Il tema del gioco è stato trattato da diverse branche di ricerca: psicologia, pedagogia, Antropologia…
Alcuni studi condotti osservando la funzione del gioco nei bambini, hanno dimostrato che la propensione a giocare è innata e che questa, porta grandi benefici durante tutte le fasi di crescita del bambino. Nonostante ciò, l’attività ludica spontanea, il così detto Gioco Libero, che per noi educatori ha un chiaro senso ed un enorme valenza nella crescita del bambino, per la maggior parte degli adulti è tempo perso, vuoto.
In realtà attraverso il gioco, il bambino ma anche l’adulto, ha la possibilità di esprimere pienamente le proprie potenzialità, esplorare sé stesso, il mondo, gli altri. Ha la possibilità di esprimere la propria creatività, liberare forze e tensioni di natura emotivo-affettiva.
Saper giocare con gli altri significa entrare in comunicazione con loro, significa giungere e superare via via il proprio egocentrismo.
Ma, crescendo, cosa accade allo spazio dedicato al gioco e all’esprimersi in modo autentico e spontaneo?
Ci si convince che diventare adulti implichi il “dover essere seri” spesso molto di più di quanto non sia necessario, levando sempre più tempo ed energie a spontaneità e leggerezza.
Non ci rendiamo conto di quanto questo abbia enormi effetti negativi sul nostro benessere psicofisico.
“IL GIOCO È UNA COSA SERIA” e soprattutto non è un’attività solo per bambini. Gli stessi elementi di creatività, comunicazione, relazione ed emozione hanno la possibilità/necessità di essere espressi attraverso il gioco anche dall’adulto. Nella stessa pratica psicomotoria il gioco, per il bambino tanto quanto per l’adulto, ha benefici sulle relazioni, poiché condividere momenti di gioco con altre persone aumenta il senso di intimità, aiuta a sviluppare connessioni, crea vicinanza, sostegno e facilita la cooperazione e la capacità di lavorare in gruppo. Rappresenta la possibilità di conoscersi anche nelle proprie fragilità, rigidità, per modificarle, per rendere i propri comportamenti relazionali più consapevoli, efficaci ed appaganti per sé e per gli altri. Ne possono nascere quindi prefigurazioni concrete di cambiamento che permettono un’evoluzione nella personalità dell’individuo. Nell’attività di gioco ed in particolare nell’attività di gioco psicomotorio si affrontano temi come Corpo-mente-identità; lo spazio personale e sociale; l’immaginario infantile e l’immaginario adulto; l’apertura affettiva: ascoltare ed ascoltarsi; l’aggressività e il superamento del conflitto; La parte corporea e motoria potrà esprimersi e liberarsi mano, mano di tensioni e posture limitanti, muovendosi nello spazio e nell’incontro con l’altro con sempre maggiore sicurezza e consapevolezza.
Ritagliarsi quindi del tempo o delle occasioni per un’attività ludica che permetta di divertirsi ed esprimersi liberamente a livello emozionale, che permetta di sperimentare e modificare le proprie dinamiche relazionali e comunicative, rappresenta una vera e serissima opportunità oltre che un dovere verso sé stessi.
D’altronde: “L’ uomo è più vicino a sé stesso quando raggiunge la serietà di un bambino mentre gioca” Eraclito.
Alcuni studi condotti osservando la funzione del gioco nei bambini, hanno dimostrato che la propensione a giocare è innata e che questa, porta grandi benefici durante tutte le fasi di crescita del bambino. Nonostante ciò, l’attività ludica spontanea, il così detto Gioco Libero, che per noi educatori ha un chiaro senso ed un enorme valenza nella crescita del bambino, per la maggior parte degli adulti è tempo perso, vuoto.
In realtà attraverso il gioco, il bambino ma anche l’adulto, ha la possibilità di esprimere pienamente le proprie potenzialità, esplorare sé stesso, il mondo, gli altri. Ha la possibilità di esprimere la propria creatività, liberare forze e tensioni di natura emotivo-affettiva.
Saper giocare con gli altri significa entrare in comunicazione con loro, significa giungere e superare via via il proprio egocentrismo.
Ma, crescendo, cosa accade allo spazio dedicato al gioco e all’esprimersi in modo autentico e spontaneo?
Ci si convince che diventare adulti implichi il “dover essere seri” spesso molto di più di quanto non sia necessario, levando sempre più tempo ed energie a spontaneità e leggerezza.
Non ci rendiamo conto di quanto questo abbia enormi effetti negativi sul nostro benessere psicofisico.
“IL GIOCO È UNA COSA SERIA” e soprattutto non è un’attività solo per bambini. Gli stessi elementi di creatività, comunicazione, relazione ed emozione hanno la possibilità/necessità di essere espressi attraverso il gioco anche dall’adulto. Nella stessa pratica psicomotoria il gioco, per il bambino tanto quanto per l’adulto, ha benefici sulle relazioni, poiché condividere momenti di gioco con altre persone aumenta il senso di intimità, aiuta a sviluppare connessioni, crea vicinanza, sostegno e facilita la cooperazione e la capacità di lavorare in gruppo. Rappresenta la possibilità di conoscersi anche nelle proprie fragilità, rigidità, per modificarle, per rendere i propri comportamenti relazionali più consapevoli, efficaci ed appaganti per sé e per gli altri. Ne possono nascere quindi prefigurazioni concrete di cambiamento che permettono un’evoluzione nella personalità dell’individuo. Nell’attività di gioco ed in particolare nell’attività di gioco psicomotorio si affrontano temi come Corpo-mente-identità; lo spazio personale e sociale; l’immaginario infantile e l’immaginario adulto; l’apertura affettiva: ascoltare ed ascoltarsi; l’aggressività e il superamento del conflitto; La parte corporea e motoria potrà esprimersi e liberarsi mano, mano di tensioni e posture limitanti, muovendosi nello spazio e nell’incontro con l’altro con sempre maggiore sicurezza e consapevolezza.
Ritagliarsi quindi del tempo o delle occasioni per un’attività ludica che permetta di divertirsi ed esprimersi liberamente a livello emozionale, che permetta di sperimentare e modificare le proprie dinamiche relazionali e comunicative, rappresenta una vera e serissima opportunità oltre che un dovere verso sé stessi.
D’altronde: “L’ uomo è più vicino a sé stesso quando raggiunge la serietà di un bambino mentre gioca” Eraclito.