I valori li possiamo considerare come una bussola che ci mostra la direzione che diamo alla nostra vita. Sono come lanterne che ci guidano nelle scelte importanti.
Dovremmo farci sempre più spesso domande di questo tipo: quali leve mi muovono nella vita? Come desidero costruire le mie relazioni? Come mi prendo cura di me stesso? Quali attitudini personali desidero coltivare? Dove voglio dirigere la mia strada professionale e con quali risorse?
In ogni ambito: privato, salute, lavoro, sport e relazioni sperimentare momenti in cui ci interroghiamo sulla direzione che vogliamo percorrere può aiutarci a non ‘perderci’ e a ritrovare il ‘centro’, dando un senso e un significato alle cose che facciamo e per cui viviamo.
Molti fattori esterni, quali la routine, la velocità dei tempi attuali e spesso il verificarsi di eventi che non prevediamo e che sono fuori dal nostro controllo, ci lasciano temporaneamente disconnessi da noi stessi, con i sensi dei nostri riferimenti parzialmente offuscati.
A volte, nel caso della routine è come se fossimo guidati da un pilota automatico, altre invece ci sentiamo vulnerabili di fronte a eventi che accadono, quasi come se ci venisse a mancare il terreno sotto i piedi e ci sentissimo persi nel vuoto. Una delusione amorosa, un fallimento lavorativo ci catapultano all’esterno nella sofferenza e nella rabbia di un’analisi e giudizio dei fatti accaduti, lasciandoci assenti a noi stessi.
Anche le nostre fluttuazioni emotive e i pensieri in testa che prendono forma di giudizi, dubbi, preoccupazioni, cercano di portarci fuori strada e farci perdere il contatto con i nostri valori.
Se ogni volta che ci sentiamo persi e vulnerabili, mentre soffriamo per qualcosa, di fronte a incertezze per cui le uniche domande che ci vengono in mente sono “adesso cosa faccio?”, “non so se sono capace”, “da qui non ci salto fuori”, riuscissimo a compiere il piccolo gesto di trovare un momento tranquillo per ‘vedere’ prima di tutto noi stessi sarebbe già un grande passo!
In questo spazio, dovremmo essere in grado di riprendere una gentile confidenza con noi stessi ed ascoltarci nel respiro e nel corpo, riportandoci lì con l’attenzione.
E mentre noi siamo presenti, ciò che prima era dubbio, analisi, rimuginio, automatismo diventa contatto, movimento, immagine e in questo sfondo possiamo riorientare la nostra bussola verso la giusta direzione.
Dovremmo farci sempre più spesso domande di questo tipo: quali leve mi muovono nella vita? Come desidero costruire le mie relazioni? Come mi prendo cura di me stesso? Quali attitudini personali desidero coltivare? Dove voglio dirigere la mia strada professionale e con quali risorse?
In ogni ambito: privato, salute, lavoro, sport e relazioni sperimentare momenti in cui ci interroghiamo sulla direzione che vogliamo percorrere può aiutarci a non ‘perderci’ e a ritrovare il ‘centro’, dando un senso e un significato alle cose che facciamo e per cui viviamo.
Molti fattori esterni, quali la routine, la velocità dei tempi attuali e spesso il verificarsi di eventi che non prevediamo e che sono fuori dal nostro controllo, ci lasciano temporaneamente disconnessi da noi stessi, con i sensi dei nostri riferimenti parzialmente offuscati.
A volte, nel caso della routine è come se fossimo guidati da un pilota automatico, altre invece ci sentiamo vulnerabili di fronte a eventi che accadono, quasi come se ci venisse a mancare il terreno sotto i piedi e ci sentissimo persi nel vuoto. Una delusione amorosa, un fallimento lavorativo ci catapultano all’esterno nella sofferenza e nella rabbia di un’analisi e giudizio dei fatti accaduti, lasciandoci assenti a noi stessi.
Anche le nostre fluttuazioni emotive e i pensieri in testa che prendono forma di giudizi, dubbi, preoccupazioni, cercano di portarci fuori strada e farci perdere il contatto con i nostri valori.
Se ogni volta che ci sentiamo persi e vulnerabili, mentre soffriamo per qualcosa, di fronte a incertezze per cui le uniche domande che ci vengono in mente sono “adesso cosa faccio?”, “non so se sono capace”, “da qui non ci salto fuori”, riuscissimo a compiere il piccolo gesto di trovare un momento tranquillo per ‘vedere’ prima di tutto noi stessi sarebbe già un grande passo!
In questo spazio, dovremmo essere in grado di riprendere una gentile confidenza con noi stessi ed ascoltarci nel respiro e nel corpo, riportandoci lì con l’attenzione.
E mentre noi siamo presenti, ciò che prima era dubbio, analisi, rimuginio, automatismo diventa contatto, movimento, immagine e in questo sfondo possiamo riorientare la nostra bussola verso la giusta direzione.