Ogni giorno inizia pressoché allo stesso modo. Anche oggi!
E' l'alba e a piedi scalzi, senza giacca mi regalo qualche istante di freddo vivificante, mentre sorseggio il mio caffè; guardo giù, ai piedi della mia collina silenziosa, dove dimorano le case, le fabbriche...le strade. Tutto tace. Solo il rumore della natura che si sveglia.
Mi regalo un respiro di quiete ogni mattina, prima di infilarmi le scarpe della vita e iniziare a correre la mia giornata che sempre mi sembra troppo lunga e troppo rapida allo stesso tempo; ma questo è il solo momento di pura lucidità dove leggo la realtà per quello che è, in quell'istante breve, brevissimo (dieci gocce di caffè) in cui tutto mi appare semplice e nudo esattamente così con i piedi a terra, il freddo che si infila fra le costole e un'immagine quasi rarefatta, ristretta come il mio caffè!
Anche oggi!
Il silenzio però mi appare diverso, c'è qualcosa in quell'istante che, se possibile, mi fa sentire ancora più viva, dico viva come essere umano appartenente alla specie dell'umanità!
In questi giorni difficili è una percezione comune il senso di una realtà mutata, soverchiata, una specie di astrazione. Una pellicola che si stende come un velo inquieto e irreale sulle nostre minuscole vite. Come uno tsunami invisibile che ci ha accartocciati, ci ha raggiunti tutti quanti strappandoci via dalle nostre certezze, dalla quotidianità così come siamo abituati a viverla, molte volte senza prestare grande attenzione a ciò che è fondamentale e vitale.
Mescolati e rimescolati, trascinati da una moltitudine di sentimenti, spesso di paura, incertezza, negazione...qualche volta terrore puro.
Siamo abituati ad osservare le tragedie da lontano, più che altro su uno schermo. Riguardano gli altri, sono eventi spesso percepiti troppo grandi e distanti per giungere completamente alla nostra comprensione. Questa volta abbiamo osservato la Cina, come un mondo lontano, troppo distante dalla nostra quotidianità e pochi mesi dopo, uscendo dalle nostre sicure abitazioni, dai nostri abituali luoghi di lavoro, ci siamo ritrovati con la distanza appoggiata al negozio sotto casa, proprio dove ci rechiamo a prendere il pane. Una quotidianità limata ogni giorno di più, che ci dà la misura di un evento globale, umano, mondiale proprio sotto i nostri piedi piccolissimi.
E proprio quando i piedi devono restare ben ancorati a terra l'ondata ci ha raggiunti e travolti, ma quello che ci ha scaraventati fuori (fuori dalle nostre vite) sono state le parole. Le parole hanno un peso e non c'è spazio per nient'altro adesso!
Sui social impazzano messaggi di ogni genere, anche i media hanno fornito immagini e notizie in molti casi tendenziose e morbose. L'epidemia si è diffusa, un'epidemia soffocante di messaggi obliqui tramutati in pensieri, certezze, verità, scherno, giudizio; un magma caotico e trascinante che non lascia spazio ahimè alla tutela, alla ragione e al rispetto.
Parlo di rispetto in senso stretto, quel rispetto silenzioso che ci dovrebbe far zittire tutti quando siamo di fronte a una tragedia umana, sociale ed economica.
Questa volta siamo noi gli attori!
Mi interrogo in questi giorni su molte cose cercando di dare una dimensione affrontabile e una lettura contenibile degli eventi.
Mi chiedo come sto, come mi sento, cosa sento di importante per me e quali sono le cose di cui posso fare a meno.
Scopro che il tempo è prezioso nella dimensione in cui lo utilizzo a un ritmo che di solito non mi è concesso. Scopro che, nonostante tutto, mi sento perfettamente ancorata e salda in attesa di quello che deve accadere, qualunque cosa accada. Sento la vicinanza delle persone che amo (e mi basta questo) nonostante l'inquietudine e l'incertezza per il futuro. Mi sento sull'onda e nell'onda e la mia speranza è fuori, verso tutti, ma proprio tutti.
Sento il brusio, troppo rumore inutile che mi distoglie dal mio essere concentrata.
Un sottofondo spiacevole che non posso più sentire; mi ronza nella testa in continuazione, ogni volta che guardo il telefono: decine di chat, video, immagini, aforismi del caz.., critiche inutili, messaggi spostanti, persone che scrivono la vera verità o mi dicono cosa devo fare, cosa devo pensare, di cosa mi devo convincere, come mi devo salvare, chi devo odiare, chi devo incolpare!
Basta cxxxo! Basta.
Fate silenzio!
Così spengo tutto, chiudo tutto! Non è odio, n'è giudizio, n'è risentimento ma adesso più che mai, sento il bisogno di un po' di purezza e delle cose imprescindibili.
Faccio un passo indietro, anzi lo faccio fuori esattamente come lo faccio ogni mattina quando me ne sto mezza nuda a sentire la vita, solo quella, fuori e dentro, nel dettaglio dell'autenticità prima di piombare in un circo che poco mi appartiene.
Sento che il mio corpo ha un valore in questo momento, più forte, più acuto. E' come se mi percepissi “double face”. Sento che l'essenziale è ben vivo dentro di me e possiedo già tutti gli strumenti. Lo faccio da tanto, specie nei momenti di caos! Lo insegno pure!
Respira bene, rilassati, prendi consapevolezza di ciò che sei e sai fare, guarda bene l'acqua sotto di te, è la natura, è solo acqua, è tutta la vita dentro a un respiro che poi ritorna, e ritorna più vero!
Oggi indosso le scarpe della mia vita ma vado un po' più piano e guardo in su!
E' l'alba e a piedi scalzi, senza giacca mi regalo qualche istante di freddo vivificante, mentre sorseggio il mio caffè; guardo giù, ai piedi della mia collina silenziosa, dove dimorano le case, le fabbriche...le strade. Tutto tace. Solo il rumore della natura che si sveglia.
Mi regalo un respiro di quiete ogni mattina, prima di infilarmi le scarpe della vita e iniziare a correre la mia giornata che sempre mi sembra troppo lunga e troppo rapida allo stesso tempo; ma questo è il solo momento di pura lucidità dove leggo la realtà per quello che è, in quell'istante breve, brevissimo (dieci gocce di caffè) in cui tutto mi appare semplice e nudo esattamente così con i piedi a terra, il freddo che si infila fra le costole e un'immagine quasi rarefatta, ristretta come il mio caffè!
Anche oggi!
Il silenzio però mi appare diverso, c'è qualcosa in quell'istante che, se possibile, mi fa sentire ancora più viva, dico viva come essere umano appartenente alla specie dell'umanità!
In questi giorni difficili è una percezione comune il senso di una realtà mutata, soverchiata, una specie di astrazione. Una pellicola che si stende come un velo inquieto e irreale sulle nostre minuscole vite. Come uno tsunami invisibile che ci ha accartocciati, ci ha raggiunti tutti quanti strappandoci via dalle nostre certezze, dalla quotidianità così come siamo abituati a viverla, molte volte senza prestare grande attenzione a ciò che è fondamentale e vitale.
Mescolati e rimescolati, trascinati da una moltitudine di sentimenti, spesso di paura, incertezza, negazione...qualche volta terrore puro.
Siamo abituati ad osservare le tragedie da lontano, più che altro su uno schermo. Riguardano gli altri, sono eventi spesso percepiti troppo grandi e distanti per giungere completamente alla nostra comprensione. Questa volta abbiamo osservato la Cina, come un mondo lontano, troppo distante dalla nostra quotidianità e pochi mesi dopo, uscendo dalle nostre sicure abitazioni, dai nostri abituali luoghi di lavoro, ci siamo ritrovati con la distanza appoggiata al negozio sotto casa, proprio dove ci rechiamo a prendere il pane. Una quotidianità limata ogni giorno di più, che ci dà la misura di un evento globale, umano, mondiale proprio sotto i nostri piedi piccolissimi.
E proprio quando i piedi devono restare ben ancorati a terra l'ondata ci ha raggiunti e travolti, ma quello che ci ha scaraventati fuori (fuori dalle nostre vite) sono state le parole. Le parole hanno un peso e non c'è spazio per nient'altro adesso!
Sui social impazzano messaggi di ogni genere, anche i media hanno fornito immagini e notizie in molti casi tendenziose e morbose. L'epidemia si è diffusa, un'epidemia soffocante di messaggi obliqui tramutati in pensieri, certezze, verità, scherno, giudizio; un magma caotico e trascinante che non lascia spazio ahimè alla tutela, alla ragione e al rispetto.
Parlo di rispetto in senso stretto, quel rispetto silenzioso che ci dovrebbe far zittire tutti quando siamo di fronte a una tragedia umana, sociale ed economica.
Questa volta siamo noi gli attori!
Mi interrogo in questi giorni su molte cose cercando di dare una dimensione affrontabile e una lettura contenibile degli eventi.
Mi chiedo come sto, come mi sento, cosa sento di importante per me e quali sono le cose di cui posso fare a meno.
Scopro che il tempo è prezioso nella dimensione in cui lo utilizzo a un ritmo che di solito non mi è concesso. Scopro che, nonostante tutto, mi sento perfettamente ancorata e salda in attesa di quello che deve accadere, qualunque cosa accada. Sento la vicinanza delle persone che amo (e mi basta questo) nonostante l'inquietudine e l'incertezza per il futuro. Mi sento sull'onda e nell'onda e la mia speranza è fuori, verso tutti, ma proprio tutti.
Sento il brusio, troppo rumore inutile che mi distoglie dal mio essere concentrata.
Un sottofondo spiacevole che non posso più sentire; mi ronza nella testa in continuazione, ogni volta che guardo il telefono: decine di chat, video, immagini, aforismi del caz.., critiche inutili, messaggi spostanti, persone che scrivono la vera verità o mi dicono cosa devo fare, cosa devo pensare, di cosa mi devo convincere, come mi devo salvare, chi devo odiare, chi devo incolpare!
Basta cxxxo! Basta.
Fate silenzio!
Così spengo tutto, chiudo tutto! Non è odio, n'è giudizio, n'è risentimento ma adesso più che mai, sento il bisogno di un po' di purezza e delle cose imprescindibili.
Faccio un passo indietro, anzi lo faccio fuori esattamente come lo faccio ogni mattina quando me ne sto mezza nuda a sentire la vita, solo quella, fuori e dentro, nel dettaglio dell'autenticità prima di piombare in un circo che poco mi appartiene.
Sento che il mio corpo ha un valore in questo momento, più forte, più acuto. E' come se mi percepissi “double face”. Sento che l'essenziale è ben vivo dentro di me e possiedo già tutti gli strumenti. Lo faccio da tanto, specie nei momenti di caos! Lo insegno pure!
Respira bene, rilassati, prendi consapevolezza di ciò che sei e sai fare, guarda bene l'acqua sotto di te, è la natura, è solo acqua, è tutta la vita dentro a un respiro che poi ritorna, e ritorna più vero!
Oggi indosso le scarpe della mia vita ma vado un po' più piano e guardo in su!