Il progetto dei “pari” è nato nel 2003, riguarda sostanzialmente il tema di aiuto agli operatori delle forze di Polizia, coinvolti in gravi incidenti di servizio nelle prime fasi dell’evento traumatico.
Il supporto tra “Pari” è parte integrante del modello di intervento CISM (Critical Incident Stress Management). Nella Polizia di Stato il “Pari” interviene all’interno di team di supporto psico-sociale composto anche da specialisti medici e psicologi, a seguito di eventi tragici di servizio.
I “pari” sono colleghi che sulla base di caratteristiche personali e storia professionale hanno scelto di offrire come parte del loro servizio un ascolto e più in generale un aiuto ad altri colleghi che hanno appena affrontato situazioni lavorative di grande criticità. I “pari” non sono spinti da spirito volontaristico e solidale, ma sono selezionati ed adeguatamente formati all’interno di uno specifico progetto.
Gli eventi a cui facciamo riferimento sono per lo più collegati a episodi di morte o alla prospettiva assolutamente concreta della morte violenta, di se stessi, dei colleghi, dei criminali o terzi. Subito dopo l’evento l’operatore è confuso, distratto, stordito. Solo dopo qualche giorno riesce a consapevolizzare emotivamente l’accaduto; questo passaggio gli permetterà di rielaborare, confrontarsi, comprendere l’impatto emotivo che ha vissuto.
Accettare, che l’evento è accaduto , di essere vulnerabili, di non poter avere il controllo su tutto e di aver fatto del proprio meglio in quel momento gli farà rivedere i suoi obbiettivi le priorità della sua vita gli permetterà di uscire rafforzato dall’evento ed in grado di usare questa forza per affrontare altre sfide nella vita. Imparare a convivere con l’incidente ed accettare le reazioni e le conseguenze, che derivano da un impatto con questi eventi, possono essere meglio superate grazie al confronto con persone che condividono quella stessa realtà.
Il senso di appartenenza di chi svolge determinate professioni favorisce coesione tra i colleghi, rispetto ad “estranei” che possono essere considerati incapaci di comprendere queste esperienze. E’ quindi determinante confidare, raccontare ad un “pari” questi esperienze che lasciano un “segno“ in modo da poterle condividere e affrontare.
Il “Pari” può facilitare ai professionisti della salute mentale la comprensione concreta di come i poliziotti pensano, sentono e vivono la loro realtà professionale.
Il supporto tra “Pari” è parte integrante del modello di intervento CISM (Critical Incident Stress Management). Nella Polizia di Stato il “Pari” interviene all’interno di team di supporto psico-sociale composto anche da specialisti medici e psicologi, a seguito di eventi tragici di servizio.
I “pari” sono colleghi che sulla base di caratteristiche personali e storia professionale hanno scelto di offrire come parte del loro servizio un ascolto e più in generale un aiuto ad altri colleghi che hanno appena affrontato situazioni lavorative di grande criticità. I “pari” non sono spinti da spirito volontaristico e solidale, ma sono selezionati ed adeguatamente formati all’interno di uno specifico progetto.
Gli eventi a cui facciamo riferimento sono per lo più collegati a episodi di morte o alla prospettiva assolutamente concreta della morte violenta, di se stessi, dei colleghi, dei criminali o terzi. Subito dopo l’evento l’operatore è confuso, distratto, stordito. Solo dopo qualche giorno riesce a consapevolizzare emotivamente l’accaduto; questo passaggio gli permetterà di rielaborare, confrontarsi, comprendere l’impatto emotivo che ha vissuto.
Accettare, che l’evento è accaduto , di essere vulnerabili, di non poter avere il controllo su tutto e di aver fatto del proprio meglio in quel momento gli farà rivedere i suoi obbiettivi le priorità della sua vita gli permetterà di uscire rafforzato dall’evento ed in grado di usare questa forza per affrontare altre sfide nella vita. Imparare a convivere con l’incidente ed accettare le reazioni e le conseguenze, che derivano da un impatto con questi eventi, possono essere meglio superate grazie al confronto con persone che condividono quella stessa realtà.
Il senso di appartenenza di chi svolge determinate professioni favorisce coesione tra i colleghi, rispetto ad “estranei” che possono essere considerati incapaci di comprendere queste esperienze. E’ quindi determinante confidare, raccontare ad un “pari” questi esperienze che lasciano un “segno“ in modo da poterle condividere e affrontare.
Il “Pari” può facilitare ai professionisti della salute mentale la comprensione concreta di come i poliziotti pensano, sentono e vivono la loro realtà professionale.