscere meglio sé stessi, i propri lati dark, il mondo e la sua complessità, e il proprio potere personale di fronte alle avversità.
Insomma, è spronato a non lasciare nulla al caso.
Chi compie imprese sportive, contemporaneamente, diventa oggetto di ammirazione e stimolo, ma diventa anche specchio di un mondo che non funziona per ogni persona allo stesso modo. Chi osserva da tifoso tutto questo, chi non ce la fa, chi fa da solo, chi si arrabatta o chi ha bisogno di incoraggiamenti continui, nel campione, trova le proprie ambivalenze: il desiderio di farcela ad ogni costo e il desiderio tutto umano di cadere e non riuscire.
Il campione, in questo caso la nostra protagonista Virginia Tortella, nel cercare di superare i propri limiti ed evitare di diventare nell’immaginario collettivo l’‘Iron women’ (donna d’acciaio) di turno che non toppa mai, incontra ostacoli ambientali, barriere interiori e limiti fisici alle proprie possibilità che attivano istinti ed emozioni, aspettative 'non volute', malesseri e variabili contingenti che la mettono a terra. In realtà, che la umanizzano. Come accade a chiunque, del resto. Con un vantaggio speciale: la possibilità di scoprire, per sé e per altri, quella catena virtuosa di conoscenze che non solo guardano al futuro, al raggiungimento di un traguardo o di un successo, ma imparano dall'esperienza e dagli errori, facendone tesoro.
Il messaggio più importante di Virginia è quello di trasmettere l’idea che con la fiducia si possono raggiungere traguardi meravigliosi, ma che è la conoscenza il vero traguardo: saper attingere alle proprie risorse personali, scoprendole passo dopo passo.
Quindi, anche un insuccesso aiuta, se si scopre cosa ha inceppato le emozioni, cosa ha fallito nel percorso mentale o fisico, o come ci si è dimenticati dell’obiettivo finale.
Superare o non superare una prova consente una scoperta importantissima: il senso umano del limite quale riconoscimento del perimetro del proprio essere.
E’ vero che ogni limite superato è una benzina straordinaria per il desiderio e per ulteriori progetti, ma è ancora più vero che il limite umano di ciascuno riguarda le proprie debolezze, fragilità e paure e queste si affrontano con volontà e tenacia, accettazione e umiltà, coraggio e determinazione. Risorse che tutti abbiamo.
Questo è il vero messaggio di ogni impresa: affrontare le proprie vite impossibili con il mantra della consapevolezza.
'A mio modo e nella mia situazione, qualsiasi essa sia, sono libero di esprimere il meglio di me’, ‘accettare che c’è sempre qualcuno più dotato’, ‘che ci sono limiti fisici, di tempo e di ‘testa’ da superare, e che le sfide quotidiane, per quanto piccole, hanno un valore'.
Ogni sfida, allora, diventa messaggio per uno stile di vita, un esercizio interiore che forma e trasforma sé stessi, e per un saper vivere meglio, cioè uno staccarsi temporaneamente dal proprio IO e affacciarsi alla dimensione della saggezza e del buon senso.
Ogni impresa migliora il carattere e promette uno sguardo disincantato sul proprio percorso esistenziale. Talvolta è la scoperta della solitudine, del silenzio, della morte. Altre volte è gioco, viaggio, salute e cura. E altre ancora è ospitalità, senso della vita e verità del buon senso’.
Intraprendere al meglio il proprio viaggio di vita è dare senso e valore a tutto questo: a sé stessi in primis e all’esperienza altrui come specchio di un mondo che desideriamo possa essere migliore.
Andiamo con ordine. Chi cerca di superare i propri limiti diventa per gli altri, per chi non può, per chi non riesce, per chi soffre, un insegnante speciale, un comunicatore che attrae per gli sforzi che sembrano passeggiate e che portano un messaggio di speranza: 'anche tu ce la puoi fare!'
Ogni impresa, esalta cose uniche come la curiosità, la consapevolezza, la scoperta, la conoscenza e sono uno stimolo formidabile per una intera comunità.
Per questo motivo, chi si impegna a superare i propri limiti è spinto a programmare ogni minimo particolare e affrontare con determinazione ogni ostacolo che incontra. Ad esempio, è incoraggiato a riconoscere pensieri e immagini limitanti, percezioni distorte del proprio stato interiore, momenti down di volontà, concentrazione e realizzazione, e ancora, a conoscere meglio sé stessi, i propri lati dark, il mondo e la sua complessità, e il proprio potere personale di fronte alle avversità.
Insomma, è spronato a non lasciare nulla al caso.
Chi compie imprese sportive, contemporaneamente, diventa oggetto di ammirazione e stimolo, ma diventa anche specchio di un mondo che non funziona per ogni persona allo stesso modo. Chi osserva da tifoso tutto questo, chi non ce la fa, chi fa da solo, chi si arrabatta o chi ha bisogno di incoraggiamenti continui, nel campione, trova le proprie ambivalenze: il desiderio di farcela ad ogni costo e il desiderio tutto umano di cadere e non riuscire.
Il campione, in questo caso la nostra protagonista Virginia Tortella, nel cercare di superare i propri limiti ed evitare di diventare nell’immaginario collettivo l’‘Iron women’ (donna d’acciaio) di turno che non toppa mai, incontra ostacoli ambientali, barriere interiori e limiti fisici alle proprie possibilità che attivano istinti ed emozioni, aspettative 'non volute', malesseri e variabili contingenti che la mettono a terra. In realtà, che la umanizzano. Come accade a chiunque, del resto. Con un vantaggio speciale: la possibilità di scoprire, per sé e per altri, quella catena virtuosa di conoscenze che non solo guardano al futuro, al raggiungimento di un traguardo o di un successo, ma imparano dall'esperienza e dagli errori, facendone tesoro.
Il messaggio più importante di Virginia è quello di trasmettere l’idea che con la fiducia si possono raggiungere traguardi meravigliosi, ma che è la conoscenza il vero traguardo: saper attingere alle proprie risorse personali, scoprendole passo dopo passo.
Quindi, anche un insuccesso aiuta, se si scopre cosa ha inceppato le emozioni, cosa ha fallito nel percorso mentale o fisico, o come ci si è dimenticati dell’obiettivo finale.
Superare o non superare una prova consente una scoperta importantissima: il senso umano del limite quale riconoscimento del perimetro del proprio essere.
E’ vero che ogni limite superato è una benzina straordinaria per il desiderio e per ulteriori progetti, ma è ancora più vero che il limite umano di ciascuno riguarda le proprie debolezze, fragilità e paure e queste si affrontano con volontà e tenacia, accettazione e umiltà, coraggio e determinazione. Risorse che tutti abbiamo.
Questo è il vero messaggio di ogni impresa: affrontare le proprie vite impossibili con il mantra della consapevolezza.
'A mio modo e nella mia situazione, qualsiasi essa sia, sono libero di esprimere il meglio di me’, ‘accettare che c’è sempre qualcuno più dotato’, ‘che ci sono limiti fisici, di tempo e di ‘testa’ da superare, e che le sfide quotidiane, per quanto piccole, hanno un valore'.
Ogni sfida, allora, diventa messaggio per uno stile di vita, un esercizio interiore che forma e trasforma sé stessi, e per un saper vivere meglio, cioè uno staccarsi temporaneamente dal proprio IO e affacciarsi alla dimensione della saggezza e del buon senso.
Ogni impresa migliora il carattere e promette uno sguardo disincantato sul proprio percorso esistenziale. Talvolta è la scoperta della solitudine, del silenzio, della morte. Altre volte è gioco, viaggio, salute e cura. E altre ancora è ospitalità, senso della vita e verità del buon senso’.
Intraprendere al meglio il proprio viaggio di vita è dare senso e valore a tutto questo: a sé stessi in primis e all’esperienza altrui come specchio di un mondo che desideriamo possa essere migliore.