Si va in vacanza per ritrovare il filo delle cose: natura, relax, buona compagnia, ritmi più umani e un pizzico di follia. E succede. E quando succede, non vorresti finisse così in fretta.
In fondo alla vacanza sei sfasato. Il cervello viaggia su altri lidi e bisogna rientrare: valige, deposito bici, controllo pagamenti e documenti, appuntamento taxi, orari che rientrano in griglia. Un volo da prendere e un leggero appetito.
Prima lezione: che lezione!
Si entra in un bar non convenzionale, stile bohemien, e si ordinano dei toast. C’è poco tempo e i ritmi incalzano. Il gestore con un largo sorriso prende le ordinazioni e comincia il suo rituale: prepara ogni toast e li serve uno ad uno, lentamente.
Come fosse a casa e si prendesse cura della famiglia, mentre uno mangia, gli altri aspettano. Tutti si guardano perplessi.
Stiamo ritornando a casa, sentiamo già l’odore dei blocchi di partenza e questa fine vacanza ci riserva questa sorpresa. Come a dire: ‘rallenta che arrivi dove vuoi essere’.
Seconda lezione: si ricomincia!
Ma come si fa alla tornare alla solita routine e a rimettersi in ‘bolla’, dopo quello sfasamento bellissimo (o meno) che ti fa dimenticare da che parte si deve ricominciare?
C’è bisogno di una guida mentale che sia allo stesso tempo rispettosa dei ritmi interiori e delle cose che si ‘devono’ fare.
E allora, la matrice delle cose importanti e urgenti, non importanti e non urgenti, ci può aiutare.
Un bel foglio, diviso in riquadri, su cui scrivere le cose di cui ci dobbiamo occupare, in prima persona, il prima possibile; le cose da pianificare, perché importanti ma non urgenti; le cose da delegare, se ci riusciamo, o da fare quando resta del tempo; e, soprattutto, le attività da eliminare, quelle che non servono.
Terza lezione: apprezzare il tempo!
Si va in vacanza per avere una percezione del tempo diversa, più lento e più umano. Da spendere bene. E al rientro?
La categoria tempo va vissuta in sintonia con un ordine interiore, ma anche con praticità.
Ho tempo? E’ urgente? Lo faccio!
Ho tempo, ma non è urgente? Decido se ho voglia di spendere del tempo in quella cosa! Ma se non lo faccio non mi affiggo!
Non ho tempo ed è indifferibile? Riduco all’osso le attività che distraggono! Mi adatto!
Non ho tempo e non è urgente? Elimino le attività superflue! E' necessario!
Lo so, è un po’ troppo razionale! Ma è semplice e ci rimette in ordine con noi stessi e con le cose.
Buon inizio!
In fondo alla vacanza sei sfasato. Il cervello viaggia su altri lidi e bisogna rientrare: valige, deposito bici, controllo pagamenti e documenti, appuntamento taxi, orari che rientrano in griglia. Un volo da prendere e un leggero appetito.
Prima lezione: che lezione!
Si entra in un bar non convenzionale, stile bohemien, e si ordinano dei toast. C’è poco tempo e i ritmi incalzano. Il gestore con un largo sorriso prende le ordinazioni e comincia il suo rituale: prepara ogni toast e li serve uno ad uno, lentamente.
Come fosse a casa e si prendesse cura della famiglia, mentre uno mangia, gli altri aspettano. Tutti si guardano perplessi.
Stiamo ritornando a casa, sentiamo già l’odore dei blocchi di partenza e questa fine vacanza ci riserva questa sorpresa. Come a dire: ‘rallenta che arrivi dove vuoi essere’.
Seconda lezione: si ricomincia!
Ma come si fa alla tornare alla solita routine e a rimettersi in ‘bolla’, dopo quello sfasamento bellissimo (o meno) che ti fa dimenticare da che parte si deve ricominciare?
C’è bisogno di una guida mentale che sia allo stesso tempo rispettosa dei ritmi interiori e delle cose che si ‘devono’ fare.
E allora, la matrice delle cose importanti e urgenti, non importanti e non urgenti, ci può aiutare.
Un bel foglio, diviso in riquadri, su cui scrivere le cose di cui ci dobbiamo occupare, in prima persona, il prima possibile; le cose da pianificare, perché importanti ma non urgenti; le cose da delegare, se ci riusciamo, o da fare quando resta del tempo; e, soprattutto, le attività da eliminare, quelle che non servono.
Terza lezione: apprezzare il tempo!
Si va in vacanza per avere una percezione del tempo diversa, più lento e più umano. Da spendere bene. E al rientro?
La categoria tempo va vissuta in sintonia con un ordine interiore, ma anche con praticità.
Ho tempo? E’ urgente? Lo faccio!
Ho tempo, ma non è urgente? Decido se ho voglia di spendere del tempo in quella cosa! Ma se non lo faccio non mi affiggo!
Non ho tempo ed è indifferibile? Riduco all’osso le attività che distraggono! Mi adatto!
Non ho tempo e non è urgente? Elimino le attività superflue! E' necessario!
Lo so, è un po’ troppo razionale! Ma è semplice e ci rimette in ordine con noi stessi e con le cose.
Buon inizio!