Negli amori contrastati, quelli che vanno e vengono, quelli che ti prendono perché non hai scelta, che si vivono una sera per volta e che dove vai non importa, rischiano il sequestro del cervello.
Finché funzionano si cammina insieme, si fanno promesse, non si chiede nulla. L’energia scorre in alto e sembra portare alle soglie della luna: a progetti, a richieste, a definizioni.
Mano nella mano si cresce e si ha voglia di dire sì all’amore, in modo chiaro e terreno, con progetti, regole e impegni.
Quando l’energia si trasforma e chiede il conto, diventa vita dura: vita quotidiana, dissequestri emozionali dalla famiglia di origine, dalle proprie esperienze infantili, dalle convinzioni limitanti, dalle dipendenze di un mondo magico che si sbriciola. Tutto diventa opportunità, crescita, evoluzione.
Ma quando, appunto, c’è un passaggio evolutivo, la coppia, che non ha più lo sguardo alto, un pò balla e un pò salta. Non smette di credere nella dolcezza dei buoni propositi e delle porte aperte, scopre però di non sapere dove andare quando si ritrova nella confusione dell’altro.
C’è qualcosa fra se stessi, l’altro e la vita che ancora non si conosce e che non fa ridere. Anzi!
E allora ‘il bello deve ancora venire’ perché proprio quelle situazioni chiedono un’evoluzione: di vivere le emozioni e di contenerle, di essere vicini e nello stesso tempo felicemente autonomi e pronti a relativizzare le fatiche quotidiane. Di rendere leggero, in definitiva, un mondo che non si sa dove va a finire. E che è bene non finisca dove solo noi abbiamo pensato.
La capacità di gestire una relazione contrastata, non sta quindi nel guidarla verso uno stagno di incertezze, ma nel lasciarla evolvere nell’ascolto di ciò che emerge e nelle domande che cercano il bene e la qualità del vivere.
E quando lo stagno non riflette più la luna, diventa necessario lasciarlo con serenità aliena.
Finché funzionano si cammina insieme, si fanno promesse, non si chiede nulla. L’energia scorre in alto e sembra portare alle soglie della luna: a progetti, a richieste, a definizioni.
Mano nella mano si cresce e si ha voglia di dire sì all’amore, in modo chiaro e terreno, con progetti, regole e impegni.
Quando l’energia si trasforma e chiede il conto, diventa vita dura: vita quotidiana, dissequestri emozionali dalla famiglia di origine, dalle proprie esperienze infantili, dalle convinzioni limitanti, dalle dipendenze di un mondo magico che si sbriciola. Tutto diventa opportunità, crescita, evoluzione.
Ma quando, appunto, c’è un passaggio evolutivo, la coppia, che non ha più lo sguardo alto, un pò balla e un pò salta. Non smette di credere nella dolcezza dei buoni propositi e delle porte aperte, scopre però di non sapere dove andare quando si ritrova nella confusione dell’altro.
C’è qualcosa fra se stessi, l’altro e la vita che ancora non si conosce e che non fa ridere. Anzi!
E allora ‘il bello deve ancora venire’ perché proprio quelle situazioni chiedono un’evoluzione: di vivere le emozioni e di contenerle, di essere vicini e nello stesso tempo felicemente autonomi e pronti a relativizzare le fatiche quotidiane. Di rendere leggero, in definitiva, un mondo che non si sa dove va a finire. E che è bene non finisca dove solo noi abbiamo pensato.
La capacità di gestire una relazione contrastata, non sta quindi nel guidarla verso uno stagno di incertezze, ma nel lasciarla evolvere nell’ascolto di ciò che emerge e nelle domande che cercano il bene e la qualità del vivere.
E quando lo stagno non riflette più la luna, diventa necessario lasciarlo con serenità aliena.