Nel coaching e ancor più nel counseling giocare con le immagini è un ottimo strumento che aiuta il cliente ad allenare l’attenzione ed esercitarsi con il ‘so-stare’ nel momento presente, guardando al proprio mondo interiore.
Hai mai provato a visualizzare un’immagine di qualsiasi genere e osservandola per alcuni minuti, sentire cosa suscita in te? Quali pensieri ti evoca, quali sensazioni ed emozioni emergono osservandone il contenuto?
L’elaborazione visiva e attentiva delle immagini agisce stimolando l’emisfero destro del cervello nella sua interpretazione emotiva e sensoriale degli stimoli che ne derivano.
Diventa così più facile mettersi in contatto con il proprio ‘sentire’ interiore ed osservare che cosa l’immagine riflette in noi. Ad esempio, osservare la foto di un leone susciterà stimoli particolari che non saranno gli stessi se si guarda uno scoiattolo, oppure guardare un bimbo che piange non sarà la stessa cosa che osservare un atleta mentre vince una competizione.
Un leone può destare un senso di audacia, forza e fierezza; da un bimbo che piange posso evocare ricordi passati o sensazioni di paura e tristezza.
E noi? Ci sono situazioni in cui ci riconosciamo forti e audaci? Oppure quand’è che ci sentiamo tristi o intimoriti? O vincenti come l’atleta?
Tutti noi sperimentiamo un ampio ventaglio di sentimenti ed emozioni, ma il più delle volte siamo poco consapevoli di come viviamo interiormente certe situazioni, rimanendo concentrati sull’analisi di fatti esterni e persone.
Al di là dell’interpretazione soggettiva delle sensazioni, il gioco e l’uso delle immagini offrono per tutti una maggior attenzione e centratura. L’immagine trasmette stimoli visivi e sensoriali che si riflettono al nostro interno e attivano connessioni dirette con i nostri pensieri e stati d’animo.
Da qui possiamo iniziare la nostra esplorazione e renderci più consapevoli ed esperti nello scoprirci anche ‘poeti’ di noi stessi.
“L’anima senza immaginazione è come un osservatorio senza un telescopio” (Henry Ward Beecher)
Hai mai provato a visualizzare un’immagine di qualsiasi genere e osservandola per alcuni minuti, sentire cosa suscita in te? Quali pensieri ti evoca, quali sensazioni ed emozioni emergono osservandone il contenuto?
L’elaborazione visiva e attentiva delle immagini agisce stimolando l’emisfero destro del cervello nella sua interpretazione emotiva e sensoriale degli stimoli che ne derivano.
Diventa così più facile mettersi in contatto con il proprio ‘sentire’ interiore ed osservare che cosa l’immagine riflette in noi. Ad esempio, osservare la foto di un leone susciterà stimoli particolari che non saranno gli stessi se si guarda uno scoiattolo, oppure guardare un bimbo che piange non sarà la stessa cosa che osservare un atleta mentre vince una competizione.
Un leone può destare un senso di audacia, forza e fierezza; da un bimbo che piange posso evocare ricordi passati o sensazioni di paura e tristezza.
E noi? Ci sono situazioni in cui ci riconosciamo forti e audaci? Oppure quand’è che ci sentiamo tristi o intimoriti? O vincenti come l’atleta?
Tutti noi sperimentiamo un ampio ventaglio di sentimenti ed emozioni, ma il più delle volte siamo poco consapevoli di come viviamo interiormente certe situazioni, rimanendo concentrati sull’analisi di fatti esterni e persone.
Al di là dell’interpretazione soggettiva delle sensazioni, il gioco e l’uso delle immagini offrono per tutti una maggior attenzione e centratura. L’immagine trasmette stimoli visivi e sensoriali che si riflettono al nostro interno e attivano connessioni dirette con i nostri pensieri e stati d’animo.
Da qui possiamo iniziare la nostra esplorazione e renderci più consapevoli ed esperti nello scoprirci anche ‘poeti’ di noi stessi.
“L’anima senza immaginazione è come un osservatorio senza un telescopio” (Henry Ward Beecher)