Ritagliare anche pochi minuti per scrivere, qualche volta è un'impresa!
Sembra impossibile come i ritmi possano farsi ancora più contratti e piano piano questa nuova vita a due mi inghiotte con la sua bocca ingozzata di impegni, doveri, pressioni!
L'accusa è sempre la stessa: non è abbastanza!!!
Così rincorro, cerco di essere perfetta, di muovermi veloce, fino allo sfinimento e come un deja vue, osservo la vita e mi dico ...."cazzo è là fuori!" E io sono qui, incastrata fra un lavoro logorante, gli impegni domestici e i tanti progetti.
Vorrei fare solo il mio, ascoltare solo i miei bisogni e inseguire i tanti sogni e le passioni che entrano dal portone spalancato dei desideri.
Mi interrogo su questioni meno pratiche e poi mescolo il tutto con grande senso di colpa. Perché mi trovo a fuggire, a isolarmi con la fantasia e a chiedermi...."Perché? Perché l'hai fatto se non era quello che volevi?"
Perché tutto ha un prezzo e la libertà, nei sentimenti, non esiste!
La mia poi, di libertà, è piuttosto singolare e atipica. E mi manca da morire. Mi mancano gli spazi, i luoghi, il tempo pieno e rotondo delle soste e del gusto che amplifica la vista, i colori, la percezione di un luogo dove poter osservare le emozioni che sedimentano e lasciano spazio a un respiro! Insomma ...come un buon bicchiere di vino che lasci lì affinché si apra sotto il tuo naso!
Vorrei poter decidere della mia vita, senza tener conto delle aspettative altrui, senza cercare il timbro di approvazione; il bollino adesivo che trovo attaccato alla mela perfetta da addentare!
E' chiaro, quando parto di corsa verso nuove esperienze e allargati orizzonti, c'è chi mi riporta con il culo alla sedia! Questo è il luogo, questa la vita; pena l'abbandono, il disastro, una relazione che per il mio egoismo, non vive più i "momenti di una volta".
Così mi spacco a metà! Alle prese con un'identità prepotente che si fa strada; con l'dea che potrei essere felice in tutt'altro modo!
Il mio corpo si spezza in due, si divide proprio; e cede, divorato dal pensiero dell'ambiguità.
E mi chiedo cosa desidero, qual è il richiamo oltre la carne!
Ho un uomo amorevole, dei progetti comuni, momenti straordinari abitati insieme e nuovi ricordi da costruire.
Cosa mi manca? E' davvero un problema di identità sbagliata oppure voglio solo liberarmi?
Il mio corpo e il mio desiderio parlano chiaro. L'esame più vero l'ho sentito sotto la pelle e fra le mie braccia...in quell'istante un nuovo battito ha ripreso a pulsare!
Senza volerlo la mia fantasia è decollata; la ritrovo trasformata, più bella e con più senso...come se i tasselli di un puzzle infinito, in un istante, dessero forma all'immagine. Dopo un secolo!!!!
Qualche volta è difficile ammettere, una verità coinvolgente, trasformativa, che si moltiplica e alla quale è difficile dire "NO".
Non è solo il desiderio (che pure è potente), è l'idea di andare alla scoperta, di citarmi con le parole che mi appartengono, che mi descrivono.
Quando mi guardo allo specchio, vorrei riconoscermi e sentirmi a casa, nelle braccia, nelle gambe, nell'addome e nel petto. E invece...sono solo a metà e stento a riconoscermi!
Se penso alla mia vita mi sento morire perché è un dibattito e una costante rinuncia, in ogni caso; non ci sono bilance, non c'è una misura che decida il dolore di una perdita, specie se ciò che perdiamo è una parte di noi!
Nello spazio razionale vivo momenti di sentimento potente e idealizzo una vita normale; ma il mio lato volubile e di sognatrice insegue la libertà. Pura! Senza legami, senza castrazioni!
Se solo riuscissi a godere della mia natura senza complessi e colpe. Ad oggi quando penso all'amore mi sento proprio tranciata in due , sento il giudizio mostruoso: il mio.
A questo punto mi sento perduta, come se dentro di me il tempo delle scelte fosse maturo. Rimugino in continuazione sul da farsi, sulle priorità; poi rientro nella realtà, quella pratica, radente al suolo e mi do della stupida e dell'incoerente.
Eppure rinunciare ora mi è impossibile.
Già una volta ho mandato al macello un amore grande per poi mettere tutto a tacere per il dolore, la vergogna e il tradimento che ho provato! così ho rinunciato, ho messo tutto a tacere, ho perso i miei sogni e smesso di seguire un mondo che mi parlava!
Oggi i mondi che dialogano in continuazione sono almeno due, col risultato sconcertante che di tutto, non capisco una parola.
Nell'attesa della svolta, resto impietrita e incredula all'avvicinarsi degli eventi. Come un auto che invade la mia corsia dietro a una curva...me ne sto li col volante in mano, aspettando il botto.
Con il terrore negli occhi che presto gli altarini verranno allo scoperto e andrà all'aria tutta la mia vita!
E qual è la risposta giusta? Come si fa a mettere a tacere, a smettere di sognare e di desiderarsi veri?
Nell'arrampicata l'indecisione la pago a caro prezzo. Mezzo passo non salva niente! Nell'indecisione tra un appiglio e l'altro, resto incastrata in una posa incoerente e fuori da ogni prospettiva che prevede uno schianto. Nella migliore delle ipotesi è un ruzzolone fra gli arbusti, ma se è il precipizio che incontro posso andare in mille pezzi!
Sembra impossibile come i ritmi possano farsi ancora più contratti e piano piano questa nuova vita a due mi inghiotte con la sua bocca ingozzata di impegni, doveri, pressioni!
L'accusa è sempre la stessa: non è abbastanza!!!
Così rincorro, cerco di essere perfetta, di muovermi veloce, fino allo sfinimento e come un deja vue, osservo la vita e mi dico ...."cazzo è là fuori!" E io sono qui, incastrata fra un lavoro logorante, gli impegni domestici e i tanti progetti.
Vorrei fare solo il mio, ascoltare solo i miei bisogni e inseguire i tanti sogni e le passioni che entrano dal portone spalancato dei desideri.
Mi interrogo su questioni meno pratiche e poi mescolo il tutto con grande senso di colpa. Perché mi trovo a fuggire, a isolarmi con la fantasia e a chiedermi...."Perché? Perché l'hai fatto se non era quello che volevi?"
Perché tutto ha un prezzo e la libertà, nei sentimenti, non esiste!
La mia poi, di libertà, è piuttosto singolare e atipica. E mi manca da morire. Mi mancano gli spazi, i luoghi, il tempo pieno e rotondo delle soste e del gusto che amplifica la vista, i colori, la percezione di un luogo dove poter osservare le emozioni che sedimentano e lasciano spazio a un respiro! Insomma ...come un buon bicchiere di vino che lasci lì affinché si apra sotto il tuo naso!
Vorrei poter decidere della mia vita, senza tener conto delle aspettative altrui, senza cercare il timbro di approvazione; il bollino adesivo che trovo attaccato alla mela perfetta da addentare!
E' chiaro, quando parto di corsa verso nuove esperienze e allargati orizzonti, c'è chi mi riporta con il culo alla sedia! Questo è il luogo, questa la vita; pena l'abbandono, il disastro, una relazione che per il mio egoismo, non vive più i "momenti di una volta".
Così mi spacco a metà! Alle prese con un'identità prepotente che si fa strada; con l'dea che potrei essere felice in tutt'altro modo!
Il mio corpo si spezza in due, si divide proprio; e cede, divorato dal pensiero dell'ambiguità.
E mi chiedo cosa desidero, qual è il richiamo oltre la carne!
Ho un uomo amorevole, dei progetti comuni, momenti straordinari abitati insieme e nuovi ricordi da costruire.
Cosa mi manca? E' davvero un problema di identità sbagliata oppure voglio solo liberarmi?
Il mio corpo e il mio desiderio parlano chiaro. L'esame più vero l'ho sentito sotto la pelle e fra le mie braccia...in quell'istante un nuovo battito ha ripreso a pulsare!
Senza volerlo la mia fantasia è decollata; la ritrovo trasformata, più bella e con più senso...come se i tasselli di un puzzle infinito, in un istante, dessero forma all'immagine. Dopo un secolo!!!!
Qualche volta è difficile ammettere, una verità coinvolgente, trasformativa, che si moltiplica e alla quale è difficile dire "NO".
Non è solo il desiderio (che pure è potente), è l'idea di andare alla scoperta, di citarmi con le parole che mi appartengono, che mi descrivono.
Quando mi guardo allo specchio, vorrei riconoscermi e sentirmi a casa, nelle braccia, nelle gambe, nell'addome e nel petto. E invece...sono solo a metà e stento a riconoscermi!
Se penso alla mia vita mi sento morire perché è un dibattito e una costante rinuncia, in ogni caso; non ci sono bilance, non c'è una misura che decida il dolore di una perdita, specie se ciò che perdiamo è una parte di noi!
Nello spazio razionale vivo momenti di sentimento potente e idealizzo una vita normale; ma il mio lato volubile e di sognatrice insegue la libertà. Pura! Senza legami, senza castrazioni!
Se solo riuscissi a godere della mia natura senza complessi e colpe. Ad oggi quando penso all'amore mi sento proprio tranciata in due , sento il giudizio mostruoso: il mio.
A questo punto mi sento perduta, come se dentro di me il tempo delle scelte fosse maturo. Rimugino in continuazione sul da farsi, sulle priorità; poi rientro nella realtà, quella pratica, radente al suolo e mi do della stupida e dell'incoerente.
Eppure rinunciare ora mi è impossibile.
Già una volta ho mandato al macello un amore grande per poi mettere tutto a tacere per il dolore, la vergogna e il tradimento che ho provato! così ho rinunciato, ho messo tutto a tacere, ho perso i miei sogni e smesso di seguire un mondo che mi parlava!
Oggi i mondi che dialogano in continuazione sono almeno due, col risultato sconcertante che di tutto, non capisco una parola.
Nell'attesa della svolta, resto impietrita e incredula all'avvicinarsi degli eventi. Come un auto che invade la mia corsia dietro a una curva...me ne sto li col volante in mano, aspettando il botto.
Con il terrore negli occhi che presto gli altarini verranno allo scoperto e andrà all'aria tutta la mia vita!
E qual è la risposta giusta? Come si fa a mettere a tacere, a smettere di sognare e di desiderarsi veri?
Nell'arrampicata l'indecisione la pago a caro prezzo. Mezzo passo non salva niente! Nell'indecisione tra un appiglio e l'altro, resto incastrata in una posa incoerente e fuori da ogni prospettiva che prevede uno schianto. Nella migliore delle ipotesi è un ruzzolone fra gli arbusti, ma se è il precipizio che incontro posso andare in mille pezzi!