La consapevolezza che mettiamo nel comprendere le nostre emozioni e i nostri stati d’animo è fondamentale per la buona riuscita della nostra intera esistenza.
Come parliamo a noi stessi, il nostro dialogo interiore, è la nostra più grande risorsa.
Quello che pensiamo in ogni istante, nella nostra mente, di cosa è frutto?
Di retaggi culturali?
Di influenze esterne che possono derivare dalla famiglia, dalle amicizie, da ciò che abbiamo letto o studiato? Dalla televisione?
O dai nostri filtri mentali che ci rappresentano la realtà e ciò che ci circonda in diverse sfumature di colore?
Siamo in grado di essere obiettivi verso gli altri e verso noi stessi?
Sappiamo distinguere se ciò che nasce dentro di noi deriva da una emozione pura e ripulita da ogni scoria mentale oppure agiamo spinti da sentimenti che non hanno nulla a che fare con la purezza del cuore?
Quando guardiamo un paesaggio, sappiamo godere dello spettacolo, della meraviglia di ciò che la natura ci sta offrendo oppure i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni, i nostri problemi prendono il sopravvento e non ci permettono di provare l’estasi della contemplazione?
I nostri desideri sono veri o sono presi in prestito?
Dal libro Il potenziale umano di Daniele Trevisani, formatore aziendale, consulente e coach:
Ogni pensiero, azione e comportamento dell’individuo deve trovare una coerenza con ogni altro pensiero, intenzione, comportamento, valore.
Quando questo non succede l’individuo subisce forme di crisi, piccole o grandi, legate ad un senso di instabilità psicologica interna.
La prima ed assoluta capacità da coltivare nel percorso verso il potenziale umano è la ricerca e riduzione delle dissonanze interne e delle incongruenze interiori che minano la stabilità della persona.
Marsha Linehan, professoressa di psicologia, psichiatria e scienze del comportamento all’Università di Washington, nel libro Una vita degna di essere vissuta scrive:
Tutto in natura è un equilibrio dinamico tra forze opposte, si può essere deboli e al contempo forti, si può essere felici e anche tristi, tutto è in un costante stato di cambiamento.
Non esiste una verità assoluta e nemmeno una verità relativa; non c’è qualcosa che sia in assoluto giusta o sbagliata.
La verità si evolve nel tempo.
Valori ritenuti validi in passato potrebbero non esserlo nel presente, la disponibilità è l’apertura a ciò che è.
Si tratta di diventare tutt’uno con l’universo, di partecipare ad esso, di fare ciò che è necessario nel momento presente.
E ancora:
Molti di noi tendono a vedere la realtà come costituita da categorie contrapposte del tipo “o l’uno o l’altro” piuttosto che considerarla come un “tutto” composto da “questo e quello”.
Spesso siamo bloccati sia nella tesi sia nell’antitesi, impossibilitati a procedere verso la sintesi.
È l’impossibilità di chiederci “che cosa sto tralasciando?” e “in cosa sto esagerando?” che ci mette nei guai.
E noi, siamo capaci di vivere questo momento come se fosse il primo e contemporaneamente l’ultimo istante della nostra vita?
Il coaching si basa su domande potenti e ispiratrici.
Vi lascio le mie domande, come se fossero ruscelli di montagna, raggi di sole, onde del mare, voli di uccelli, affinché vi possano ispirare ogni giorno e aiutare a trovare la luce che vi guiderà verso il vostro senso della vita.
“è come se ognuno narrasse una storia su di sé nella propria testa. Sempre. Tutto il tempo. Quella storia ti rende ciò che sei. Noi ci modelliamo attorno a quella storia “
P. Rothfuss
Come parliamo a noi stessi, il nostro dialogo interiore, è la nostra più grande risorsa.
Quello che pensiamo in ogni istante, nella nostra mente, di cosa è frutto?
Di retaggi culturali?
Di influenze esterne che possono derivare dalla famiglia, dalle amicizie, da ciò che abbiamo letto o studiato? Dalla televisione?
O dai nostri filtri mentali che ci rappresentano la realtà e ciò che ci circonda in diverse sfumature di colore?
Siamo in grado di essere obiettivi verso gli altri e verso noi stessi?
Sappiamo distinguere se ciò che nasce dentro di noi deriva da una emozione pura e ripulita da ogni scoria mentale oppure agiamo spinti da sentimenti che non hanno nulla a che fare con la purezza del cuore?
Quando guardiamo un paesaggio, sappiamo godere dello spettacolo, della meraviglia di ciò che la natura ci sta offrendo oppure i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni, i nostri problemi prendono il sopravvento e non ci permettono di provare l’estasi della contemplazione?
I nostri desideri sono veri o sono presi in prestito?
Dal libro Il potenziale umano di Daniele Trevisani, formatore aziendale, consulente e coach:
Ogni pensiero, azione e comportamento dell’individuo deve trovare una coerenza con ogni altro pensiero, intenzione, comportamento, valore.
Quando questo non succede l’individuo subisce forme di crisi, piccole o grandi, legate ad un senso di instabilità psicologica interna.
La prima ed assoluta capacità da coltivare nel percorso verso il potenziale umano è la ricerca e riduzione delle dissonanze interne e delle incongruenze interiori che minano la stabilità della persona.
Marsha Linehan, professoressa di psicologia, psichiatria e scienze del comportamento all’Università di Washington, nel libro Una vita degna di essere vissuta scrive:
Tutto in natura è un equilibrio dinamico tra forze opposte, si può essere deboli e al contempo forti, si può essere felici e anche tristi, tutto è in un costante stato di cambiamento.
Non esiste una verità assoluta e nemmeno una verità relativa; non c’è qualcosa che sia in assoluto giusta o sbagliata.
La verità si evolve nel tempo.
Valori ritenuti validi in passato potrebbero non esserlo nel presente, la disponibilità è l’apertura a ciò che è.
Si tratta di diventare tutt’uno con l’universo, di partecipare ad esso, di fare ciò che è necessario nel momento presente.
E ancora:
Molti di noi tendono a vedere la realtà come costituita da categorie contrapposte del tipo “o l’uno o l’altro” piuttosto che considerarla come un “tutto” composto da “questo e quello”.
Spesso siamo bloccati sia nella tesi sia nell’antitesi, impossibilitati a procedere verso la sintesi.
È l’impossibilità di chiederci “che cosa sto tralasciando?” e “in cosa sto esagerando?” che ci mette nei guai.
E noi, siamo capaci di vivere questo momento come se fosse il primo e contemporaneamente l’ultimo istante della nostra vita?
Il coaching si basa su domande potenti e ispiratrici.
Vi lascio le mie domande, come se fossero ruscelli di montagna, raggi di sole, onde del mare, voli di uccelli, affinché vi possano ispirare ogni giorno e aiutare a trovare la luce che vi guiderà verso il vostro senso della vita.
“è come se ognuno narrasse una storia su di sé nella propria testa. Sempre. Tutto il tempo. Quella storia ti rende ciò che sei. Noi ci modelliamo attorno a quella storia “
P. Rothfuss