Bene arrivato Settembre, un estate così calda penso molti di noi la ricorderanno a lungo. Assaporando le prime piogge sembra così lontana la mia esperienza della raccolta per la distillazione dell'Issopo e della Lavanda che mi ha visto protagonista in Luglio, a casa di una delle distillatrici italiane Emanuela Grazian a Borgo Val di Taro Parma.
L'Appennino Tosco Emiliano ha lasciato una traccia indelebile nelle nostre coscienze di raccoglitrici. Questa esperienza dal punto di vista personale mi ha fatto comprendere più profondamente il messaggio che ogni pianta ha da donare all'essere umano, se lui stesso è aperto a riceverlo.
La prima cosa che si intuisce è quanto amore, dedizione, forza interiore ci vuole per fare questo tipo di lavoro, e non ha prezzo quella goccia di essenza che se ne ricava dopo ore passate sotto al sol leone. Si perchè qui la materia prima viene ancora raccolta tutta a mano, e poi ci vogliono molte ore di attesa per poter godere del nettare della distillazione.
Nella foto ci vedete bene "armate" con il falcetto, fa parte del kit del “raccoglitore di essenza”.
Questo non si può definire un lavoro ma una vera e propria vocazione alla Natura e alla propria missione.
Raccogliere e distillare è un'esperienza unica e come tale va vissuta per meglio comprendere il territorio dove le piante crescono.
Respirare il Vivente, è ciò che accade quando rimaniamo in silenzio a contatto con la natura, è senza dubbio un momento sacro, è un modo di comunicare molto lontano da quello a cui siamo abituati quotidianamente. La natura stabilisce dei ritmi che bisogna assolutamente rispettare, questo è forse l’educazione più severa che si impara rimanendo in relazione con lei. Si entra in uno stato di meditazione, non hai il pensiero della critica o lamentela da ufficio, si è pienamente presenti al qui ed ora. Non puoi sbagliare il taglio della pianta ne va della sua salute, della sua prossima fioritura, del prossimo raccolto. La presenza totale è fondamentale, come lo è lo stato d’animo di chi raccoglie.
La “pausa caffè” diventa il momento per ascoltare come sta il tuo corpo, indolenzito per la posizione di “devozione” nell’atto della raccolta… il resto è esperienza del raccoglitore.
Io come educatrice di Aromaterapia Alchemica sento il bisogno di entrare sempre più in contatto con gli esseri della natura e con il loro modo di esprimersi, che rimane sconosciuto ai più, proprio perchè non c'è coscienza a questo linguaggio. Più diventiamo umili di fronte al Divino e più lui si manifesta, ci parla con un linguaggio che possiamo definire telepatico, ed è quello che cerco di far sperimentare nei miei corsi e nelle meditazioni olfattive. L’essenza delle piante è la forza del territorio dove vivono e raccoglierne la sapienza attraverso rituali che si tramandano da millenni mi fa comprendere quanto l’uomo ha bisogno di essere vicino alla natura, e mi fa notare quanto ci stiamo allontanando da essa.
Chiudo questa mia condivisione citando Goethe: “ Un cuore che cerca sente bene che qualcosa gli manca; ma un cuore che ha perduto sa di cosa è stato privato.”
L'Appennino Tosco Emiliano ha lasciato una traccia indelebile nelle nostre coscienze di raccoglitrici. Questa esperienza dal punto di vista personale mi ha fatto comprendere più profondamente il messaggio che ogni pianta ha da donare all'essere umano, se lui stesso è aperto a riceverlo.
La prima cosa che si intuisce è quanto amore, dedizione, forza interiore ci vuole per fare questo tipo di lavoro, e non ha prezzo quella goccia di essenza che se ne ricava dopo ore passate sotto al sol leone. Si perchè qui la materia prima viene ancora raccolta tutta a mano, e poi ci vogliono molte ore di attesa per poter godere del nettare della distillazione.
Nella foto ci vedete bene "armate" con il falcetto, fa parte del kit del “raccoglitore di essenza”.
Questo non si può definire un lavoro ma una vera e propria vocazione alla Natura e alla propria missione.
Raccogliere e distillare è un'esperienza unica e come tale va vissuta per meglio comprendere il territorio dove le piante crescono.
Respirare il Vivente, è ciò che accade quando rimaniamo in silenzio a contatto con la natura, è senza dubbio un momento sacro, è un modo di comunicare molto lontano da quello a cui siamo abituati quotidianamente. La natura stabilisce dei ritmi che bisogna assolutamente rispettare, questo è forse l’educazione più severa che si impara rimanendo in relazione con lei. Si entra in uno stato di meditazione, non hai il pensiero della critica o lamentela da ufficio, si è pienamente presenti al qui ed ora. Non puoi sbagliare il taglio della pianta ne va della sua salute, della sua prossima fioritura, del prossimo raccolto. La presenza totale è fondamentale, come lo è lo stato d’animo di chi raccoglie.
La “pausa caffè” diventa il momento per ascoltare come sta il tuo corpo, indolenzito per la posizione di “devozione” nell’atto della raccolta… il resto è esperienza del raccoglitore.
Io come educatrice di Aromaterapia Alchemica sento il bisogno di entrare sempre più in contatto con gli esseri della natura e con il loro modo di esprimersi, che rimane sconosciuto ai più, proprio perchè non c'è coscienza a questo linguaggio. Più diventiamo umili di fronte al Divino e più lui si manifesta, ci parla con un linguaggio che possiamo definire telepatico, ed è quello che cerco di far sperimentare nei miei corsi e nelle meditazioni olfattive. L’essenza delle piante è la forza del territorio dove vivono e raccoglierne la sapienza attraverso rituali che si tramandano da millenni mi fa comprendere quanto l’uomo ha bisogno di essere vicino alla natura, e mi fa notare quanto ci stiamo allontanando da essa.
Chiudo questa mia condivisione citando Goethe: “ Un cuore che cerca sente bene che qualcosa gli manca; ma un cuore che ha perduto sa di cosa è stato privato.”