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'Golden Circle' di Tommaso Rizzi

26/11/2021

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Vorrei “dedicare” questo post al Golden Circle – modello creato e sviluppato da Simon Oliver Sinek. Il “cerchio d’oro” spiega come alcune aziende e alcuni leader , riescano a comunicare con successo quello in cui credono, ispirando e motivando le persone ad agire.
Sinek studiando il comportamento di aziende di successo e grandi personaggi è arrivato alla conclusione che i leader capaci d’ispirare pensano, agiscono e comunicano seguendo esattamente lo stesso modello rappresentato nel “cerchio d'oro”: tutti “partono dal perché”. Perché lo faccio, come lo faccio e cosa faccio.
“Non conta che cosa fate, ma perché lo fate”
Perché fai quello che fai? Qual è lo scopo? Qual è il motivo? In cosa credi?
Il modello raffigura anche il nostro cervello visto dall’alto. La parte del WHAT raffigura la neocorteccia – parte responsabile del pensiero razionale, dell’apprendimento e del linguaggio. La parte del HOW e del WHY rappresenta la parte limbica – responsabile di tutti i nostri sentimenti, dei comportamenti umani e del processo decisionale. La parte limbica, non ha alcuna capacità di linguaggio. Per questo motivo è così difficile esprimere a parole i sentimenti. 
Nella zona limbica sono presenti l’ippocampo e l’amigdala.
L’ippocampo fornisce un ricordo particolareggiato dal contesto, utile per l’emozione che gli attribuiamo. L’amigdala fa sua l’emozione che riaffiora quando ricordiamo quella determinata situazione o esperienza.
​Diciamo che tra mille volti è l’ippocampo che ti permette di riconoscere tua cugina, ma è l’amigdala ad aggiungere che ti sta antipatica.
Il cuore rappresenta il limbico, la parte sensibile del nostro cervello.
Le nostre decisioni partono da un “perché” – la componente emotiva della decisione – prima che entrino in gioco le componenti razionali. Perché lo faccio, quali sono i miei bisogni, quali sono i miei valori, in cosa credo, qual è la mia missione. Rispondere a queste domande ci permette di immergerci nella nostra consapevolezza. Quindi, abbiamo la risposta al nostro WHY, abbiamo condito con un pò di consapevolezza e ora ci mettiamo un pizzico di empatia (non è mai troppa quindi meglio un pò di più che un pò di meno non preoccupiamoci) e a fine cottura la capacità di comunicativa di trasmettere il nostro WHY ad altri: ed ecco il nostro LEADER.

Un Leader arriva a toccare il nostro libido, conquista il nostro cuore. Ha la capacità di suscitare in noi senso di appartenenza, di farci sentire speciali e importanti, al sicuro e in compagnia. Questo fa parte della loro capacità di ispirarci.  
Facendo così si capisce che un tipo di comunicazione che parte dall’interno e va verso l’esterno è più efficace e ci “tocca”, rispetto ad una comunicazione che parte dall’esterno e va all’interno.
Mi viene alla mente il famoso motto “conquistare il cuore e le menti” l’ordine delle parole è dovuta ad una semplice questione di ordine alfabetico? Perché nessuno si è mai proposto di conquistare prima le menti e poi il cuore?

Riuscire a conquistare il cuore prima della mente non è facile. Richiede un equilibrio delicato di arte e scienza, altra costruzione lessicale che forse non è frutto di semplice coincidenza. Perché non si parla prima di scienza e poi di arte? Forse è un indizio sottile che il sistema limbico ci manda per farci capire che l’arte della leadership consiste nel seguire il proprio cuore. Il nostro cervello ci sta dicendo che il perché deve venire prima di ogni cosa.
Questo è ciò che intendiamo quando parliamo di conquistare il cuore. Il cuore rappresenta il limbico, la parte sensibile del nostro cervello.
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