
In una società completamente razionale, i migliori di noi dovrebbero aspirare a diventare insegnanti e il resto di noi dovrebbe adattarsi a qualcosa di meno, perché il trasmettere la civiltà da una generazione a quella successiva dovrebbe essere l’onore più alto e la più alta responsabilità che chiunque possa mai avere.
(Lee Iacocca)
Il bambino, quel piccolo uomo in potenza, indifeso ed ingenuo che aspetta in silenzio che tu ti accorga di lui. Sono la vita, la gioia, sono tutto ciò che dà colore al giorno. A volte li osservi e ti accorgi di come il più delle volte il tutto dipenda da come costruisci ciò che entra nella loro anima. Come argilla si lasciano modellare e crescere in oasi costruite dall’insegnante. Quanto patrimonio, quanto investimento.
Quel piccolo angioletto che ti si avvicina e ti abbraccia, che a contatto con la tua volontà di dare il meglio di ciò che sai ti sorride e lavora. Impara ed insegna, elabora e cresce. Una creazione che ti giudica e ti osserva, che a volte non perdona. Esige la tua attenzione, ti vuole tutta per lui, ti chiama, ti chiede di aiutarlo. Ti stringe la mano, ti dice ho paura.
A volte è coraggioso e non ha timore di sbagliare, a volte nell’errore versa le lacrime che prontamente gli asciughi dalle guance insegnandogli a riprovare, e che è importante non arrendersi. Un segno indelebile nel cuore come arte del sapere è il loro corredo. Insegnare che tutto ciò che è cultura in realtà si trasforma in intelligenza, che se è costruita in modo da sviluppare tutte le possibili ed immaginabili potenzialità del bambino, diverrà il loro futuro radioso.
Le loro risa felici e spensierate, le loro scoperte, i loro giochi. Tutto nella spensieratezza della loro età. Un bellissimo incanto che in natura confonderesti con il canto degli usignoli in festa, e ti corrono attorno, ti tirano la veste da un lato per attirare la tua attenzione e vivono la loro età. Impavidi sfidano tutto senza curarsi delle conseguenze, amano senza pretese e ti coinvolgono nella loro natura candida e solare.
D’improvviso ti riscopri felice, d’improvviso ti rendi conto che in realtà a renderti felice è ciò che tu stesso percepisci e osservi, e ti rendi conto nello stesso istante che non ne puoi più fare a meno.
(Lee Iacocca)
Il bambino, quel piccolo uomo in potenza, indifeso ed ingenuo che aspetta in silenzio che tu ti accorga di lui. Sono la vita, la gioia, sono tutto ciò che dà colore al giorno. A volte li osservi e ti accorgi di come il più delle volte il tutto dipenda da come costruisci ciò che entra nella loro anima. Come argilla si lasciano modellare e crescere in oasi costruite dall’insegnante. Quanto patrimonio, quanto investimento.
Quel piccolo angioletto che ti si avvicina e ti abbraccia, che a contatto con la tua volontà di dare il meglio di ciò che sai ti sorride e lavora. Impara ed insegna, elabora e cresce. Una creazione che ti giudica e ti osserva, che a volte non perdona. Esige la tua attenzione, ti vuole tutta per lui, ti chiama, ti chiede di aiutarlo. Ti stringe la mano, ti dice ho paura.
A volte è coraggioso e non ha timore di sbagliare, a volte nell’errore versa le lacrime che prontamente gli asciughi dalle guance insegnandogli a riprovare, e che è importante non arrendersi. Un segno indelebile nel cuore come arte del sapere è il loro corredo. Insegnare che tutto ciò che è cultura in realtà si trasforma in intelligenza, che se è costruita in modo da sviluppare tutte le possibili ed immaginabili potenzialità del bambino, diverrà il loro futuro radioso.
Le loro risa felici e spensierate, le loro scoperte, i loro giochi. Tutto nella spensieratezza della loro età. Un bellissimo incanto che in natura confonderesti con il canto degli usignoli in festa, e ti corrono attorno, ti tirano la veste da un lato per attirare la tua attenzione e vivono la loro età. Impavidi sfidano tutto senza curarsi delle conseguenze, amano senza pretese e ti coinvolgono nella loro natura candida e solare.
D’improvviso ti riscopri felice, d’improvviso ti rendi conto che in realtà a renderti felice è ciò che tu stesso percepisci e osservi, e ti rendi conto nello stesso istante che non ne puoi più fare a meno.