Perché oggi fatico cosí tanto. Non ho voglia di usare il cervello. Provo quasi dolore nel farlo funzionare. Concentrarmi su quello che voglio scrivere. Concentrarmi su un articolo che sto leggendo per il lavoro o su una dispensa che devo studiare per il nuovo percorso di crescita personale che ho scelto di intraprendere.
Alle elementari quando dovevo imparare una poesia a memoria mi chiudevo in bagno e dopo poco tempo uscivo ricordandomela perfettamente. Nessuna fatica. Adesso solo al pensiero di dover imparare a memoria una poesia provo dolore, direi dolore intenso. Dove? Dappertutto. Nel cervello, negli arti, nella cassa toracica…
Mi chiedo: Come mai? Non trovo una risposta. Forse non mi piace. Forse non mi interessa. Non è una mia passione? Forse mi ricorda dei momenti dolorosi che ho rimosso dalla memoria. Sono diventata pigra?
Forse sono troppo stanca? Stanca di dovermi comunque sempre impegnare in qualche attivitá?
Magari un pó di noia mi farebbe bene. Come quando da bambini si correva dalla mamma dicendo: “Cosa faccio adesso? Mi annoio!” Tuttavia da bambini si trovava sempre un gioco da fare o ce lo si inventava con la fantasia e ci si perdeva per delle ore. Perché adesso non ci riesco piú o almeno non sempre e non sempre con la facilitá che mi ricordo avevo da bambina?
Se leggo un romanzo che mi appassiona non provo questo disagio. Leggo.. leggo… leggo e il tempo vola mentre mi immedesimo totalmente nel libro, mi appassiono ai personaggi, li faccio miei e me li immagino realmente.
Per contro invece l’attivitá fisica, direi qualunque, ma la mia preferita resta sicuramente la bici da corsa, provo tutt’altre sensazioni. Riesco a pedalare pedalare per ore anche se le mie gambe bruciano, ho il cervello libero da pensieri, come spento. Godo solo del momento presente della fatica fisica fine a se stessa. Ma anche queste certe volte é troppa, e allora rallento e mi ritrovo nella “comfort zone” del mio corpo, nella quale non provo né dolore ai muscoli né fatica. Fluttuo liberamente nel nulla muovendomi nella natura e non provando nessun tipo di disagio, solamente piacere puro.
Stessa cosa la provo nei tuffi in apnea. Un respiro e via: silenzio totale rilassamento ed introspezione totale. Tutto intorno a me scompare e rimane il cavo che nella mia immaginazione di apneista si illumina e mi fa da guida sia nella discesa e che nella risalita.
La pesca in apnea da ancora sensazioni diverse, divertimento nel seguire i pesci, nuotare tra le posidonie, scegliere con cura la preda e magari lasciarla andare perché troppo piccola o perché ti guarda con due occhioni dolci dolci ma anche intelligenti che ti fanno tanta tanta tenerezza.
...e tutta la fatica sparisce….
Alle elementari quando dovevo imparare una poesia a memoria mi chiudevo in bagno e dopo poco tempo uscivo ricordandomela perfettamente. Nessuna fatica. Adesso solo al pensiero di dover imparare a memoria una poesia provo dolore, direi dolore intenso. Dove? Dappertutto. Nel cervello, negli arti, nella cassa toracica…
Mi chiedo: Come mai? Non trovo una risposta. Forse non mi piace. Forse non mi interessa. Non è una mia passione? Forse mi ricorda dei momenti dolorosi che ho rimosso dalla memoria. Sono diventata pigra?
Forse sono troppo stanca? Stanca di dovermi comunque sempre impegnare in qualche attivitá?
Magari un pó di noia mi farebbe bene. Come quando da bambini si correva dalla mamma dicendo: “Cosa faccio adesso? Mi annoio!” Tuttavia da bambini si trovava sempre un gioco da fare o ce lo si inventava con la fantasia e ci si perdeva per delle ore. Perché adesso non ci riesco piú o almeno non sempre e non sempre con la facilitá che mi ricordo avevo da bambina?
Se leggo un romanzo che mi appassiona non provo questo disagio. Leggo.. leggo… leggo e il tempo vola mentre mi immedesimo totalmente nel libro, mi appassiono ai personaggi, li faccio miei e me li immagino realmente.
Per contro invece l’attivitá fisica, direi qualunque, ma la mia preferita resta sicuramente la bici da corsa, provo tutt’altre sensazioni. Riesco a pedalare pedalare per ore anche se le mie gambe bruciano, ho il cervello libero da pensieri, come spento. Godo solo del momento presente della fatica fisica fine a se stessa. Ma anche queste certe volte é troppa, e allora rallento e mi ritrovo nella “comfort zone” del mio corpo, nella quale non provo né dolore ai muscoli né fatica. Fluttuo liberamente nel nulla muovendomi nella natura e non provando nessun tipo di disagio, solamente piacere puro.
Stessa cosa la provo nei tuffi in apnea. Un respiro e via: silenzio totale rilassamento ed introspezione totale. Tutto intorno a me scompare e rimane il cavo che nella mia immaginazione di apneista si illumina e mi fa da guida sia nella discesa e che nella risalita.
La pesca in apnea da ancora sensazioni diverse, divertimento nel seguire i pesci, nuotare tra le posidonie, scegliere con cura la preda e magari lasciarla andare perché troppo piccola o perché ti guarda con due occhioni dolci dolci ma anche intelligenti che ti fanno tanta tanta tenerezza.
...e tutta la fatica sparisce….