A chi non è mai capitato di commettere un errore nella vita?
Sbagliare è umano! Fa parte di noi, della vita, del semplice fatto di essere umani e per questo esseri in continuo cambiamento ed evoluzione.
A questo proposito lo scienziato Albert Einstein diceva: “Non hai mai commesso un errore se non hai mai tentato qualcosa di nuovo”.
Ci sono errori che facciamo senza sentirci in colpa per averli commessi e poi ci sono errori che lasciano delle cicatrici nell’anima, che pesano su di noi come macigni, che soffocano il nostro respiro e dai quali sembra impossibile liberarsene.
Si dice che non vediamo le cose per quello che sono, ma che il più delle volte è il nostro modo di vedere e percepire le cose che attribuisce a quest’ultime un valore e un significato. Da qui possiamo dedurre come il nostro modo di percepire e guardare all’errore commesso possa influenzare il modo in cui ci sentiamo.
Errare è umano, è esperienza e l’esperienza insegna! Su questo non si discute, il problema è che quando percepiamo i nostri errori dandogli una connotazione estremamente negativa, tendiamo a giudicarli come parte del nostro essere e non come singola azione. Quando succede questo, il fatto di commettere un errore ci porta inevitabilmente a sentirci persone sbagliate!
Questo capita perché troppo spesso leghiamo il nostro valore ai nostri comportamenti anziché attribuire il nostro valore alla nostra essenza. Ci condanniamo così a vivere queste azioni con un carico eccessivo di ansia e di giudizio negativo verso noi stessi che non lascia scampo alla libertà di essere.
Se è vero che sbagliare è umano, sapersi perdonare è davvero complicato!
Ci vuole forza e umiltà per imparare, e soprattutto accettare, che sbagliare può succedere e che il più delle volte è necessario.
Sbagliare è condizione dell’apprendimento: “sbagliando si impara”. È necessario alla nostra crescita.
E allora, quando a seguito di un errore assumiamo un atteggiamento di rimprovero e di giudizio negativo verso noi stessi restando così impantanati nei sensi di colpa, concediamoci invece il tempo per osservare il nostro comportamento, per capire le ragioni che ci hanno spinto ad agire in quel modo, per accettare la nostra imperfezione e per considerare i nostri errori come ammissibili, sopportabili e perdonabili per poter poi imparare da essi, eliminare il giudizio e riguadagnarci la libertà di essere.
Sbagliare è umano! Fa parte di noi, della vita, del semplice fatto di essere umani e per questo esseri in continuo cambiamento ed evoluzione.
A questo proposito lo scienziato Albert Einstein diceva: “Non hai mai commesso un errore se non hai mai tentato qualcosa di nuovo”.
Ci sono errori che facciamo senza sentirci in colpa per averli commessi e poi ci sono errori che lasciano delle cicatrici nell’anima, che pesano su di noi come macigni, che soffocano il nostro respiro e dai quali sembra impossibile liberarsene.
Si dice che non vediamo le cose per quello che sono, ma che il più delle volte è il nostro modo di vedere e percepire le cose che attribuisce a quest’ultime un valore e un significato. Da qui possiamo dedurre come il nostro modo di percepire e guardare all’errore commesso possa influenzare il modo in cui ci sentiamo.
Errare è umano, è esperienza e l’esperienza insegna! Su questo non si discute, il problema è che quando percepiamo i nostri errori dandogli una connotazione estremamente negativa, tendiamo a giudicarli come parte del nostro essere e non come singola azione. Quando succede questo, il fatto di commettere un errore ci porta inevitabilmente a sentirci persone sbagliate!
Questo capita perché troppo spesso leghiamo il nostro valore ai nostri comportamenti anziché attribuire il nostro valore alla nostra essenza. Ci condanniamo così a vivere queste azioni con un carico eccessivo di ansia e di giudizio negativo verso noi stessi che non lascia scampo alla libertà di essere.
Se è vero che sbagliare è umano, sapersi perdonare è davvero complicato!
Ci vuole forza e umiltà per imparare, e soprattutto accettare, che sbagliare può succedere e che il più delle volte è necessario.
Sbagliare è condizione dell’apprendimento: “sbagliando si impara”. È necessario alla nostra crescita.
E allora, quando a seguito di un errore assumiamo un atteggiamento di rimprovero e di giudizio negativo verso noi stessi restando così impantanati nei sensi di colpa, concediamoci invece il tempo per osservare il nostro comportamento, per capire le ragioni che ci hanno spinto ad agire in quel modo, per accettare la nostra imperfezione e per considerare i nostri errori come ammissibili, sopportabili e perdonabili per poter poi imparare da essi, eliminare il giudizio e riguadagnarci la libertà di essere.