Probabilmente il nostro tempo sta fluendo in modo diverso dagli altri. Come i treni di inizio secolo, che partivano all’ora giusta dalla città di origine, ma non si incrociavano mai puntualmente (ogni città aveva il proprio orario), così noi abbiamo il nostro segnatempo interiore che fatichiamo ad armonizzare con quello degli altri.
Questo dipende dalla nostra organizzazione psicologica di impegni e scelte, ognuna delle quali è sempre ordinata quando la determiniamo, ma si scompiglia man mano che procediamo nella sua realizzazione. Questo processo si chiama entropia.
Nel nostro piccolo, viviamo l’entropia come qualcosa che passa, nel suo sviluppo, dall’ordine alla confusione. Ogni volta che prendiamo una decisione, questa è il frutto di una armonia di condizioni che, mentre si dispiegano, si scompongono e fanno sentire tutto il ’caos’ del loro svolgimento.
Quindi è naturale percepire il desiderio di superare il difficile momento che tutti attraversiamo: è l’espressione di un ordine interiore di alto livello. Così come è faticoso tenere insieme le ragioni che dipendono da quelle scelte: lavoro, studio, preparazione, verifiche. Quando le troviamo lungo la nostra strada come manifestazioni di forze centrifughe, e quindi ‘ansiogene’, non sembriamo essere gli artefici di quelle condizioni. Eppure, la nostra idea iniziale era chiara: ‘volevamo brindare al tavolo dei nostri desideri più ambiziosi’.
E ora che il bicchiere è caduto (le scelte sono fatte) ed i frantumi esplodono in mille direzioni (gli impegni ed i problemi si moltiplicano) facciamo in modo di modificare le frecce di quelle ‘fughe’ per rivoltarle al centro, una per una, all’idea originaria.
Quindi brindiamo al piacere di scelte consapevoli, il cui dispiegamento ci regala, sì, ‘caos’, ma soprattutto ‘scoperte’.
Questo dipende dalla nostra organizzazione psicologica di impegni e scelte, ognuna delle quali è sempre ordinata quando la determiniamo, ma si scompiglia man mano che procediamo nella sua realizzazione. Questo processo si chiama entropia.
Nel nostro piccolo, viviamo l’entropia come qualcosa che passa, nel suo sviluppo, dall’ordine alla confusione. Ogni volta che prendiamo una decisione, questa è il frutto di una armonia di condizioni che, mentre si dispiegano, si scompongono e fanno sentire tutto il ’caos’ del loro svolgimento.
Quindi è naturale percepire il desiderio di superare il difficile momento che tutti attraversiamo: è l’espressione di un ordine interiore di alto livello. Così come è faticoso tenere insieme le ragioni che dipendono da quelle scelte: lavoro, studio, preparazione, verifiche. Quando le troviamo lungo la nostra strada come manifestazioni di forze centrifughe, e quindi ‘ansiogene’, non sembriamo essere gli artefici di quelle condizioni. Eppure, la nostra idea iniziale era chiara: ‘volevamo brindare al tavolo dei nostri desideri più ambiziosi’.
E ora che il bicchiere è caduto (le scelte sono fatte) ed i frantumi esplodono in mille direzioni (gli impegni ed i problemi si moltiplicano) facciamo in modo di modificare le frecce di quelle ‘fughe’ per rivoltarle al centro, una per una, all’idea originaria.
Quindi brindiamo al piacere di scelte consapevoli, il cui dispiegamento ci regala, sì, ‘caos’, ma soprattutto ‘scoperte’.