Mi capita spesso durante le mie lezioni di Pilates o posturale, sia di gruppo che individuali, d’invitare a eseguire l’esercizio nel “tempo del respiro”, oppure a “respirarci dentro”.
Che cosa voglio dire? Provo a descriverlo oggi.
Nelle attività dette sopra, e non solo, lo scopo principale è migliorare il tono muscolare, la flessibilità, la mobilità articolare. Attraverso il respiro cerco di far eseguire l’esercizio, in modo fluido, concentrato e presente, di prestare l’attenzione allo sforzo, all’escursione articolare, per aumentarne l’efficacia, per imparare a ascoltarsi a livelli più profondi.
Io stesso quando mi alleno, mi preparo, cerco quelle sensazioni, quel sentire profondo e intimo che rende l’esercizio più efficace, soddisfacente e pieno, e questo mi rimanda una sensazione di flusso, di “presenza”.
Entrano in campo, quindi, concentrazione, attenzione, ascolto del movimento, senso di benessere, percezione del tono muscolare, presenza a se' e rilassamento.
Queste sensazioni, per me sono molto nutrienti ed efficaci e per tale motivo cerco di portarle dentro le lezioni.
Alcune volte ho avuto modo di osservare, nei gruppi, la creazione di una coreografia armoniosa, all'interno di un tempo di esecuzione e nel “tempo del respiro”, dove persone di età, tipologia diversa, creano un’intensa sensazione di fluidità, presenza, sintonia.
Lo stesso percorso accade nelle lezioni da personal trainer, dove ricevo anche rimandi come: "Sono più rilassato"; "Ho la testa sgombera dai pensieri che avevo prima"; "Mi sento più alta e aperta"; "Adesso resto seduta dritta!";"La mia compagna mi ha detto che si sente la differenza quando vengo a lezione da te perché sono più paziente, rilassato e presente".
Tutto questo per dire che ricavarsi il tempo per ascoltare sé stessi, per fare esercizio fisico consapevole, imparare a conoscersi meglio e in profondità attraverso il corpo, restare nel movimento “respirandoci dentro, è un modo efficace per prepararsi al quotidiano, ai cambiamenti, per far fronte a nuove sfide, oppure arrivare con rinnovata energia e consapevolezza ad affrontare quelle vecchie. Il “sapere, saper essere, e saper fare”, convivono con grande armonia.
Che cosa voglio dire? Provo a descriverlo oggi.
Nelle attività dette sopra, e non solo, lo scopo principale è migliorare il tono muscolare, la flessibilità, la mobilità articolare. Attraverso il respiro cerco di far eseguire l’esercizio, in modo fluido, concentrato e presente, di prestare l’attenzione allo sforzo, all’escursione articolare, per aumentarne l’efficacia, per imparare a ascoltarsi a livelli più profondi.
Io stesso quando mi alleno, mi preparo, cerco quelle sensazioni, quel sentire profondo e intimo che rende l’esercizio più efficace, soddisfacente e pieno, e questo mi rimanda una sensazione di flusso, di “presenza”.
Entrano in campo, quindi, concentrazione, attenzione, ascolto del movimento, senso di benessere, percezione del tono muscolare, presenza a se' e rilassamento.
Queste sensazioni, per me sono molto nutrienti ed efficaci e per tale motivo cerco di portarle dentro le lezioni.
Alcune volte ho avuto modo di osservare, nei gruppi, la creazione di una coreografia armoniosa, all'interno di un tempo di esecuzione e nel “tempo del respiro”, dove persone di età, tipologia diversa, creano un’intensa sensazione di fluidità, presenza, sintonia.
Lo stesso percorso accade nelle lezioni da personal trainer, dove ricevo anche rimandi come: "Sono più rilassato"; "Ho la testa sgombera dai pensieri che avevo prima"; "Mi sento più alta e aperta"; "Adesso resto seduta dritta!";"La mia compagna mi ha detto che si sente la differenza quando vengo a lezione da te perché sono più paziente, rilassato e presente".
Tutto questo per dire che ricavarsi il tempo per ascoltare sé stessi, per fare esercizio fisico consapevole, imparare a conoscersi meglio e in profondità attraverso il corpo, restare nel movimento “respirandoci dentro, è un modo efficace per prepararsi al quotidiano, ai cambiamenti, per far fronte a nuove sfide, oppure arrivare con rinnovata energia e consapevolezza ad affrontare quelle vecchie. Il “sapere, saper essere, e saper fare”, convivono con grande armonia.